Come ci ha insegnato la corsa che ha portato all’elezione di Ignazio Marino a sindaco di Roma, la sicurezza è sempre più una tematica importante nei dibattiti politici delle grandi città.



Per quanto riguarda la situazione a Milano, ci rifacciamo al rapporto annuale che il procuratore di Milano, Luigi Savina, ha rilasciato a fine 2012. Effettivamente, nella Provincia del capoluogo lombardo, i dati registrano un calo del 7% nei reati denunciati – da un totale di 293.669 a 273.465. Il calo è ancora maggiore nel solo Comune di Milano, con un -8% (dai 152.026 reati denunciati nel 2011 ai 140.093 dell’anno scorso).



Un quadro apparentemente roseo, sembrerebbe, che però nasconde lati fortemente negativi. Gli omicidi, ad esempio, sono passati da 29 a 31 e le rapine in abitazione sono aumentate del 40% (da 188 a 263). In crescita anche i reati a danno di esercizi commerciali (+23%), e gli scippi (+15%).



Che vi sia una situazione di “emergenza” è meno verificabile, poiché manca una definizione comunemente accettata. Possiamo in ogni caso confrontare la realtà milanese con quella delle altre città italiane. Secondo uno studio che rapporta il totale dei reati commessi alla popolazione – elaborato da IlSole24Ore sui dati del ViminaleMilano risulta essere prima in classifica, con 8.400 reati ogni 100 mila abitanti, seguita da Rimini, Bologna, Torino, Roma, Genova e Firenze. Tuttavia, tra queste, Milano e Genova sono le uniche in cui si è registrato un miglioramento (rispettivamente del 2,3 e del 3,6%), a conferma di quanto detto da Pisapia.



Per quanto alcune tipologie di reato siano aumentate (e lo stesso sindaco inviti a non minimizzare i problemi), la tendenza generale – come ha osservato il sindaco – è quella di un calo nel numero dei reati: “Vero”.