Francesco Storace, candidato del centrodestra alle elezioni regionali in Lazio, suona la carica in conferenza stampa, ricordando i successi passati nel tentativo di galvanizzare le truppe. Vediamo se ricorda bene.


Nelle rocambolesche elezioni politiche del 2006, l’Unione guidata da Romano Prodi vinse con un margine ridottissimo: 19.002.598 voti contro 18.977.843, uno scarto di appena 24.755 voti. A onore di precisione, ricordiamo che questi dati si riferiscono alla sola Camera ed escludono i voti di Valle d’Aosta e della circoscrizione estera (che si possono trovare qui). L’affermazione resta comunque vera per due motivi: (1) perché in virtu’ dell’assegnazione del corposo premio di maggioranza nazionale alla coalizione che conquista anche un solo voto in piu’, è la Camera ad essere determinante; (2) perché per la Valle d’Aosta e per la circoscrizione estera valgono sistemi elettorali diversi (sono escluse dal conteggio per il premio di maggioranza).


In merito al risultato nel Lazio, Storace dice bene per quanto riguarda i risultati al Senato, dove la coalizione di centrodestra (con Storace capolista per Alleanza Nazionale, come giustamente osservato) prevalse di poco: 1.670.730 voti (50.25%) contro 1.632.984 (49.12%), una differenza di 37.746 voti che assicurò al centrodestra 15 dei 27 seggi in palio nella Regione. Alla Camera, invece, il centrosinistra conquistò complessivamente 5 seggi in più del centrodestra, vincendo nella più consistente circoscrizione Lazio 1, e perdendo di misura nella circoscrizione Lazio 2.


Riguardo alle elezioni regionali del 2000, Storace può giustamente rivendicare di aver vinto contro i pronostici. Come scriveva il Corriere della Sera all’indomani del voto, “nello staff del vincitore (deputato di An e presidente della Commissione Vigilanza sulla Rai) si è trattenuto il respiro di fronte alla possibilità di aver raggiunto un obbiettivo che solo un mese fa sembrava impossibile. Poi c’è stata la conferma. La figura del presidente uscente Badaloni, più conosciuta anche grazie alle sue apparizioni per lunghi anni alla Rai, marcava una popolarità molto superiore a quella di Storace, sul quale il leader Fini ha puntato tutte le sue carte convincendo a fatica Berlusconi e lo stesso Casini ad accettarne la candidatura”.


Complessivamente Storace dimostra di avere una buona memoria e fa il suo esordio su Pagella Politica con un “Vero”!