Il 1° novembre il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha partecipato a una conferenza stampa, insieme al presidente del Consiglio Mario Draghi, al termine dei lavori della giornata di apertura della Cop26, la conferenza annuale delle Nazioni unite sul clima, a Glasgow (Scozia).
Tra le altre cose, Cingolani ha ribadito la necessità di ridurre la quantità di Co2 immessa in atmosfera, generata in particolare dalla produzione di energia. Ai giornalisti il ministro ha ricordato che nel nostro Paese «circa un terzo» delle emissioni viene dall’industria manifatturiera, «circa un quarto» dalla mobilità e un «altro 20 per cento» dalla «nostra vita», per esempio dal riscaldamento delle case.
Abbiamo verificato se questi dati sono corretti o meno e il ministro è stato impreciso. Vediamo, settore per settore, qual è il contributo degli ambiti citati da Cingolani sulle emissioni.
Le emissioni per settori in Italia
La fonte più completa e autorevole per conoscere le emissioni di CO2 in Italia è l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), un ente di ricerca sotto la vigilanza del Ministero della Transizione ecologica. I dati più aggiornati sono relativi al 2019 e sono contenuti nell’Inventario nazionale delle emissioni in atmosfera, pubblicato la scorsa primavera.
Secondo Ispra, due anni fa in Italia sono state emesse circa 418,3 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, l’unità di misura usata per pesare insieme gas serra diversi tra loro, in calo del 19,3 per cento rispetto ai livelli di emissioni del 1990 (Grafico 1).
Tra le altre cose, Cingolani ha ribadito la necessità di ridurre la quantità di Co2 immessa in atmosfera, generata in particolare dalla produzione di energia. Ai giornalisti il ministro ha ricordato che nel nostro Paese «circa un terzo» delle emissioni viene dall’industria manifatturiera, «circa un quarto» dalla mobilità e un «altro 20 per cento» dalla «nostra vita», per esempio dal riscaldamento delle case.
Abbiamo verificato se questi dati sono corretti o meno e il ministro è stato impreciso. Vediamo, settore per settore, qual è il contributo degli ambiti citati da Cingolani sulle emissioni.
Le emissioni per settori in Italia
La fonte più completa e autorevole per conoscere le emissioni di CO2 in Italia è l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), un ente di ricerca sotto la vigilanza del Ministero della Transizione ecologica. I dati più aggiornati sono relativi al 2019 e sono contenuti nell’Inventario nazionale delle emissioni in atmosfera, pubblicato la scorsa primavera.
Secondo Ispra, due anni fa in Italia sono state emesse circa 418,3 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, l’unità di misura usata per pesare insieme gas serra diversi tra loro, in calo del 19,3 per cento rispetto ai livelli di emissioni del 1990 (Grafico 1).