Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, fa notare un’apparente contraddizione: alle ultime europee, mentre il Premier italiano sarebbe stato il più votato in Europa, l’Italia sarebbe stato anche il Paese con il più alto numero di eurodeputati contrari all’euro. E’ davvero così?
In termini assoluti, come abbiamo già verificato, il Pd di Renzi è il partito che ha ricevuto il maggior numero di voti in Europa, seguito dalla Cdu della Cancelliera tedesca Merkel.
Se invece ragioniamo in termini percentuali, vediamo che il 40,8% dei voti ottenuti dal Pd non fa di Renzi il capo di governo più votato d’Europa. Tre premier possono vantare percentuali addirittura superiori:
- a Malta il partito laburista del premier Muscat ha ottenuto il 53,4% dei voti,
- in Ungheria la coalizione Fidesz-Kdnp del Premier conservatore Orbán ha raccolto il 51,5% dei voti,
- in Lettonia il partito di Unità (centrodestra) della Premier Straujuma si è aggiudicata il 46,2% dei consensi.
Veniamo alla seconda parte della dichiarazione (l’Italia è anche il Paese che manda al Parlamento europeo il più alto numero di anti euro). Ci scontriamo subito con qualche problema di definizione: quale partito possiamo considerare anti euro in Italia? Sicuramente la Lega Nord-Basta €uro che manda in Europa cinque deputati. Non invece l’Altra Europa con Tsipras (tre eurodeputati eletti), che pur promettendo di voler cambiare l’Europa si è espressa a favore della permanenza nella moneta unica. Il M5S, con 17 eurodeputati, aveva tra i punti del programma il referendum per la permanenza dell’euro. Come si spiega nel blog, “si rimane nell’euro e lo si difende oppure si rompe e si esce a seconda dell’interesse nazionale”. Nello stesso post si precisa che “Beppe Grillo, personalmente, ha espresso la sua opinione individuale di contrarietà a mantenere l’euro mentre Gianroberto Casaleggio ha manifestato una posizione maggiormente dubitativa”. La posizione del M5S non è dunque chiarissima. Se volessimo conteggiarli tra gli anti euro, il totale dell’Italia salirebbe a 22. Ciononostante, ci sono Paesi che mandano in Europa un numero anche maggiore di rappresentanti contrari alla moneta unica.
Il Front National di Marine Le Pen, primo partito in Francia alle europee, potrà contare su 24 deputati al Parlamento Europeo. E sull’euro non ha dubbi: la moneta unica è un “fallimento totale”, “un’aberrazione economica”, e “la Francia deve preparare la fine dell’esperienza infelice dell’euro”. Anche l’Ukip dell’indipendentista Nigel Farage (con cui il M5S ha deciso di allearsi) ha posizioni decisamente inequivocabili. Secondo Farage, che potrà contare su 24 eurodeputati, la zona euro è stato “un fallimento economico totale“.
Ci sono dunque Paesi che mandano in Europa un numero maggiore rispetto all’Italia di parlamentari in posizione decisamente contraria alla moneta unica, a meno di voler annoverare anche Forza Italia tra gli anti euro. Questa, tuttavia, appare come una forzatura: come scrive EU Observer, Berlusconi durante la campagna elettorale si è mostrato critico, ma non ha apertamente sposato la causa degli anti euro. Anzi, avrebbe detto “sì all’euro, ma solo sotto alcune condizioni ben definite”.
Ricapitolando: è vero che Renzi è stato il capo di governo più votato, ma solo in termini assoluti; in percentuale, tre premier di Paesi ben più piccoli dell’Italia hanno fatto meglio. Non è vero, invece, che l’Italia è il Paese che manda in Europa il numero più alto di anti euro. A ben analizzare i risultati elettorali, Brunetta porta a casa un “Nì”.