L’11 marzo, in un’intervista con La Stampa, il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri si è augurato che il vaccino russo Sputnik e quelli cinesi siano autorizzati il «prima possibile».

Secondo Sileri, i risultati del vaccino prodotto in Russia «sono in linea con gli altri che abbiamo a disposizione» sui vaccini autorizzati in Europa e in Italia, ossia quelli di Pfizer-BioNTech, Moderna e Astrazeneca-Università di Oxford, e dall’11 marzo anche Johnson & Johnson. «Lo stesso discorso – ha aggiunto Sileri – vale anche per i vaccini prodotti in Cina».

A partire da un approfondimento pubblicato pochi giorni fa dai nostri colleghi di Facta, abbiamo verificato se Sileri dica una cosa corretta o meno. Il verdetto: in base ai dati che si hanno a disposizione a livello internazionale, il sottosegretario è troppo generoso con i vaccini cinesi e con quello russo. Vediamo nel dettaglio il perché.

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Quanto è efficace lo Sputnik

Lo Sputnik V è un vaccino sviluppato dall’istituto pubblico russo Gamaleya ed è stato approvato in Russia già ad agosto 2020, non senza polemiche per l’assenza all’epoca di studi clinici che ne certificavano l’efficacia. Ad oggi come siamo a messi a ricerche internazionali su questo aspetto?

A febbraio 2021 la prestigiosa rivista scientifica The Lancet ha pubblicato i risultati sulla fase 3 – quella precedente alla commercializzazione – degli studi clinici dello Sputnik. I dati sembrano essere molto incoraggianti, con un’efficacia del vaccino tra il 91 e il 92 per cento, di poco inferiore, per esempio, a quella dei vaccini di Pfizer-BioNTech e Moderna. Anche gli effetti collaterali sembrano essere analoghi a quelli dei vaccini già autorizzati in Europa.

C’è però chi continua a invitare alla cautela, come Nicola Magrini, direttore dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Il 28 febbraio scorso, in un’intervista con il Corriere della Sera, Magrini ha infatti detto che, nonostante i risultati positivi sull’efficacia dello Sputnik pubblicati da The Lancet, è mancata «la trasparenza di accesso ai dati».

Va comunque sottolineato che il dibattito sulla trasparenza dei dati per l’approvazione dei vaccini ha coinvolto anche gli altri candidati approvati fino ad oggi in Europa, ed è una questione di lunga data all’interno del dibattito medico. Ma per quanto riguarda lo Sputnik, potrebbero esserci dei problemi in più. Alcuni ricercatori hanno infatti evidenziato potenziali errori nei dati pubblicati su The Lancet – alcuni evidenziati anche dalla rivista scientifica – rendendo meno solidi i risultati descritti sull’efficacia.

In ogni caso, il 4 marzo l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha annunciato di aver avviato la propria valutazione, per capire se lo Sputnik rispetta i criteri di efficacia, sicurezza e qualità imposti dall’Ue. Nel mentre alcuni Paesi europei – come Ungheria, Slovacchia e San Marino – hanno acquistato dosi del vaccino russo, creando un po’ di scompiglio a livello diplomatico.

Come sono messi i vaccini cinesi

Per quanto riguarda la Cina, come hanno ricostruito i nostri colleghi di Facta, al momento abbiamo a che fare con tre vaccini: il BBIBP-CorV di Sinopharm, il CoronaVac di Sinovac e l’Ad5-nCoV di Cansino. Anche in questo caso, la scarsa trasparenza sui dati sembra essere il minimo comune denominatore.

Sul vaccino prodotto da Sinopharm abbiamo risultati incoraggianti sulle fasi 1 e 2 degli studi clinici, ma ancora nulla di ufficiale, a livello di comunità scientifica internazionale, per quanto riguarda la fase 3. Fuori dalla Cina, il vaccino è stato acquistato da Paesi arabi come Bahrain ed Emirati Arabi, mentre in Europa l’Ema non ha ancora iniziato nessun processo di autorizzazione. Nonostante questo, dosi di BBIBP-CorV sono state acquistate dall’Ungheria (dove è stato vaccinato il primo ministro Viktor Orbán) e dalla Serbia.

Maggiore confusione e ancora nulla di pubblicato ufficialmente ci sono per il vaccino prodotto da Sinovac. Per ora circolano dati incoraggianti, ma pubblicati dalla casa farmaceutica cinese, quindi da prendere con molta cautela. Tra i vari Paesi che hanno autorizzato il CoronaVac c’è la Turchia, dove è stato vaccinato il presidente Tayyip Erdoğan. A febbraio scorso l’Ema ha annunciato di essere in contatto con Sinovac, dicendo però che il processo di autorizzazione – all’11 marzo non ancora iniziato – è alcuni passi indietro rispetto a quello dello Sputnik.

Infine, il vaccino prodotto da Cansino è stato il primo a essere somministrato agli esseri umani, a giugno 2020, al di fuori degli studi clinici. Ad oggi non si hanno dati revisionati dalla comunità scientifica internazionale per quanto riguarda la fase 3, anche se diversi Paesi, come Messico e Pakistan, hanno già approvato l’Ad5-nCoV. In questo caso non si hanno notizie di contatti tra Cansino e l’Ema.

Ricordiamo poi che nessuno dei tre vaccini cinesi è stato per il momento autorizzato né dalla Food and drug administration (Fda) statunitense né dalla Medicines and healthcare products regulatory agency (Mhra) britannica.

Il verdetto

Secondo Pierpaolo Sileri (M5s), i risultati sull’efficacia del vaccino russo Sputnik «sono in linea» con quelli che abbiamo a disposizione per i vaccini attualmente autorizzati nell’Ue, e «lo stesso discorso vale anche per i vaccini cinesi». In base alle evidenze che sono a disposizione a livello internazionale, il sottosegretario alla Salute sembra essere un po’ troppo generoso verso il vaccino russo e quelli cinesi.

Il 4 marzo scorso l’Ema ha iniziato il suo percorso di valutazione dello Sputnik, dopo che a febbraio su The Lancet sono stati pubblicati risultati incoraggianti (ma contestati da alcuni scienziati) sull’efficacia, simili a quella dei vaccini Pfizer-BioNTech e Moderna. Resta però ancora parecchia cautela sulla trasparenza dei dati, vista l’opacità mostrata negli scorsi mesi verso la comunità scientifica internazionale.

Più indietro è invece il possibile percorso di autorizzazione dei tre vaccini cinesi. Qui la mancanza di dati solidi a livello internazionale è maggiore di quella presente per lo Sputnik, perché i dati sull’efficacia dei vaccini sono per lo più stati comunicati dalle case farmaceutiche cinesi coinvolte nella produzione delle dosi. Alcuni Paesi hanno autorizzato e stanno utilizzando i vaccini cinesi, ma al momento non ci sono date fissate per l’inizio dell’autorizzazione nell’Ue.

In conclusione, visto l’eccessivo ottimismo dimostrato, Sileri si merita un “Pinocchio andante”.