Il 12 dicembre 2017 a seguito di un’esplosione in un importante gasdotto a Baumgarten in Austria è stata sospesa la fornitura di gas all’Italia. Il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, a partire da questo episodio, ha spiegato a Porta a porta perché sia importante costruire il gasdotto Tap (Trans Adriatic Pipeline): secondo il ministro il gasdotto “a regime già dall’inizio potrà coprire l’8 per cento del nostro fabbisogno di gas su base annuale e potrà arrivare fino al 16 per cento” (min. 6’30”). L’importanza del Tap sarebbe dunque quella di consentire una diversificazione dell’origine delle risorse e una maggiore indipendenza dal gas russo (cioè quello che appunto arriva in Italia dal gasdotto austriaco), dal momento che il gas portato dal Tap arriverebbe dall’Azerbaijan.

I numeri del Tap

Già nella stessa serata del 12 dicembre in realtà la situazione era stata ripristinata, ma nel frattempo Calenda aveva già dichiarato lo stato di emergenza come previsto dal Piano di emergenza redatto a ottobre 2017, nel quale è specificato che sia attivabile lo stato di emergenza “al verificarsi dell’interruzione non prevista di una delle principali fonti di approvvigionamento”.

Anche per questo a Porta a porta il ministro aveva parlato del gasdotto Tap, la cui costruzione in quella zona della Puglia è osteggiata in particolare dal governatore della Regione Michele Emiliano, che ha proposto di valutare un approdo alternativo per il gasdotto.

Come spiegato dal sito del Ministero dello Sviluppo economico, il gasdotto Tap avrà una capacità di importazione “da 24,68 milioni di metri cubi al giorno”, mentre l’insieme degli altri gasdotti italiani è attualmente in grado di assicurare 375,1 milioni di metri cubi al giorno. Attualmente il fabbisogno energetico nazionale previsto per un inverno “normale”, ossia con temperature nella media, è di 319 metri cubi al giorno, quindi decisamente al di sotto delle attuali capacità di trasporto in entrata della rete nazionale.

È però vero che se uno dei due principali gasdotti subisse un guasto l’approvvigionamento calerebbe nettamente: il Tag di proprietà di Snam passa dal confine con l’Austria (è quello che si è guastato il 12 dicembre) e trasporta 107 milioni di metri cubi al giorno, mentre il Ttpc è di Eni, passa sotto il Mediterraneo tra la Tunisia e la Sicilia e trasporta 108 milioni di metri cubi al giorno. Naturalmente l’Italia ha punti di stoccaggio che garantiscono un periodo di autonomia in caso di interruzione dell’approvvigionamento da queste linee.

Tornando al Tap, la sua capacità da 24,68 milioni di metri cubi al giorno accrescerebbe quindi del 6,58% l’attuale capacità di trasporto nazionale, anche se fino al 2020 la capacità sarebbe di 13,4 milioni di metri cubi al giorno, corrispondente al 3,57% dell’attuale capacità. Mentre in riferimento al fabbisogno energetico giornaliero per un inverno “normale”, il Tap accrescerebbe questa capacità del 7,74% (4,2% fino al 2020).

I valori cambiano notevolmente se si ragiona sul fabbisogno durante un’estate “media”: il totale di gas necessario al giorno sarebbe di 137 milioni di metri cubi al giorno e in questo caso il Tap coprirebbe il 9,78% del fabbisogno fino al 2020 per poi arrivare al 18,01%.

Bisogna però fare una media sull’intero anno.

Come riporta il dossier sulla Situazione energetica nazionale pubblicato nel 2016 dal Ministero dello Sviluppo economico, nel 2015 il consumo di gas naturale in Italia è stato pari a 67,5 miliardi di metri cubi, che corrispondono a 184,93 milioni di metri cubi al giorni. Sulla base di queste cifre, si può calcolare che il Tap, utilizzato al 100%, garantirebbe in media al giorno il 13,35% del fabbisogno energetico nazionale (7,25% fino al 2020).

