La mole di processi pendenti e delle leggi promulgate sono fattori frequentemente chiamati in causa nell’analisi dell’efficienza della giustizia. La dichiarazione di Grillo ci fornisce un’ottima opportunità per vedere come stanno veramente le cose in Italia.
Quanto ai processi ad oggi pendenti, le cose stanno anche peggio di quanto affermato dal leader del M5S. Una valutazione aggiornata è contenuta nella Relazione ministeriale sull’amministrazione della giustizia, ufficializzata in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2013: i dati fanno registrare, al 30 giugno 2012, 5.388.544 fascicoli aperti in materia civile (Allegato 1, a pag. 157). Consoliamoci, la Relazione segnala pur sempre una diminuzione del 4% rispetto ai fascicoli aperti un anno prima. In materia penale siamo di fronte ad un numero inferiore: il numero complessivo si ferma, per così dire, alla soglia di 3.429.395 procedimenti penali pendenti (Allegato 2, a pag. 162). Numero che, peraltro, segna un aumento del 2,2% rispetto all’anno precedente.
Un rapido calcolo permette di individuare, al giugno 2012, un numero totale di processi pendenti pari a 8.817.939 (a conferma dei numeri riportati dai quotidiani qualche settimana fa che parlavano di quasi 9 milioni di processi pendenti, come si vede, ad esempio, qui). I 3 milioni di processi menzionati da Grillo appaiono molto lontani dal numero totale che risulta dalle stime ministeriali. Tuttavia, non possiamo escludere che Grillo si stesse riferendo solo al numero di procedimenti pendenti in ambito penale, che certamente sono soliti rientrare con molta più frequenza nel dibattito politico pre-elettorale: in questo caso la stima di Grillo si colloca certamente nella giusta direzione e su questo punto ci sentiamo di attribuirgli un “C’eri quasi”.
Passiamo ora al numero di leggi in vigore. Grillo ne annovera 125mila. Notiamo che nel 1993, l’allora Ministro della Funzione pubblica commissionò uno studio su quanti fossero le leggi vigenti giungendo alla conclusione – si veda qui la nota a pag. 13 – che “in Italia, le stime oscillano tra le 100 e le 150 mila leggi”. Facendo un salto in avanti nel tempo, molti ricorderanno l’attività del ministro per la Semplificazione Normativa, Roberto Calderoli, incaricato di tagliare le leggi considerate inutili. In un memorabile articolo sul Corriere del 2010, si legge: “Oltre 375.000 tra leggi e regolamenti abrogati finiti al rogo. Letteralmente. Armato d’ascia, piccone e fiamma ossidrica il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli, ha dato fuoco ad un enorme muro di scatoloni costituito da tutte le norme abrogate dal lavoro del suo ministero. Poi, siccome ci trovavamo a Roma, in una caserma dei vigili del fuoco, alla fine sono intervenuti i pompieri che hanno spento le fiamme”.
Nota folcloristica a parte, maggiori dettagli su tale attività arrivano dalla Relazione sull’attuazione dell’art. 14, comma 12, della legge 28 novembre 2005, n. 246 (“taglialeggi”), redatta dall’Unità per la semplificazione e la qualità della regolazione. A pagina 44 si trova una tabella degli “atti normativi di rango legislativo” vigenti al 2007, ed erano 21.691, di cui circa 12mila leggi (il resto sono decreti legislativi, decreti presidenziali, regi decreti, ecc.). Dati ancora più aggiornati, disponibili sul sito della medesima unità, parlano di un primo taglio di 7mila leggi; di un secondo intervento nel 2008 che ha tagliato altre 29mila leggi e di un terzo taglio di 47.600 leggi. In totale – si legge – questi tre interventi di semplificazione hanno consentito di portare il totale complessivo delle leggi attualmente in vigore a poco più di 10mila. Dai dati ufficiali a disposizione il numero di leggi in vigore sembrerebbe dunque almeno dieci volte inferiore a quello affermato da Grillo. Ci viene anche il sospetto che il leader del M5S utilizzi questo numero con una certa disinvoltura: appena tre giorni dopo l’affermazione in esame, intervistato da Euronews Grillo ha dichiarato che nel Paese ci sono 350mila leggi (min. 9:34 del video). E ci sembra di poter escludere che ci sia stata un’improvvisa esplosione normativa...
Insomma, Grillo si mostra preciso sul numero dei processi penali pendenti (nonostante la generalizzazione) ma piuttosto confuso su quello delle leggi in vigore: Nì!