Da come è formulata la frase, e dal suo contesto, sembra che Fratoianni stia parlando dei vaccini contro la Covid-19.
Quella secondo cui l’India produrrebbe il 60 per cento dei vaccini del mondo
è un’affermazione ricorrente riferita però ai vaccini in generale, non soltanto a quelli contro la Covid-19, e diffusa già prima della pandemia. A dicembre 2020, quando le vaccinazioni dovevano ancora cominciare in quasi tutto il mondo, è stata ripetuta anche da rappresentanti dell’industria farmaceutica indiana.
L’India è in effetti un’importante produttrice di vaccini a livello globale, ma la percentuale del 60 per cento è quasi certamente un’esagerazione, come
ha scritto ad aprile il sito di informazione indiano
The Wire. La percentuale fa comunque qua e là la sua comparsa: secondo un articolo del 2017 dell’
International Market Analysis Research and Consulting group, società che si occupa di analisi di mercato, l’India
produce il 60 per cento dei vaccini forniti all’Unicef, che opera soprattutto nei Paesi cosiddetti sottosviluppati o in via di sviluppo. Secondo la rivista scientifica
Nature il 60 per cento
sarebbe appunto da riferire alla sola produzione di vaccini per i Paesi in via di sviluppo. In ogni caso, non il 60 per cento dei vaccini in generale, anche se questa cifra
viene ripresa spesso anche su fonti attendibili.
Ma, al di là di questo, se guardiamo alla produzione di vaccini contro la Covid-19 si vede come l’India sia molto lontana dalla percentuale citata da Fratoianni.
Abbiamo ottenuto i dati sulla produzione globale di vaccini da
Airfinity – società di analisi scientifica basata a Londra che fornisce consulenza a governi, aziende farmaceutiche, investitori e mezzi di informazione e che fonda le sue stime sulla base dei dati pubblicamente consultabili – aggiornati al 12 maggio. Per quanto i dati possano essere cambiati nella settimana successiva alla dichiarazione di Fratoianni del 4 maggio, possiamo ritenere che le quote dei vari Paesi siano rimaste sostanzialmente simili (Grafico 1).