Il 7 aprile Giorgia Meloni ha scritto su Twitter che nel primo trimestre del 2021 «gli sbarchi sono triplicati rispetto a un anno fa», passando da 2.828 a 8.465.
La leader di Fratelli d’Italia cita dati corretti. Inoltre, come vedremo, se si restringe il confronto alle settimane in cui è stato in carica il governo Draghi, rispetto allo stesso periodo in cui era al governo Conte, l’aumento degli sbarchi arriva al 500 per cento circa (il sestuplo). Ad ogni modo, in confronto al periodo di massimo aumento della pressione migratoria negli anni recenti (2014-2017) si tratta di numeri relativamente piccoli.
Andiamo a vedere i dettagli.
I dati del Viminale
Meloni cita alla lettera i dati contenuti nel cruscotto statistico giornaliero del Ministero dell’Interno del 6 aprile 2021, secondo cui a quella data erano sbarcati in Italia da inizio anno 8.465 migranti, contro i 2.828 dello stesso periodo del 2020. Quasi esattamente il triplo. In realtà al momento della sua dichiarazione erano disponibili anche i dati relativi al 7 aprile, non molto diversi.
Al netto di questo dettaglio, Meloni cita dei dati corretti anche se, per amor di precisione, possiamo notare come siano riferiti alla situazione al 6 aprile e non al 31 marzo (che sarebbe, più precisamente, la fine del primo trimestre).
Guardando i dati di fine marzo resta il forte aumento nel 2021 rispetto al 2020 ma non si arriva alla triplicazione degli arrivi via mare di migranti: i 6.997 sbarchi dell’anno in corso sono infatti circa due volte e mezzo i 2.794 sbarchi dell’anno passato.
Il confronto tra governi Draghi e governo Conte II
Il governo Draghi, sostenuto – tra i partiti maggiori – da Lega, Forza Italia, Pd e M5s, è in carica dal 13 febbraio 2021. Se confrontiamo i dati sugli sbarchi avvenuti da quella data al 6 aprile, con lo stesso periodo del 2020, quando era in carica il governo Conte II – sostenuto da Pd, M5s, Italia Viva e Leu – l’aumento è ancora superiore a quello appena visto.
Dal 13 febbraio al 6 aprile 2020 erano infatti sbarcati 1.051 migranti, mentre nello stesso periodo del 2021 ne sono sbarcati 6.126, quasi sei volte tanto.
In ogni caso bisogna dire che questi numeri, pure in aumento nel 2021 rispetto al 2020 e nel 2020 rispetto al 2019, sono relativamente piccoli se confrontati con quelli del periodo 2014-2017, quando il flusso migratorio dalle coste africane verso l’Italia raggiunse i massimi storici, superando spesso i 20 mila arrivi in un singolo mese.
Attribuire le variazioni negli sbarchi a questo o quel governo, come spesso fanno le opposizioni di turno, è comunque un’operazione poco utile. La dinamica degli arrivi via mare dipende infatti da una molteplicità di fattori, su diversi dei quali gli esecutivi italiani hanno un controllo solo parziale. La scelta dal maggior impatto degli ultimi anni, e che dispiega ancora oggi i suoi effetti, è l’accordo (molto criticato) siglato nel 2017 dall’allora ministro degli Interni Marco Minniti (Pd) con alcune fazioni libiche per bloccare le partenze dei migranti dal Paese.
Il verdetto
Il 7 aprile Giorgia Meloni ha sostenuto che nei primi tre mesi del 2021 «gli sbarchi sono triplicati rispetto a un anno fa», passando da 2.828 a 8.465.
I numeri sono corretti e provengono dal cruscotto statistico del Viminale del 6 aprile. L’aumento è peraltro ancora maggiore se si confrontano le settimane in cui è stato in carica il governo Draghi rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso quando era in carica il governo Conte II. In ogni caso si tratta di numeri relativamente piccoli rispetto a quelli del periodo dell’emergenza migratoria (2014-2017).
Per Meloni comunque un “Vero”.
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25 novembre 2024
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