La disoccupazione giapponese è effettivamente in ribasso e a livelli piuttosto esigui se confrontati alle cifre che ci siamo, ahinoi. abituati a sentire in Italia. Secondo i dati del Fondo Monetario Internazionale la disoccupazione nel Paese del Sol Levante era pari al 4,0% nel 2013, ma è da più di un decennio che si aggira tra il 4 e il 5%. I dati più aggiornati dell’istituto di statistica giapponese parlano di un ulteriore calo nel primo trimestre di quest’anno: 3,6% a marzo. La disoccupazione – pur bassa – è quasi il doppio del valore citato dal leader del M5S.



Ma avrà ragione almeno nel dire che si tratta del più basso livello al mondo? Andiamo a verificare queste parole facendo riferimento sempre ai dati del Fondo Monetario Internazionale sopracitati. Quest’ultimo ha censito la disoccupazione in pochi più della metà dei Paesi del mondo; tra questi, il Giappone fa sicuramente una bella figura dal punto di vista della disoccupazione, piazzandosi alla 16esima posizione. 15 Paesi hanno quindi registrato una disoccupazione più bassa del Giappone, tra cui alcuni i cui dati sono probabilmente discutibili (Bielorussia) o anomali in quanto città Stato (Singapore, Hong Kong) ma anche Paesi assolutamente comparabili al Giappone come Corea del Sud, Svizzera, e Norvegia. Nel grafico ne segnaliamo qualcuno.






La dichiarazione di Grillo delinea correttamente i contorni indicativi del fenomeno (la disoccupazione in Giappone è bassa) ma non ne definisce precisamente le dimensioni. Se si fosse fermato qui avrebbe ottenuto un “Nì” ma nella sua iperbolica frase finale “sono tutti occupati” perde un altro punto. Secondo i dati dell’Oil nel 2012 il tasso di occupazione (il numero di occupati sul totale della popolazione in età lavorativa) in Giappone era assolutamente medio, collocandosi al 49esimo posto sui 97 censiti dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro. Siccome a marzo di quest’anno era ancora al 56,8%, è decisamente fuorviante dire che in Giappone siano “tutti occupati”: “Pinocchio andante” per Grillo.