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Calenda ha (quasi) ragione: i romani valutano sempre peggio la qualità della vita nella Capitale

| 05 novembre 2020
La dichiarazione
«Eppure tutti gli indicatori di qualità dei servizi e benessere economico [di Roma] sono crollati in questi anni»
Fonte: Twitter | 27 ottobre 2020
Ansa
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Verdetto sintetico
C'eri quasi
Il 27 ottobre, il leader di Azione Carlo Calenda ha criticato su Twitter la sindaca di Roma Virginia Raggi sostenendo che «tutti gli indicatori di qualità dei servizi e benessere economico» della Capitale siano crollati in questi anni.

Già il 23 ottobre Calenda – che si candiderà alle Comunali romane del prossimo anno – aveva detto (min. 1:03:50) a Piazzapulita su La7 che, secondo la valutazione dei cittadini, Roma sarebbe la capitale europea che più è peggiorata negli ultimi cinque anni, fra le capitali europee. È possibile che la dichiarazione su Twitter fosse una versione semplificata di questa affermazione più articolata.

Si tratta tuttavia di sfumature diverse: da una parte, si parla di un peggioramento dei servizi e della condizione economica degli abitanti, dall’altra si esprime il punto di vista dei romani. Calenda ha certamente ragione su quest’ultimo aspetto, ma fa una semplificazione eccessiva quando parla degli indicatori sulla qualità della vita.

Per verificarlo, confronteremo tre diversi rapporti.

Il rapporto della Commissione europea

Il 13 ottobre 2020, la Commissione europea ha pubblicato il “Rapporto sulla qualità della vita nella città europee”. Lo studio ha analizzato 83 città europee di medie e grandi dimensioni, utilizzando per ognuna un campione di 700 abitanti, per un totale di 58.100 interviste condotto da giugno a settembre 2019.

Il primo capitolo è dedicato proprio alla soddisfazione dei cittadini rispetto al luogo in cui vivono e alla percezione di come questo sia cambiato negli ultimi cinque anni, dal 2015 al 2019. Lo stesso periodo a cui si riferisce Carlo Calenda. Virginia Raggi è stata sindaca per la maggior parte di quel periodo, visto che ha iniziato il proprio mandato come sindaca della Capitale a giugno 2016.

Nella prima classifica, Roma compare fra le dieci città in cui la soddisfazione di chi ci vive è più bassa: al 75 per cento, ventitré punti in meno dalle prime classificate, Copenhagen e Stoccolma, dove la percentuale raggiunge il 98 per cento. Non è l’unica città italiana in fondo alla lista. Con punteggi più bassi di quello romano, troviamo anche Napoli (70 per cento) e Palermo (64 per cento), la penultima sulle 83 città del sondaggio, solo di un punto sopra Belgrado (63 per cento di soddisfazione).

Seppure il 75 per cento del campione romano si sia detto soddisfatto della propria città, solo il 5 per cento ritiene che la qualità della propria vita nella capitale sia migliorata negli ultimi cinque anni (Tabella 1). Da questo punto di vista, Roma risulta fra le capitali europee in cui la più alta percentuale di cittadini, il 72 per cento degli intervistati, ha percepito un peggioramento dal 2015 al 2019. Il 23 per cento ritiene che non ci siano stati cambiamenti e, come abbiamo visto, solo il 5 per cento sostiene ci siano stati dei miglioramenti.

A questi dati fa probabilmente riferimento Calenda quando dice che Roma è la capitale europea «che è peggiorata di più» negli ultimi cinque anni, secondo la valutazione dei cittadini. Anche se sarebbe più corretto dire che sia la città in cui la più bassa percentuale di cittadini vede un miglioramento (Tabella 1).
Tabella 1. Percentuali di cittadini che vedono un miglioramento nella qualità della vita della propria città rispetto a cinque anni fa - Fonte: Rapporto sulla qualità della vita nelle città europee
Tabella 1. Percentuali di cittadini che vedono un miglioramento nella qualità della vita della propria città rispetto a cinque anni fa - Fonte: Rapporto sulla qualità della vita nelle città europee
Questo non è tuttavia l’unico rapporto che esprime l’insoddisfazione dei cittadini romani nei confronti della loro città.

