L’aria delle primarie del Partito Democratico comincia a farsi sentire, e uno dei contendenti, Giuseppe Civati, non poteva certo rimanere in silenzio. Oggetto della dichiarazione è la disaffezione nei confronti del voto: senza dubbio l’astensionismo è stato uno dei problemi della scorsa tornata elettorale (si legga questa analisi per maggiori informazioni al riguardo), ma avrà ragione Civati ad affermare che addirittura un terzo dell’elettorato democratico ha negato la sua fiducia, indirizzandola verso un altro partito non esprimendola affatto? Verifichiamo.
Rispetto alle elezioni politiche del 2008, in cui quasi 12 milioni e mezzo di italiani scelsero di votare il Pd, nel 2013 il Partito Democratico ha perso 3.530.959 voti. (sulla base dei dati forniti dal Ministero dell’Interno relativi alla Camera dei Deputati abbiamo sommato, per entrambi gli anni, i voti della circoscrizione Italia, compresa la Valle d’Aosta, a quelli provenienti dall’estero; potete trovare la sintesi dei nostri calcoli in questa cartella excel). Tradotto in percentuale significa il 28,3 percento di voti in meno; sarebbe quindi più corretto affermare che quasi un elettore democratico su quattro – non uno su tre – ha negato la sua fiducia al Pd, optando per altre preferenze o per l’astensionismo.
Una lieve imprecisione quella di Civati che gli costa la vetta del podio di Pagella Politica: “C’eri quasi”!