Il 23 febbraio, l’ex sottosegretario alle Infrastrutture Michele Dell’Orco (M5s) ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un post – poi rimosso – in cui citava alcuni dati sulla mortalità dell’influenza stagionale, presi da Epicentro (il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica a cura dell’Istituto superiore di sanità).

Ma tra il post di Dell’Orco e quanto scritto sul sito dell’Iss c’è una significativa discrepanza.

«Le statistiche dell’Iss: la scorsa settimana in Italia i morti per una normale influenza sono stati 217», ha scritto Dell’Orco su Fb.

«Durante la sesta settimana del 2020 la mortalità (totale) è stata lievemente inferiore al dato atteso, con una media giornaliera di 217 decessi rispetto ai 238 attesi», si legge invece nello screenshot di Epicentro pubblicato da Dell’Orco (qui il link alla pagina del portale [1]).

Che cosa significano dunque questi dati? Che mediamente ogni giorno muoiono più di 200 persone per l’influenza, come sembra lasciare intendere la frase a una prima lettura? O che ne muoiono in media oltre 200 alla settimana, come dice Dell’Orco? La risposta è “no” in entrambi i casi. Ma facciamo un po’ di chiarezza.

Che cosa dice davvero l’Iss

Come spiega Epicentro nella sezione dedicata alla “Mortalità” del suo rapporto online sulla sorveglianza integrata dell’influenza, i numeri citati da Dell’Orco provengono dal Sistema di sorveglianza mortalità giornaliera (Sismg) e fanno riferimento alla mortalità totale, e non solo quella legata all’influenza, in un campione ristretto di città e di popolazione.

Ma che cos’è questo Sistema di sorveglianza?

Il Sismg, spiega l’Iss, «è attivo tutto l’anno in 34 città italiane e permette di identificare in maniera tempestiva eventuali variazioni della mortalità attribuibili a diversi fattori (epidemie, esposizioni ambientali, socio-demografici) che modificano i valori giornalieri o il trend stagionale».

Su 19 delle 34 città che compongono il campione statistico (Aosta, Bolzano, Trento, Torino, Milano, Brescia, Verona, Venezia, Trieste, Bologna, Genova, Perugia, Civitavecchia, Roma, Frosinone, Bari, Potenza, Messina, Palermo), prosegue l’Iss, «vengono riportati i dati di mortalità, aggregati per settimana, per i soggetti di età maggiore o uguale ai 65 anni di età residenti e deceduti», per qualsiasi causa dunque, non solo per influenza.

Il valore atteso (baseline) viene poi definito «come media giornaliera settimanale sui dati di serie storica (5 anni precedenti) e pesato per la popolazione residente (dati Istat) per tener conto dell’incremento della popolazione anziana negli anni più recenti».

In sostanza, i dati citati da Dell’Orco, relativi alla sesta settimana del 2020, non dicono né che ci sono stati in media 217 morti al giorno a causa dell’influenza stagionale né ogni sette giorni. Il numero «217» fa riferimento alla media dei morti giornalieri nella popolazione residente over-65 – per qualsiasi causa, influenza o no – nelle 19 città campione del Sismg. Questo numero è paragonato con la media giornaliera dei morti degli anni precedenti, il “valore atteso”, per scoprire se l’influenza stagionale stia causando un eccesso di mortalità oppure no.

«Il sistema di sorveglianza prende in considerazione il numero di decessi per tutte le cause perché i dati dei decessi per influenza non sono disponibili in tempo reale», chiarisce l’Iss. «Infatti l’Istat ogni anno codifica tutti i certificati di morte, compresa l’influenza, e ne attribuisce la causa principale, un processo che richiede per rendere disponibili i dati di mortalità per specifica causa mediamente un periodo di due anni».

Come abbiamo spiegato in una nostra recente analisi, secondo le stime del Ministero della Salute e dell’Istituto superiore della sanità, in Italia ogni anno circa il 9 cento della popolazione è colpito da sindromi simil-influenzali, con un numero di morti che oscilla tra i 300 e i 400 decessi diretti dovuti all’influenza, e tra i 4 mila e i 10 mila decessi tra chi sviluppa complicanze gravi a causa dei virus influenzali. Il tasso di letalità (ossia il rapporto tra morti e contagiati) si attesterebbe quindi intorno allo 0,1 per cento (l’uno per mille).

Il monitoraggio della stagione influenzale parte dalla settimana n. 42 di un anno (metà ottobre) alla settimana n. 17 dell’anno seguente (fine aprile).

Il verdetto

In un post su Facebook – poi rimosso – Michele Dell’Orco ha scritto che secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità, «la scorsa settimana in Italia i morti per una normale influenza sono stati 217». L’ex sottosegretario ha anche pubblicato uno screenshot del sito dell’Iss in cui si parla di «una media giornaliera di 217 decessi».

Il numero «217» (relativo alla sesta settimana del 2020) è ricavato da una rilevazione statistica in 19 città campione italiane che ogni giorno raccolgono il numero di decessi per gli over 65 anni per tutte le cause, non solo per influenza.

Questo dato viene poi confrontato con quello «atteso», ossia quello costruito in base alla media dei decessi registrati nei cinque anni precedenti (con alcuni aggiustamenti, ad esempio per tenere conto dell’invecchiamento della popolazione residente), per vedere se ci sia un eccesso di mortalità riconducibile, tra le altre cose, alla stagione influenzale.

In conclusione, “Pinocchio andante” per Dell’Orco.




[1] L’Iss ha successivamente modificato questa pagina, specificando il significato del termine “mortalità”.