Il 18 novembre 2012 in Valle d’Aosta si è svolto il referendum propositivo di cui era promotore l’associazione Valle Virtuosa supportata, oltre che da una serie di partiti e associazioni, anche dal Movimento Cinque Stelle. Il referendum aveva come oggetto la proposta di iniziativa popolare per modificare l’articolo 7 della legge regionale n.31 del 2007. La modifica proposta riguarda la regolamentazione della gestione dei rifiuti ed esclude la possibilità di costruzione di impianti di smaltimento a caldo sul territorio regionale. La Regione valdostana, in seguito alla deliberazione 1117/2010 del Consiglio, aveva, infatti, avviato la procedura per la costruzione di un impianto pirogassificatore a Brissogne. Sulla base dell’articolo 3 della legge del 2006, il risultato favorevole del referendum diventa un vincolo per il legislatore, e chiude le porte alla costruzione di impianti per il trattamento a caldo di rifiuti. Il verdetto del referendum è stato appunto recepito dalla legge n. 33 del 2012.



Fin qui tutto bene, ma Grillo si sbaglia nel dire che il referendum propositivo fosse “senza quorum”. L’introduzione del referendum propositivo senza quorum è peraltro una delle proposte del M5S. Finora solo la Regione Valle D’Aosta e la Provincia Autonoma di Bolzano, sfruttando la possibilità prevista dal decreto legislativo n. 267 del 2000 (art.8), hanno introdotto l’istituto del referendum propositivo nei loro statuti. In Valle D’Aosta la legge regionale n. 5 del 2006 (che ha modificato la legge regionale n. 19 del 2003 che regola l’istituto del referendum propositivo) consente al corpo elettorale – con il superamento del quorum fissato al 45% (art.14) e con la maggioranza dei voti favorevoli – di approvare una legge di iniziativa popolare. La proposta di legge è stata, difatti, approvata perché i risultati ufficiali del referendum dicono che si è recato alle urne quasi il 49% degli aventi diritto e il 94% di questi ha espresso il “SI”.



Andiamo ora a verificare se il referendum “è stato invalidato”. Il Consiglio dei Ministri esattamente due mesi dopo il referendum ha deliberato l’impugnativa della nuova legge dinanzi alla Corte Costituzionale ritenendo che, come si legge nel comunicato, fosse in violazione del secondo comma (lettera s) dell’articolo 117 della Costituzione. Effettivamente, in base a tale norma, la tutela dell’ambiente è competenza esclusiva dello Stato. Grillo in questo caso usa in modo non appropriato il termine “invalidato” visto che bisognerà attendere il pronunciamento della Corte a cui spetterà decidere.



Grillo riporta in modo corretto le informazioni riguardo al referendum, prende un abbaglio quando parla del quorum e usa una terminologia non appropriata. Gli assegniamo il giudizio mediano, “Nì”!