Neofita della piattaforma Twitter, il premier dimissionario Monti rivendica i risultati del proprio operato circa gli stanziamenti per “diritto allo studio e università”.
Il sistema di diritto allo studio in Italia è inquadrato dalla legge 390 del 1991 (“Norme sul diritto agli studi universitari”) e dal dpcm del 9/4/2001 (“Uniformità di trattamento sul diritto agli studi universitari”) che definiscono l’entità e i criteri di accessibilità di apposite borse di studio e servizi rivolti agli studenti “capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi economici” che meritano di “raggiungere i gradi più alti degli studi” ( art 34, costituzione italiana).
Lo Stato e le Regioni contribusicono al finanziamento di tali iniziative utilizzando diversi “canali” ( per i dettagli si veda l’art 18 d.lgs 29 marzo 2012, n. 68) : le Regioni si avvalgono di una tassa regionale apposita ( le famose “tasse per il diritto allo studio” che tutti gli studenti universitari pagano) unitamente ad uno stanziamento di risorse proprie, lo Stato invece ha costituito un apposito “fondo”.
Proprio a quest’ultimo elemento fa riferimento il premier Monti nella sua dichiarazione: vediamone l’andamento.
Per il 2011:
rimandiamo al dpcm del 31/05/2012 che fissa in 98,579 milioni di euro lo stanziamento.
Per il 2012:
dalla relazione tecnica del dl 436/2012 si apprende che l’assegnazione corrisponde a circa 175 milioni di euro.
Per il 2013:
in questo caso, per chiarezza, si rimanda alla bozza commentata della legge di stabilità 2013 che fissa a 152,5 milioni di euro l’erogazione in questione. Tale stanziamento è poi confermato dall’approvata legge di stabilità 2013 all’articolo 273.
Assegniamo un bel “Vero” a Mario Monti!
Per chi volesse avere una visione storica più ampia dell’argomento, il coordinamento universitario “Link” ha elaborato uno schema riassuntivo della composizione del fondo dal 1999 al 2012 comprensiva del contributo delle singole Regioni.
(Si ringrazia Pietro Mesturini per questa analisi)