Nichi Vendola non è nuovo a dichiarazioni sulla capacità di spesa della Regione Puglia per quanto riguarda i fondi europei: avevamo, infatti, già avuto modo di verificare quanto affermato dal leader di Sinistra, Ecologia e Libertà in merito ad un presunto primato pugliese rispetto al resto del Mezzogiorno italiano.
In questo caso, invece, il buon Nichi sostiene che la Puglia abbia raggiunto, presumibilmente alla data delle ultime rilevazioni ufficiali disponibili, una percentuale di spesa del 42%. Sarà vero? Lo possiamo facilmente verificare sul sito Open Coesione, gestito dal Ministro per la Coesione Territoriale, dove viene riportata la spesa certificata dall’Unione Europea. Stando ai dati ufficiali, al 31 dicembre 2012, la Puglia (Regione rientrante nell’obiettivo convergenza) presentava una spesa certificata del 41,8% per quanto riguarda il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), e del 33,9% per quanto riguarda il Fondo Sociale Europeo (FSE).
Come specificato sul sito del Ministero dell Sviluppo Economico, nell’attuazione dei Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali dell’Unione Europea, si possono distinguere dal punto di vista finanziario tre fasi: impegni di risorse su progetti, pagamenti per i progetti e richiesta di rimborsi alla Commissione Europea sulla base di una ufficiale certificazione delle spese sostenute.
La spesa ufficialmente certificata alla Commissione Europea (Ce) è un’informazione rilevante ai fini della regola nota come n+2 (art. 93 del Regolamento 1083/2006). I Regolamenti Ce prevedono infatti – per ciascun fondo (FSE, FESR) e per ogni Programma Operativo (PO) – il definanziamento delle risorse non spese entro il biennio successivo all’annualità di riferimento. Il definanziamento delle risorse comunitarie comporta anche la parallela riduzione di disponibilità delle relative risorse di cofinanziamento nazionale.
Tra le misure di accelerazione dell’attuazione dei Programmi Operativi dei Fondi Strutturali 2007-2013, a partire dalla delibera Cipe 1/2011, sono stati previsti, per le spese sostenute e certificate, obiettivi infra-annuali al 31 maggio e al 31 ottobre, oltre alla data del 31 dicembre.
Insomma, se il governatore pugliese si fosse limitato a parlare di FESR il “Vero” non glielo avrebbe tolto nessuno, ma poichè non possiamo non considerare anche il FSE quando si parla di generici “fondi comunitari”, il giudizio scende a “C’eri quasi”.