La decisione dell’ufficio di presidenza del Pd di sostituire i tre membri permanenti in Commissione Affari Costituzionali di palazzo Madama, ha dato il la a Luigi Di Maio, in un articolo pubblicato nel suo blog, per esaltare le procedure di espulsione istituito nel proprio movimento, ritenute molto più democratiche rispetto a quelle del Partito Democratico.



Nello specifico, si fa riferimento ad una procedura che sarebbe stata introdotta in occasione delle elezioni europee dello scorso 25 maggio: il recall. Prima di verificare se ciò sia vero, cerchiamo di capire di che cosa si tratta.



Il recall è una procedura di tradizione anglosassone che consente di rimuovere un pubblico ufficiale dalla propria carica prima del termine del proprio mandato. Negli Stati Uniti questa pratica era prevista già negli articoli della Confederazione del 1777, il primo documento di amministrazione interna, sostituito dalla Costituzione del 1787. In questo caso, però, la sua natura era leggermente diversa: l’articolo 5, infatti, conferiva alle singole legislature statali, e non direttamente ai cittadini, tale potere (vedi articolo 5). Come leggiamo nell’articolo pubblicato sul sito della National Conference of State Legislatures, oggi solo 19 Stati consentono il Recall di un pubblico ufficiale: le modalità e la carica pubblica interessata da questa procedura variano da Stato a Stato.



Dopo questa passeggiata nella storia a stelle e strisce, torniamo alle 5 stelle più famose d’Italia. E’ vero che il MoVimento 5 Stelle consente il recall nei confronti degli eletti al Parlamento Europeo? Vediamo cosa dice il “Codice comportamento per i candidati del MoVimento 5 Stelle alle elezioni europee e per gli eletti al Parlamento Europeo”. Alla sezione “Sanzioni” leggiamo che:



  • Il deputato sarà ritenuto gravemente inadempiente laddove, secondo il principio della democrazia diretta, detto “recall”, già applicato negli Stati Uniti: i) almeno 500 iscritti al MoVimento 5 Stelle alla data del 31/12/2012 residenti nella circoscrizione nella quale il deputato è stato eletto abbiano motivatamente proposto di dichiararlo gravemente inadempiente; ii) la proposta sia stata approvata mediante votazione in rete a maggioranza dagli iscritti al MoVimento 5 Stelle al 30/6/2013 residenti nella circoscrizione nella quale il deputato è stato eletto.



Ma quando un deputato può ritenersi inadempiente? Lo capiamo al punto sopra:



  • Il deputato dovrà altresì dimettersi obbligatoriamente se ritenuto gravemente inadempiente al codice di comportamento ed all’impegno al rispetto delle sue regole assunto al momento della presentazione della candidatura nei confronti degli iscritti al M5S.



Luigi di Maio supera la prova del fact-checking: “Vero”!