Il tema del taglio delle auto blu è ormai un leitmotiv del dibattito politico. Pagella Politica se n’è occupata in altre occasioni, per esempio quando Mario Monti ha sostenuto che la spesa per le auto blu fosse diminuita durante il suo governo e quando Beppe Grillo ha tentato il conteggio degli autisti e il calcolo dei costi annuali per le auto blu. Il premier Letta, intento a presentare i provvedimenti adottati nell’ambito della razionalizzazione della pubblica amministrazione, annuncia con orgoglio la sforbiciata alle auto blu decisa dal suo governo.



Il Consiglio dei Ministri, in seguito alla deliberazione del 26 agosto, ha approvato il decreto recante disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni, datato 31 agosto. Il primo articolo del decreto contiene la norma per la riduzione delle auto blu: al comma 2 si prevede che le pubbliche amministrazioni non possano effettuare “spese di ammontare superiore all’80 per cento del limite di spesa previsto per l’anno 2013 per l’acquisto, la manutenzione, il noleggio e l’esercizio di autovetture, nonché’ per l’acquisto di buoni taxi”. Sottolineiamo che l’effettivo impatto dei tagli potrà valutarsi solo a consuntivo, visto che si tratta di una sforbiciata al tetto di spesa.



E’ anche vero che questo taglio continua su una direzione già avviata in precedenza dal governo Monti con il decreto di revisione della spesa pubblica che prevedeva (art. 5, comma 2) che tutte le amministrazioni pubbliche (inclusa la Consob, e le società dalle stesse amministrazioni controllate) non potessero spendere in autovetture un ammontare superiore al 50 per cento della spesa sostenuta nell’anno 2011.



Non possiamo che riconoscere che Letta è impeccabile nell’evidenziare il virtuosismo del suo governo a tagliare il parco macchine della pubblica amministrazione di un ulteriore 20 per cento.