Il giorno successivo all’annuncio di 8 esponenti di Scelta Civica di lasciare il partito e aderire al gruppo parlamentare del Partito Democratico, Beppe Grillo torna a parlare del vincolo di mandato, suo vecchio cavallo di battaglia. Ma è vero che sono stati ben 173 i parlamentari che hanno deciso di cambiare partito nei quasi due anni trascorsi dalle ultime elezioni legislative? Se fosse vero sarebbe un numero ingente, pari ad oltre il 18% dei parlamentari totali (che ricordiamo essere 630 alla Camera e 321 al Senato).
Alla Camera
Sul sito OpenPolis troviamo un’utile tabella riassuntiva degli spostamenti alla Camera e al Senato (poichè i dati sono tratti dai siti istituzionali non aggiornati dal 29 gennaio, non riporta gli 8 di Scelta Civica). Partiamo dalla Camera bassa, che è anche quella più numerosa. Secondo i dati OpenPolis sarebbero 93 i deputati ad aver cambiato gruppo dall’inizio della legislatura – alcuni anche due o tre volte.
Al Senato
Al Senato, sempre prima dello spostamento di Pietro Ichino e compagnia – annunciato ma non ancora registrato sul sito – erano 83 i senatori ballerini. Pur avendo circa la metà dei membri della Camera, il Senato ha contato un numero di “trasferimenti” simile a quello della Camera.
Il totale e il partito “più attivo”
Complessivamente avrebbero cambiato gruppo ben 176 parlamentari, tre in più di quelli che cita Grillo – ed i numeri sono precedenti alla migrazione dei senatori di Scelta Civica. Puntualizziamo che non tutti questi spostamenti sono stati dei veri e propri cambi di casacca: i 9 deputati “guadagnati” dal gruppo Fratelli d’Italia erano stati eletti nelle liste di Fdi, ma inizialmente sono confluiti nel Gruppo Misto poiché non avevano il numero legale di deputati per costituire un gruppo parlamentare (e tuttora non l’hanno raggiunto ma hanno ottenuto una deroga al regolamento).
E’ un po’ più difficile definire il Pd come partito più “attivo”, dal momento che altri gruppi hanno visto un viavai maggiore di parlamentari, anche se ad oggi sembra essere il partito che più ha beneficiato dai cambiamenti di gruppo dall’inizio della legislatura. Alla Camera ha infatti guadagnato ben 14 deputati, secondo solo al gruppo “Area Popolare” che però non è altro che la fusione del gruppo Ncd (a sua volta scisso dal gruppo Pdl) e dei fuorisciti Udc dal gruppo Per l’Italia. Al Senato invece è solo grazie al più recente spostamento dei sei senatori di Scelta Civica (l’intero gruppo tranne Monti) che il Pd diventa (con un saldo pari a +9) il terzo gruppo che più ha guadagnato dagli spostamenti inter-gruppo. Detto ciò, considerando che davanti al Pd si trovano il Gruppo Misto e nuovamente Area Popolare, si può comunque affermare che il partito di Renzi sia quello più attivo “in entrata” tra quelli che componevano il parlamento dall’inizio della legislatura.
Il verdetto
Grillo denuncia il passaggio dei parlamentari da un gruppo all’altro (come d’altronde faceva Renzi qualche anno fa) e i suoi numeri sono sostanzialmente corretti, anche se è il caso di sottolineare che non tutti gli spostamenti sono stati veri e propri cambi di partito. Tra i gruppi in parlamento dall’inizio della legislatura, alla luce del recente spostamento dei già montiani senatori, è vero che il Pd è stato quello che più ne ha guadagnato. “Vero”