In occasione dell’evento sullo stato dell’Unione tenutosi all’Istituto Europeo di Firenze, Il presidente della Camera auspica un maggior monitoraggio del livello di protezione dei diritti fondamentali negli Stati membri, così come avviene già per i Paesi che si candidano ad aderire all’Unione Europea.



Vediamo prima di tutto come viene assicurato lo scrutinio per i Paesi candidati. L’articolo 49 del Trattato sull’Unione Europea stabilisce che il Paese richiedente l’ingresso nell’Unione, debba rispettare i principi su cui si fonda l’Ue, inclusi nell’articolo 2: la dignità umana, la libertà, la democrazia, l’uguaglianza, lo stato di diritto e il rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle minoranze. Lo stesso articolo, che rappresenta la base giuridica dell’adesione, prevede che il Paese richiedente presenti la candidatura al Consiglio, il quale, in seguito al parere della Commissione e del Parlamento, decide all’unanimità.



Successivamente, una volta che il Paese dimostri di aver soddisfatto una serie di criteri di adesione (criteri di Copenaghen), esso si vede riconosciuto lo status di candidato. Ottenuto tale status, iniziano le trattative d’adesione durante le quali il Paese candidato deve recepire la legislazione comunitaria in tutti i settori che formano l’acquis. Esso è diviso in 35 capitoli negoziali – il capitolo 23 copre il sistema giudiziario e i diritti fondamentali. Durante i negoziati di adesione, la Commissione effettua uno screening con cui valuta il grado di preparazione del Paese candidato, per poi monitorare i progressi fatti relativamente ai diversi capitoli. La Commissione fornisce anche una guida affinché il candidato soddisfi tutti i requisiti e il Consiglio approvi all’unanimità la chiusura dello step negoziale.



Dopo aver fornito un’utile panoramica sul processo che condiziona l’adesione all’Unione al rispetto dei diritti fondamentali, verifichiamo la seconda parte della dichiarazione della Boldrini: l’articolo 7 è lo strumento con cui l’Ue potrebbe sottoporre a scrutinio i propri membri? L’articolo 7 del Trattato sull’Unione Europea prevede la possibilità che, su proposta di un terzo degli Stati membri, del Parlamento Europeo o della Commissione Europea, il Consiglio può “constatare che esiste un evidente rischio di violazione grave da parte di uno Stato membro dei valori di cui all’articolo 2”. Lo stesso articolo indica anche che, qualora fosse constatato il rischio di violazione, il Consiglio, a maggioranza qualificata, può sospendere alcuni diritti spettanti allo Stato membro, compresi i diritti di voto in seno al Consiglio. Laura Boldrini si mostra preparata su processo di allargamento e diritto dell’Ue, “Vero”!