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Calenda esagera: contro Salvini ha perso 3 a 1 alle europee

| 21 aprile 2021
La dichiarazione
«[Alle europee] io ho battuto Salvini in molti capoluoghi di provincia» (min. 1:17:39)
Fonte: Tagadà – La7 | 19 aprile 2021
Ansa
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Verdetto sintetico
Pinocchio andante
Il 19 aprile, ospite a Tagadà su La7, il leader di Azione Carlo Calenda ha rivendicato (min. 1:17:39) alcuni dei suoi risultati ottenuti alle elezioni europee di maggio 2019, quando si era candidato con il Partito democratico nella circoscrizione Nord-orientale (Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna) prendendo oltre 276 mila preferenze.

In particolare, il futuro candidato sindaco di Roma ha detto di aver sconfitto «in molti capoluoghi di provincia» il leader della Lega Matteo Salvini, che – ricordiamo – aveva preso oltre 551 mila preferenze nella circoscrizione Nord-orientale (rinunciando poi al seggio in quanto era ministro e senatore, incarichi incompatibili con quello da eurodeputato).

Se si prendono in considerazione le sole città capoluogo di provincia, qual è stato il risultato della sfida tra Salvini e Calenda? La vittoria è andata al segretario della Lega in 17 città, mentre in 6 ha prevalso il leader di Azione, che oggi dunque esagera nel rivendicare i suoi successi di due anni fa contro Salvini. Fosse stata una partita di calcio, Calenda avrebbe perso 3 a 1. Vediamo i numeri nel dettaglio.

I dati sulle europee 2019

La circoscrizione Nord-orientale alle elezioni europee raggruppa le due province autonome di Bolzano e Trento e tre regioni: Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna. In tutto le città capoluogo di provincia sono 23, contando separatamente Forlì e Cesena, che formano un’unica provincia.

Il 26 maggio 2019 Calenda ha superato Salvini come numero di preferenze (qui gli open data scaricabili) solo in sei città capoluogo: Trento, Rovigo, Padova, Bologna, Modena e Reggio Emilia (Grafico 1).
Grafico 1. Le preferenze di Calenda e Salvini nei capoluoghi di provincia – Fonte: Ministero dell’Interno
Grafico 1. Le preferenze di Calenda e Salvini nei capoluoghi di provincia – Fonte: Ministero dell’Interno
All’epoca i sei capoluoghi di provincia in cui Calenda ha prevalso su Salvini erano governati da primi cittadini del Partito democratico, fatta eccezione per Rovigo. Quest’ultima era stata commissariata a febbraio 2019 dopo la caduta della giunta leghista di Marco Bergamin; due mesi dopo è stato eletto sindaco Edoardo Gaffeo, candidato indipendente ma sostenuto dal centrosinistra, tra cui il Pd.

A Trento il sindaco era Alessandro Andreatta (Pd), al secondo mandato; a Padova Sergio Giordani (Pd), eletto nel 2017; a Bologna Virginio Merola (Pd), al secondo mandato; a Modena Gian Carlo Muzzarelli (Pd), eletto al secondo mandato proprio a maggio 2019; e a Reggio Emilia Luca Vecchi (Pd), eletto a giugno 2019 al secondo mandato. A parte Padova, si tratta di città storicamente di centrosinistra.

Nel complesso Salvini ha preso quasi 125 mila preferenze nella circoscrizione Nord-orientale, mentre Calenda circa 109 mila. Come abbiamo verificato in passato, la circoscrizione Nord-orientale era stata l’unica dove il Pd era cresciuto alle europee 2019 rispetto a quelle di cinque anni prima.

Il verdetto

Ospite su La7, il leader di Azione Carlo Calenda ha dichiarato di aver battuto Matteo Salvini «in molti capoluoghi di provincia» alle elezioni europee del 26 maggio 2019. I numeri dicono che il candidato sindaco di Roma esagera, anche se naturalmente il termine “molti” si presta a un margine di incertezza.

Alle europee Calenda ha preso più preferenze di Salvini in sei capoluoghi di provincia su 23 nella circoscrizione Nord-orientale. Tutte queste città all’epoca (tranne Rovigo commissariata, poi finita al Pd) erano governate dal centrosinistra, in particolare da primi cittadini del Partito democratico, il partito con cui Calenda era candidato per l’Europarlamento.

In conclusione, Calenda si merita un “Pinocchio andante”.

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