Renzi lancia un avvertimento e, purtroppo per lui, con ragione. Il sindaco di Firenze e segretario del Partito Democratico ritorna sul tema dei diritti delle coppie dello stesso sesso, argomento risaltato in una dichiarazione recente, questa volta facendo riferimento all’Italia come “unico Paese a Occidente”.



Qui Renzi non specifica la “categoria” dei Paesi alla quale dovrebbe appartenere l’Italia, il che aiuterebbe sicuramente la valutazione di quest’analisi: procederemo quindi all’interpretazione più probabile, cioè l’Italia tra i Paesi dell’Unione Europea.



In questo caso, è sufficente fare riferimento alla pagina dell’Ue dedicata al tema, che elenca quei Paesi dell’Unione che non riconoscono le unioni civili, e quindi garantiscono dei diritti civili – anche se minimi in alcuni casi , come quello del Lussemburgo, secondo uno studio dell’Ilga, l’associazione gay e lesbica internazionale – alle coppie dello stesso sesso (per accedere alla tabella i dati sui diritti gay in Europa, aprire il Rainbow Map 2013). Tra i Paesi elencati dal portale Ue troviamo la Grecia, recentemente presa di mira da una sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo (Vallianatos e altri contro Grecia) per aver limitato l’applicazione delle unioni civili alle coppie dello stesso sesso. Fino a qui nessun problema per Renzi. Risulta però che l’Irlanda ha introdotto le unioni civili nel 2011, e che nel maggio 2015 si terrà un referendum costituzionale che, tra le altre cose, metterà al voto il diritto al matrimonio tra due persone dello stesso sesso. Iniziamo a capire l’appello di Renzi ai fact-checkers d’Italia.



Continuando a scorrere la lista dell’Ue, la situazione non migliora; scopriamo infatti che anche Polonia, Slovacchia, le tre repubbliche baltiche (Estonia, Lettonia e Lituania) Malta, Bulgaria, Cipro e Romania non prevedono le unioni civili per le coppie dello stesso sesso.



Vale anche la pena inserire una piccola nota sul caso del Regno Unito, dove la legge che permette il matrimonio gay è stata approvata nel luglio del 2013 (anche se i primi matrimoni avverranno a partire da marzo di quest’anno), mentre in Irlanda del Nord e Scozia permangono le unioni civili almeno per il momento.



Renzi non precisa la fascia di Paesi nella quale dovremmo includere l’Italia, e ci prega anche di non verificare la sua dichiarazione… Gli risparmiamo quindi la panzana, ma non possiamo non assegnargli un “Pinocchio andante”.