Il sindaco Alemanno nella sua corsa al Campidoglio, tratta uno dei sempreverdi cavalli di battaglia della sua campagna elettorale: la sicurezza, e lo fa citando la ricerca Eurispes “Roma sicura” pubblicata nell’aprile 2013.


Il rapporto di sintesi, stilato in coda allo studio, conferma le sue parole. Si legge infatti:


– la città di Roma “è una città poco o affatto pericolosa, sia in assoluto che comparativamente ad altre realtà omologhe, in Italia e all’estero”. Secondo l’Eurispes Roma si collocherebbe al sesto posto su quindici aree metropolitane per delittuosità rapportata alla popolazione (dopo Milano, Bologna, Torino, Genova e Firenze) e 35esima su 47 città europee;


– sul tema dei rapporti con la stampa il rapporto afferma:“la rappresentazione che la stampa offre della sicurezza di Roma appare squilibrata sul tema della criminalità, dove la descrizione dei fatti si accompagna non di rado a toni allarmistici o enfatici (mood generale, questo, della comunicazione italiana da circa un lustro)”.


Veniamo ora al “meno 14%” che tanto piace al sindaco capitolino. Abbiamo già affrontato il tema in una precedente analisi, verificando i dati che campeggiano sul manifesto elettorale di Alemanno “in 5 anni, -14% reati”. Nel capitolo due del rapporto di sintesi intitolato “La sicurezza nei dati” troviamo che i delitti complessivi, avvenuti nella città di Roma tra il 2007 e il 2012, sono diminuiti del 10,5%. Notiamo subito una prima discrepanza con il dato dichiarato dal sindaco. Precisiamo che sul documento di sintesi vi è effettivamente un -14%, ma si tratta della diminuzione dei reati di danneggiamento (si veda sempre il capitolo 2); poichè il sindaco di Roma parla chiaramente di delitti in generale, non possiamo perdonargli l’imprecisione.


Elaborando i dati in un grafico rileviamo inoltre che, in realtà, dopo un crollo tra il 2007 e il 2008 e un ulteriore calo tra il 2008 e il 2009, i delitti sono andati aumentando ogni anno dal 2010 in poi.



E’ quindi richiesta un’ultima doverosa precisazione, riguardo all’affermazione che, a Roma, “la sicurezza è crescente”. Oltre all’aumento dei delitti dal 2009 in avanti, il rapporto Eurispes specifica che “la sicurezza di Roma appare potenzialmente minata nella sua stabilità, costantemente dipendente dall’evolversi dei fenomeni strutturali di degrado urbano e difficoltà d’integrazione – che hanno conseguenze sulla complessiva percezione di rischio personale dei suoi abitanti“.


Il rapporto spezza, però, anche una lancia a favore del sindaco: “la possibilità effettiva del primo cittadino di governare la sicurezza dell’Urbe è limitata. Da un lato vi è la natura delle variabili che incidono sulla sicurezza, spesso del tutto indipendenti dalla città, dall’altro dall’esistenza di un perimetro ristretto entro il quale questi può esercitare un’azione diretta sulla sicurezza in generale.   


Il sindaco avrebbe potuto contestualizzare meglio le sue parole, citando ulteriori punti sostanziali della ricerca. Proprio mentre la ricerca dell’Eurispes suggerisce di superare l’identità sicurezza=criminalità e concentrarsi sulla ‘percezione’ di sicurezza dei cittadini, Alemanno rivendica il calo del 14% nei delitti come indicatore dell’accresciuta sicurezza capitolina.


Il sindaco riporta correttamente i primi due risultati della ricerca Eurispes, ma scivola su un valore impreciso e citato senza nessun orizzonte temporale di riferimento. Inoltre, nel tentare di ricollegare i risultati dello studio al suo operato di sindaco (come già ricordato, il -14% è un cavallo di battaglia della sua campagna elettorale), storpia la ricerca Eurispes che indica una sicurezza crescente confrontata con i picchi del 2005 e 2006 ma che riporta, comunque, un evidente aumento dei delitti complessivi dal 2009 in avanti: “C’eri quasi”.