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Donzelli esagera sulle agenzie di rating che premiano l’Italia

| 25 ottobre 2024
La dichiarazione
«Le agenzie di rating hanno migliorato i loro pareri dell’Italia»
Fonte: Corriere della Sera | 23 ottobre 2024
ANSA/GIUSEPPE LAMI
ANSA/GIUSEPPE LAMI
Verdetto sintetico
La dichiarazione del deputato di Fratelli d’Italia è esagerata.
In breve
  • Le tre principali agenzie di rating al mondo (Moody’s, Fitch e Standard & Poor) non hanno cambiato il rating dell’Italia durante i primi due anni del governo Meloni. TWEET
  • Fitch e Moody’s, però, hanno modificato l’outlook (cioè le previsioni) del rating del nostro Paese, passato rispettivamente a positivo e a stabile. TWEET
Il 23 ottobre il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli ha commentato sul Corriere della Sera i primi due anni del governo Meloni. Tra le altre cose, Donzelli ha detto che «il governo lavora in modo sereno, determinato e proficuo». A sostegno di questa tesi, ha aggiunto che «le agenzie di rating hanno migliorato i loro pareri dell’Italia».

Quest’ultima dichiarazione, fatti alla mano, è esagerata.

Che cosa fanno le agenzie di rating

Le agenzie di rating sono istituti finanziari privati che valutano la solvibilità di Stati o aziende, ossia forniscono un giudizio sulla loro capacità di ripagare i debiti. Questo giudizio è espresso attraverso un rating, un punteggio su una scala di valutazione che va da livelli più alti di affidabilità a quelli più bassi. Più si scende, maggiore è il rischio di insolvenza di un Paese.

Di solito il rating più alto è l’AAA, ma i nomi dei gradi cambiano leggermente da agenzia ad agenzia. Non solo: le agenzie pubblicano anche gli outlook, ossia le previsioni sull’andamento futuro dei rating. Un outlook può essere negativo, stabile e positivo: come suggeriscono gli aggettivi, questo parametro indica la possibile direzione in cui il rating potrebbe muoversi nel medio termine. Per intenderci, un outlook negativo suggerisce che il rating potrebbe essere abbassato in futuro, mentre un outlook positivo lascia prevedere un possibile miglioramento, seppure non sicuro.

Le agenzie di rating possono avere un peso notevole, dato che con i loro giudizi influenzano il comportamento degli investitori e dei mercati finanziari. Semplificando un po’, se un Paese riceve un rating più basso da un’agenzia, allora finanziarsi sui mercati potrebbe costargli di più, perché dovrebbe offrire un rendimento più alto agli investitori per convincerli a comprare i suoi titoli. Viceversa, un rating più alto permette di finanziarsi sui mercati a costi più bassi.

Le agenzie di rating più importanti al mondo sono tre e sono tutte statunitensi: Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch ratings (sono chiamate anche Big Three o le “Tre sorelle”). Il governo Meloni si è insediato il 22 ottobre 2022: vediamo se da quella data a oggi è vero che queste agenzie di rating «hanno migliorato i loro pareri» sull’Italia, come sostiene Donzelli.

Il rating di Fitch

Il 18 ottobre Fitch ha confermato il rating BBB per l’Italia: è da aprile 2017 che l’agenzia dà questo rating al nostro Paese. Il rating BBB dato da Fitch all’Italia indica «un livello moderato di rischio di insolvenza» rispetto ad altri Paesi, ed è due gradini sopra al livello “spazzatura” (in inglese junk), assegnato ai titoli di Stato dei Paesi su cui diventa più rischioso investire. 

Parallelamente, Fitch ha rivisto al rialzo l’outlook dell’Italia, passato da stabile a positivo: era da aprile 2020 che questa agenzia di rating non rivedeva l’outlook per il nostro Paese. L’outlook positivo è motivato dal «recente rafforzamento dei risultati di bilancio» e dall’«impegno a rispettare le regole di bilancio dell’Unione europea». Entrambi questi fattori «indicano una potenziale riduzione dei rischi di bilancio e di finanziamento a medio termine derivanti dai livelli eccezionalmente elevati del debito italiano», ha scritto Fitch, aggiungendo: «Ciò è rafforzato dai segnali di una crescita potenziale più forte e da un contesto politico più stabile».