Il rapporto di Roma Capitale

Ogni anno, anche l’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali, un organo istituito dal Comune di Roma nel 2002, pubblica un rapporto sulla soddisfazione dei propri residenti. Il rapporto 2019, basato su un campione di 5.760 abitanti dai 15 anni in su, riporta dati ancor più negativi di quelli delineati dalla Commissione europea. Il voto medio attribuito alla qualità della vita nella Capitale nel 2019 è 5,30 su 10, al di sotto della sufficienza.

Si tratta di una valutazione in linea con gli ultimi anni, in cui il punteggio è stato sempre di poca sopra a 5, toccando il proprio valore più basso (5,1) nel 2016, anno rispetto al quale Virginia Raggi – appena insediata – non aveva alcuna responsabilità politica.

Allo stesso tempo, osservando il grafico 1 sull’andamento del voto medio sui servizi pubblici a Roma, si nota per ogni settore un visibile peggioramento della soddisfazione dei cittadini. Dal 2016 al 2019 tutti i servizi – cultura e tempo libero, servizi sociali, taxi, illuminazione, cimiteri, soste a pagamento, trasporto pubblico e igiene della città – registrano una flessione nella percezione dei cittadini. In particolare i servizi di igiene urbana, la raccolta dei rifiuti e la pulizia delle strade, toccano il punto più basso, con un voto medio di 2,8 su 10. Gli unici al di sopra della sufficienza sono il servizio idrico e il settore cultura/intrattenimento.
Grafico 1. Voto medio sui servizi pubblici a Roma (2007/2019) - Fonte: Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali
Grafico 1. Voto medio sui servizi pubblici a Roma (2007/2019) - Fonte: Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali

Anche questo, come abbiamo visto, è un sondaggio sulla percezione dei residenti della Capitale. Vediamo ora un’ultima classifica, stilata ogni anno da Il Sole 24 ore sulla base di indicatori che prescindono dalle valutazioni dei cittadini.


La classifica del Sole 24 ore

Il quotidiano di Confindustria pubblica ogni anno una classifica sulla qualità della vita nelle province italiane, quindi con uno sguardo più ampio, che non si limita alla città. L’indagine considera sette macro-aree: “Ricchezza e consumi”, “Ambiente e servizi”, “Giustizia e sicurezza”, “Affari e lavoro”, “Demografia e società”, “Cultura e tempo libero”.

A ognuna di queste viene assegnato un punteggio, utilizzando 90 indicatori (prima del 2019 erano 42), che il giornale definisce «certificati, rilasciati da fonti ufficiali e istituti di ricerca, quasi sempre relativi all’anno precedente».

Ad esempio, la sezione “Giustizia e sicurezza” elabora i dati del dipartimento di Sicurezza del ministero dell’Interno sul numero di rapine, estorsioni, truffe e così via. La parte dedicata a “Ricchezza e consumi” considera invece il Pil per abitante, l’importo medio delle pensioni di vecchiaia, la rata media dei mutui mensile e tutta una serie di altre voci economiche o relative ai servizi bancari, sulla base di numeri forniti dall’Inps, dall’Associazione bancaria italiana, dall’azienda di consulenza Prometeia e altri istituti di ricerca. Si tratta, in sintesi, di un tentativo di mettere insieme dati quantitativi e qualitativi sulla base di criteri – per quanto possibile – oggettivi, al di là dell’opinione che i residenti hanno della città.

