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Azzolina sbaglia: l’apertura delle scuole non è un’eccezione italiana

| 17 febbraio 2021
La dichiarazione
«Oggi le scuole in Italia sono aperte, al contrario della maggior parte dei Paesi europei»
Fonte: Facebook | 16 febbraio 2021
Ansa
Ansa
Verdetto sintetico
Pinocchio andante
Il 16 febbraio l’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina (M5s) ha scritto sulla sua pagina Facebook che le scuole in Italia oggi «sono aperte, al contrario della maggior parte dei Paesi europei».

L’affermazione è sbagliata. Come vedremo, nella maggior parte dei Paesi europei – guardiamo ai 27 Stati membri dell’Ue, più il Regno Unito – le scuole primarie sono aperte (come in Italia) e la maggior parte delle scuole secondarie sono aperte o parzialmente aperte (come in Italia).

Andiamo a vedere i dettagli.

I dati dell’Ecdc

Lo European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc), l’agenzia dell’Ue che si occupa della prevenzione e del contrasto delle malattie, mette a disposizione* i dati – aggiornati all’11 febbraio – relativi alle misure di contrasto alla pandemia nei vari Paesi europei. Viste le differenze tra le normative dei vari Stati, la situazione in costante evoluzione e le numerose possibili differenti situazioni a livello locale, è inevitabile un certo margine di approssimazione.

Ad ogni modo, abbiamo rielaborato in questa tabella (Tabella 1) quelli relativi alla chiusura o apertura delle scuole primarie o secondarie nei 27 Stati Ue e nel Regno Unito.
Tabella 1. La situazione all’11 febbraio, nei 27 Paesi dell’Ue e nel Regno Unito, su apertura e chiusura (anche parziale) delle scuole primarie e secondari – Fonte: Ecdc
Tabella 1. La situazione all’11 febbraio, nei 27 Paesi dell’Ue e nel Regno Unito, su apertura e chiusura (anche parziale) delle scuole primarie e secondari – Fonte: Ecdc
Come si vede, sono solo quattro i Paesi in cui le scuole primarie sono chiuse (Repubblica Ceca, Irlanda, Lituania e Portogallo), a cui se ne aggiungono altri sette (Germania, Grecia, Lettonia, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Regno Unito) dove la riapertura è stata parziale. In alcuni casi, come quello tedesco o britannico, estremamente limitata, nel contesto di un lockdown. L’Italia, insieme ad altri sedici Paesi, ha invece le scuole primarie aperte.

Per quanto riguarda le scuole secondarie, solo otto Stati le hanno del tutto aperte: Belgio, Croazia, Estonia, Finlandia, Francia, Lussemburgo, Malta e Spagna. L’Italia, insieme ad altri otto Stati, le ha solo parzialmente aperte (la situazione circa la didattica in presenza o a distanza varia da regione a regione, in base alla fascia di colore che viene stabilita). I restanti undici Paesi hanno invece optato per la chiusura.

Il verdetto

L’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha dichiarato il 16 febbraio che, mentre in Italia le scuole sono aperte, nella maggior parte dei Paesi europei sono invece chiuse.

L’affermazione è sbagliata: in Italia sono aperte le scuole primarie, mentre per le secondarie (medie e superiori) la riapertura è solo parziale. La maggior parte dei Paesi europei risulta poi avere le scuole primarie aperte, come noi, e le scuole secondarie o aperte o – come in Italia – parzialmente aperte.

È insomma sbagliato sostenere che l’Italia sia in qualche modo un’eccezione positiva rispetto al panorama europeo. Per Azzolina un “Pinocchio andante”.



*Scaricare il file Csv > prendere in considerazione le variabili “ClosPrim”, “ClosPrimPartial”, “ClosSec” e “ClosSecPartial”, che corrispondono alla chiusura – totale o parziale – delle scuole primarie e secondarie dei rispettivi Paesi

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