Il 27 ottobre il consigliere della Regione Lazio Davide Barillari (ex Movimento 5 stelle) ha pubblicato su Twitter il link a un «altro studio» che, secondo lui, dimostra che gli asintomatici al coronavirus «non sono contagiosi».
In realtà, come già successo di recente sempre riguardo all’epidemia, Barillari dice una “Panzana pazzesca”: in primo luogo lo studio – pubblicato ormai oltre quattro mesi fa – non sostiene la tesi dell’ex M5s, ma arriva a una conclusione decisamente meno netta; in secondo luogo questa ricerca mostra una serie di gravi limiti.
Ricordiamo che le evidenze scientifiche ad oggi a disposizione indicano che chi è positivo al coronavirus e non manifesta sintomi è comunque generalmente contagioso (e può subire danni nascosti, per esempio, ai polmoni e al cuore).
Ma vediamo i dettagli dello studio citato di Barillari e perché l’ex M5s sbaglia.
– Leggi anche: Asintomatici: che cosa sappiamo e che cosa deve dirci ancora la scienza
I problemi dello studio di Barillari
Lo studio citato da Barillari – intitolato A study on infectivity of asymptomatic Sars-CoV-2 carriers – è stato pubblicato a maggio 2020, quindi già più di quattro mesi fa, sulla rivista scientifica Respiratory Medicine.
Nello studio, alcuni scienziati cinesi hanno analizzato la mancata trasmissione del virus Sars-CoV-2 da parte di un singolo soggetto presentato dagli autori come «asintomatico».
La ricerca, fin da subito, non si presenta come conclusiva: nell’abstract – il riassunto che apre quasi tutti gli articoli della letteratura accademica – gli autori infatti scrivono: «Concludiamo che l’infettività di alcuni portatori asintomatici di Sars-CoV-2 potrebbe essere debole» (Figura 1).
In realtà, come già successo di recente sempre riguardo all’epidemia, Barillari dice una “Panzana pazzesca”: in primo luogo lo studio – pubblicato ormai oltre quattro mesi fa – non sostiene la tesi dell’ex M5s, ma arriva a una conclusione decisamente meno netta; in secondo luogo questa ricerca mostra una serie di gravi limiti.
Ricordiamo che le evidenze scientifiche ad oggi a disposizione indicano che chi è positivo al coronavirus e non manifesta sintomi è comunque generalmente contagioso (e può subire danni nascosti, per esempio, ai polmoni e al cuore).
Ma vediamo i dettagli dello studio citato di Barillari e perché l’ex M5s sbaglia.
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I problemi dello studio di Barillari
Lo studio citato da Barillari – intitolato A study on infectivity of asymptomatic Sars-CoV-2 carriers – è stato pubblicato a maggio 2020, quindi già più di quattro mesi fa, sulla rivista scientifica Respiratory Medicine.
Nello studio, alcuni scienziati cinesi hanno analizzato la mancata trasmissione del virus Sars-CoV-2 da parte di un singolo soggetto presentato dagli autori come «asintomatico».
La ricerca, fin da subito, non si presenta come conclusiva: nell’abstract – il riassunto che apre quasi tutti gli articoli della letteratura accademica – gli autori infatti scrivono: «Concludiamo che l’infettività di alcuni portatori asintomatici di Sars-CoV-2 potrebbe essere debole» (Figura 1).