Nel 2019, sulle 107 province italiane, quella di Roma risultava 18esima. Visto che la critica di Calenda è rivolta a Virginia Raggi, prendiamo di nuovo il 2016 – l’inizio del suo mandato – come termine di paragone. Rispetto a quattro anni fa, Roma ha perso cinque posizioni nella classifica della qualità della vita. Nel 2016 era infatti 13esima.

Andando a guardare nel dettaglio la pagina interattiva dedicata alla Capitale e alla provincia circostante, possiamo anche confrontare l’andamento nel tempo in relazione a ogni macro-area. Su “Ricchezza e consumi”, Roma era al 10° posto nel 2016, al 40° nel 2019. Nell’ambito “Ambiente e servizi” è passata dal 15° nel 2016 al 19° posto nel 2019. Per “Cultura e tempo libero” la città era al primo posto nel 2016 ed è scesa al settimo nel 2019. Nella sezione “Giustizia e sicurezza”, si vede una lieve risalita dal 109° al 105° posto. Ci sono anche dei miglioramenti, però: nel settore “Demografia e società” (speranze di vita alla nascita, mortalità, numero medio di anni di studio della popolazione, ecc.) la città è passata dal 97° posto nel 2016 al 17° nel 2019. Un salto vistoso si è registrato anche nell’area “Affari e lavoro”, in cui Roma è passata dal 32° posto nel 2016 al 7° nel 2019.

Nel complesso, la classifica, come abbiamo visto, segnala un calo generale della qualità della vita nella Capitale e nella provincia circostante, ma non per tutti gli indicatori. Se si considera l’analisi del Sole 24 Ore, Calenda è quindi approssimativo quando dice che «tutti gli indicatori di qualità dei servizi e benessere economico» sono crollati negli ultimi anni.

Il verdetto

Carlo Calenda, leader di Azione, ha criticato la sindaca di Roma Virginia Raggi sostenendo che «tutti gli indicatori di qualità dei servizi e benessere economico» della Capitale siano crollati in questi anni.

È senz’altro complicato valutare il peggioramento del benessere economico e della qualità della vita da un punto di vista oggettivo. Il Sole 24 ore prova a farlo ogni anno con una classifica costruita sulla base di 90 indicatori. Se si considera l’analisi del quotidiano economico, la Capitale è passata dal 13esimo posto nel 2016 al 18esimo nel 2019. Il peggioramento non vale tuttavia per tutti gli indicatori, alcuni dei quali hanno segnalato un miglioramento negli ultimi quattro anni.

Probabilmente, però, il leader di Azione si riferiva al punto di vista dei cittadini. Pochi giorni prima, infatti, Calenda aveva specificato che, secondo la valutazione dei cittadini, Roma sarebbe la capitale europea che più è peggiorata negli ultimi cinque anni, fra le capitali europee.

Su questo, Calenda riporta un’informazione corretta, confermata da due differenti analisi. Secondo il “Rapporto sulla qualità della vita nella città europee” della Commissione europea, stilato sulla base di Roma risulta la capitale europea in cui la più alta percentuale di cittadini, il 95 per cento degli intervistati, ha percepito un peggioramento negli ultimi cinque anni.

Anche l’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali del comune di Roma nel rapporto 2019, basato su un campione di 5.760 abitanti dai 15 anni in su, registra dati negativi sulla soddisfazione dei cittadini: dal 2016, l’anno in cui si è Virginia Raggi è diventata sindaca, al 2019 tutti i servizi – cultura e tempo libero, servizi sociali, taxi, illuminazione, cimiteri, soste a pagamento, trasporto pubblico e igiene della città – hanno registrato una flessione nella percezione di chi vive nella Capitale. In particolare i servizi di igiene urbana, la raccolta dei rifiuti e la pulizia delle strade, toccano il punto più basso, con un voto medio di 2,8 su 10. Gli unici al di sopra della sufficienza sono il servizio idrico e il settore cultura/intrattenimento.

Nel complesso, Calenda merita quindi un “C’eri quasi”.

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