Se invece scorporiamo il dato del consumo tra gas da importazione e gas prodotto in Italia, vediamo che quello da importazione corrisponde a 61,2 miliardi di metri cubi annui: si può quindi dire che l’Italia dipenda dall’estero in quanto a gas naturale per 167,67 milioni di metri cubi al giorno. Considerando questo dato, il gasdotto Tap coprirebbe una quota del fabbisogno di gas importato dall’estero pari al 14,72% (7,99% fino al 2020).

Gli altri gasdotti progettati

È stata inoltre autorizzata la costruzione di un secondo gasdotto che arriverà in Puglia. Si tratta dell’Igi Poseidon di Edison, che secondo il Ministero dello Sviluppo economico avrà una capacità di trasporto simile a quella del Tap: 26,4 milioni di metri cubi al giorno. Con questo gasdotto la capacità di coprire il fabbisogno nazionale aumenterebbe del 14,28% (calcolo effettuato sul totale del consumo di gas in Italia pari a 67,5 miliardi di metri cubi annui). Insomma, i due nuovi gasdotti pugliesi insieme a regime aumenteranno la capacità di coprire il fabbisogno nazionale del 27,63% secondo i dati di consumo attuali.

Calenda sempre a Porta a porta ha spiegato che la scelta di costruire nuovi gasdotti è dettata da due motivi: il primo appunto è ridurre la dipendenza dal gas russo, il secondo invece è aumentare la capacità di produzione di energia elettrica da gas sulla base della nuova Strategia energetica nazionale che prevede la chiusura di tutte le centrali elettriche a carbone italiane entro il 2025.

Per questo, oltre al Tap e all’Igi Poseidon, è prevista la costruzione di un altro gasdotto, per il quale sono ancora in corso i procedimenti per l’autorizzazione: è il gasdotto Galsi con capacità di 26,4 milioni di metri cubi al giorno (aumento della capacità del 14,28% rispetto all’attuale fabbisogno) che andrà dall’Algeria alla Sardegna e proseguirà fino a Piombino.

In ultimo, questa maggiore capacità di importazione di gas secondo i piani del Ministero potrebbe essere utile in futuro anche per rivendere in nord Europa il gas acquistato a un minor prezzo rispetto a quello russo. La capacità di esportazione del gasdotto che attraversa il Passo Gries tra Italia e Svizzera dall’ottobre 2018 sarà pari a 22 milioni di metri cubi al giorno, che potranno essere accresciuti fino a 40 milioni di metri cubi al giorno.

Il verdetto

Quando il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda sostiene che il gasdotto Tap “a regime già dall’inizio potrà coprire l’8 per cento del nostro fabbisogno di gas su base annuale e potrà arrivare fino al 16 per cento” fornisce numeri vicini a quelli che si possono calcolare dai dati pubblicati dal suo stesso Ministero.

In particolare il ministro ha ragione quando parla della possibilità di coprire con il Tap l’8% del fabbisogno da gas, mentre sbaglia leggermente quando dice che il gasdotto raddoppierà la propria capacità di trasporto, che invece arriverà al 13,35% del fabbisogno nazionale. Questo naturalmente se il Tap sarà utilizzato a pieno regime.

Per il ministro quindi il verdetto è un “c’eri quasi”.

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2017-12-20 14:30:00 UTC




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C’eri quasi


“[Il gasdotto Tap] a regime già dall’inizio potrà coprire l’8 per cento del nostro fabbisogno di gas su base annuale e potrà arrivare fino al 16 per cento”




Carlo Calenda

Ministro dello Sviluppo economico

http://www.raiplay.it/video/2017/12/Porta-a-Porta-058cfe1b-e283-4db4-8a2b-8c83626bec07.html



Porta a porta, Rai1

martedì 12 dicembre 2017

2017-12-12