Il rating di Standard & Poor’s

Sempre il 18 ottobre, anche Standard & Poor’s ha confermato il rating BBB per l’Italia (due gradini sopra il livello “spazzatura”). Un titolo di Stato «con rating BBB presenta parametri di protezione adeguati – spiega il sito di Standard & Poor – ma è più probabile che condizioni economiche avverse o circostanze mutevoli indeboliscano la capacità del debitore di far fronte ai propri impegni finanziari». 

Questa agenzia di rating non ha cambiato l’outlook per l’Italia, che è rimasto stabile: secondo Standard & Poor’s, il debito pubblico italiano crescerà, ma sarà bilanciato da «una crescita economica più resistente grazie allo stimolo fornito dai fondi europei». L’outlook stabile era stato confermato da Standard & Poor’s un anno fa, a ottobre 2023, ed era stato il risultato del declassamento fatto a luglio 2022, quando con la caduta del governo Draghi si era passati da positivo a stabile.

Il rating di Moody’s

Il 22 novembre è atteso un aggiornamento delle valutazioni di Moody’s sul nostro Paese. Lo scorso maggio questa agenzia ha confermato il rating Baa3 per l’Italia (un gradino sopra al livello “spazzatura”) e ha ribadito l’outlook stabile. Quest’ultimo è stato rialzato da negativo a novembre 2023, dopo oltre un anno di governo Meloni.

«La decisione di modificare l’outlook da negativo a stabile riflette la stabilizzazione delle prospettive per la forza economica del Paese, la salute del settore bancario e la dinamica del debito pubblico», aveva dichiarato Moody’s in quell’occasione. Prima ancora, ad agosto 2022 l’agenzia di rating aveva abbassato l’outlook dell’Italia da stabile a negativo, dopo la caduta del governo Draghi. 

L’andamento nel tempo

Il Grafico 1, realizzato dall’agenzia di stampa finanziaria Bloomberg, riassume quanto detto finora. Le linee colorate del grafico rappresentano i rating per l’Italia delle tre agenzie, a cui si aggiungono quelli di altre due agenzie: DBRS Morningstar e Scope. Le linee mostrano il numero di livelli con cui i titoli di Stato italiani si collocano al di sopra della soglia che indica un investimento rischioso per gli investitori. Come si vede, da quando si è insediato il governo Meloni i rating dell’Italia non sono cambiati: al massimo sono migliorati gli outlook di alcune agenzie, ma non di tutte.
Grafico 1. Andamento del rating dell’Italia, rappresentato in termini di distanza dal rating “spazzatura”, assegnato ai titoli di Stato più rischiosi – Fonte: Bloomberg
Grafico 1. Andamento del rating dell’Italia, rappresentato in termini di distanza dal rating “spazzatura”, assegnato ai titoli di Stato più rischiosi – Fonte: Bloomberg
Il peggioramento del rating dell’Italia è iniziato nel 2011, con la crisi economica che ha colpito l’Unione europea. Al momento la valutazione peggiore resta quella di Moody’s, mentre DBRS e Scope danno i due rating, per così dire, migliori.

I rating degli altri Paesi

Per avere dei termini di confronto, qual è il rating degli altri Paesi europei? Al momento Standard & Poor’s assegna il rating AAA a cinque Paesi dell’Unione europea: Germania, Danimarca, Svezia, Lussemburgo e Paesi Bassi. Questo rating è il più alto di tutti ed è otto gradini sopra al BBB italiano. Tra gli altri grandi Paesi europei, il rating della Francia è stato declassato da AA ad AA- lo scorso maggio, mentre il rating della Spagna è A. Secondo Standard & Poor’s, solo Ungheria, Bulgaria, Romania e Grecia hanno un rating peggiore dell’Italia.

Anche Moody’s assegna il rating Aaa a Germania, Danimarca, Svezia, Lussemburgo e Paesi Bassi. Questo rating è il più alto ed è nove gradini sopra il Baa3 italiano. La Francia ha Aa2, la Spagna Baa1, mentre solo la Grecia ha un rating peggiore del nostro Paese.

Il verdetto

Secondo Giovanni Donzelli, da quando c’è il governo Meloni «le agenzie di rating hanno migliorato i loro pareri» sull’Italia. Abbiamo controllato e il deputato di Fratelli d’Italia esagera.

Da ottobre 2022 a oggi, Moody’s, Fitch e Standard & Poor non hanno cambiato il loro rating dell’Italia. Fitch e Moody’s, però, hanno rivisto al rialzo l’outlook del rating, passato rispettivamente a positivo e a stabile.

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