Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca (Pd), ospite a Porta a Porta su Rai 1 il 30 settembre, ha sostenuto (min. 31.30) che la sua regione sia quella che riceve meno dal Fondo sanitario nazionale nazionale (Fsn), la principale fonte di finanziamento del Servizio sanitario nazionale (Ssn). Secondo De Luca, infatti, nel riparto delle risorse del Fsn «si applica solo un criterio, quello dell’età anagrafica della popolazione» e quella campana è la popolazione più giovane.
Abbiamo verificato e l’affermazione del presidente della Regione Campania è sostanzialmente corretta.
Il riparto del Fondo sanitario nazionale
Il 13 marzo scorso le Regioni italiane hanno trovato un accordo sulla ripartizione del Fsn per quest’anno. Il totale delle risorse suddivise tra le regioni ammonta a circa 113,4 miliardi di euro (il totale del finanziamento al Servizio sanitario nazionale è di poco superiore ai 116 miliardi, in aumento rispetto al 2019).
Alla Regione Campania sono stati destinati 10,6 miliardi di euro abbondanti, uno degli stanziamenti più consistenti in valore assoluto, dietro a quelli per Lombardia e Lazio. Tuttavia se dividiamo lo stanziamento per il numero di abitanti residenti nella regione – abbiamo riassunto i dati in questa tabella – è vero che quel che risulta per la Campania sia il numero più basso: 1.837 euro pro capite (il dato medio nazionale, calcolato dividendo il Fsn per la popolazione italiana, sarebbe di 1.882 euro circa).
Il secondo dato più basso, tra le regioni a statuto ordinario, è della Lombardia, con 1.863 euro pro capite. Per le regioni a statuto speciale la cifra indicata nel riparto delle risorse ha un carattere invece solo indicativo, in quanto queste Regioni provvedono autonomamente all’integrale finanziamento del Servizio sanitario nei propri territori.
Ma sulla base di quali criteri vengono suddivise le risorse del Fsn?
Il criterio dell’età
Un recente parere del Garante per la protezione dei dati personali, del 5 marzo 2020, ha confermato anche che, al di là dei tecnicismi contenuti nei testi di legge, è vero che il principale criterio per la ripartizione delle risorse del Fsn sia l’età della popolazione.
Qui infatti si legge testualmente che il Ministero della Salute, nella richiesta di un parere del Garante su una proposta che delinei dei criteri diversi rispetto a quelli attualmente in vigore, «evidenzia la volontà di superare l’attuale modalità di valutazione dei criteri, basata, sino ad oggi, quasi esclusivamente sulle classi di età e, quindi, senza tenere in considerazione “alcun ulteriore indicatore, in grado di misurare l’effettivo bisogno di salute”».
Dunque lo stesso Ministero della Salute conferma che quello dell’età è praticamente l’unico criterio che viene preso in considerazione per ripartire le risorse del Fsn tra le regioni.
Campania, la regione “più giovane”
È infine vero che la Campania sia la regione con l’età media più bassa in Italia. Secondo i dati Istat, qui nel 2020 l’età media è di 43 anni. Il dato più basso dietro a quello di Trentino-Alto Adige (44 anni), Sicilia (44,4 anni) e Calabria (44,8 anni). Il dato più alto è quello della Liguria, con 49,2 anni.
La Liguria è poi la regione che riceve, pro capite, più risorse dal Fsn (2.023 euro) a ulteriore conferma di quanto sostenuto da De Luca.
Il verdetto
Secondo Vincenzo De Luca, la Campania è la regione che riceve meno risorse dal Fondo sanitario nazionale. Questo perché si applica unicamente il criterio dell’età anagrafica per ripartire le risorse del Fsn e la Campania ha la popolazione più giovane d’Italia.
L’affermazione è sostanzialmente corretta: la Campania nel 2020 ha ottenuto dal Fsn la cifra pro capite più bassa. Lo stesso Ministero della Salute ha confermato poi, in una recente richiesta di parere al Garante per la protezione dei dati personali, che il riparto delle risorse si basa «quasi esclusivamente» sulle classi di età. Infine è vero che la Campania, con il dato di 43 anni, abbia l’età media più bassa d’Italia.
In conclusione, De Luca si merita un “Vero”.
«Le agenzie di rating per la prima volta, due agenzie di rating, per la prima volta hanno rivisto in positivo le stime sull’Italia. Dal 1989 questa cosa è accaduta tre volte in Italia»
30 ottobre 2024
Fonte:
Porta a Porta – Rai 1