Giorgetti non è stato di parola sul taglio del canone RAI

Il ministro dell’Economia aveva confermato per il 2025 la riduzione da 90 a 70 euro, che però non c’è nella nuova legge di Bilancio
ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
Nonostante le rassicurazioni del ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, la legge di Bilancio per il 2025 non rinnoverà la riduzione del canone RAI introdotta temporaneamente dal governo per il 2024. Il 18 ottobre, durante una conferenza stampa, Giorgetti aveva risposto così alla domanda se fosse confermato per il prossimo il taglio del canone: «Per quanto riguarda il canone, è confermata la cosa che abbiamo fatto l’anno scorso». 

La legge di Bilancio per il 2024 aveva ridotto, solo per il 2024, da 90 a 70 euro il costo del canone di abbonamento alla televisione per uso privato. Nel disegno di legge di Bilancio per il 2025, approvato dal governo e trasmesso al Parlamento il 23 ottobre, non c’è però nessuna nuova misura che rinnova questo taglio del canone. Nella mattina di giovedì 24 ottobre il testo ufficiale della manovra finanziaria, che è stato firmato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, deve ancora essere pubblicato sul sito della Camera, ma è stato comunque diffuso dal governo a varie fonti stampa, che lo hanno pubblicato. Anche il Documento programmatico di bilancio 2025, pubblicato dal governo il 15 ottobre, non menziona mai la riduzione del canone tra le misure principali della prossima legge di Bilancio. 

Come spiega il sito dell’Agenzia delle Entrate, il versamento del canone RAI «è dovuto da chiunque abbia un apparecchio televisivo e si paga una sola volta all’anno e una sola volta a famiglia, a condizione che i familiari abbiano la residenza nella stessa abitazione». La legge di Bilancio per il 2017 ha stabilito che, chi ha un contratto per la fornitura di energia elettrica in casa, si presume abbia anche una televisione. Per questo motivo, tutti i titolari di utenza elettrica per uso domestico residenziale devono pagare il canone RAI con un addebito nella fattura della fornitura di energia. In questo modo, il pagamento del canone RAI – il cui valore è sceso da 113 euro a 90 euro – è passato da un versamento spontaneo all’addebito rateizzato nella bolletta dell’energia elettrica.
L’abolizione del canone RAI – o meglio: la sua «progressiva riduzione fino alla sua definitiva abolizione nell’anno 2030» – è un impegno preso dalla Lega nel programma elettorale per le elezioni politiche del 25 ottobre 2022. Alla Camera alcuni deputati del partito di Matteo Salvini hanno presentato una proposta di legge per abolire il canone, il cui esame è fermo alla Commissione Trasporti. Lo scorso luglio lo stesso Salvini aveva ribadito il progetto della Lega di eliminare il canone, «aumentando gli introiti pubblicitari» per coprire le risorse perse dalla RAI. Prima del taglio, il gettito del canone RAI valeva circa 1,9 miliardi di euro l’anno. La riduzione temporanea da 90 a 70 euro ha avuto un costo di 430 milioni di euro.

Nei prossimi giorni il disegno di legge di Bilancio per il 2025 inizierà il suo esame alla Camera, dove potrà essere modificato. In seguito, dovrà essere esaminato e votato dal Senato, che dovrà votare lo stesso testo. Se ci saranno ulteriori modifiche, il testo tornerà alla Camera. In ogni caso, la legge di Bilancio va approvata entro la fine dell’anno.

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