Il 29 ottobre 2019, ospite di Cartabianca su Rai3, il leader della Lega Matteo Salvini ha detto (min. -1:27:26) di aver «personalmente […] firmato i corridoi umanitari, con donne e bambini che arrivavano dall’Africa davvero in fuga dalla guerra».

Ma è davvero così? Abbiamo verificato.

Che cosa sono i corridoi umanitari

I “corridoi umanitari” sono un progetto della Comunità di Sant’Egidio, realizzato con la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, la Tavola Valdese e la Cei-Caritas.

Come spiega il sito della Comunità, i corridoi umanitari hanno diversi obiettivi principali, tra cui combattere lo sfruttamento dei trafficanti di esseri umani e consentire un ingresso legale a richiedenti asilo.

In sostanza, grazie ai corridoi umanitari i profughi possono arrivare in Italia via aereo, in modo sicuro e legale.

A giugno 2019, la Comunità di Sant’Egidio ha pubblicato un dossier dove spiega come funziona questo progetto, replicato anche in altri Paesi europei come Francia e Belgio.

Le organizzazioni coinvolte si impegnano a individuare i potenziali beneficiari, fornirgli assistenza legale per ottenere i visti nella presentazione della domanda di protezione internazionale, e garantire loro «ospitalità e accoglienza per un congruo periodo di tempo».

Chi ci mette i soldi

Spetta alle associazioni assicurare il sostegno economico per il trasferimento in Italia dei rifugiati e il loro percorso di integrazione nel nostro Paese.

Il progetto dei corridoi umanitari è infatti un’iniziativa «totalmente autofinanziata», spiega la Comunità di Sant’Egidio: «I corridoi umanitari non pesano in alcun modo sullo Stato. I fondi per la realizzazione del programma provengono integralmente dalle associazioni che lo promuovono».

Nonostante lo Stato italiano non contribuisca finanziariamente all’iniziativa, in base a determinati protocolli – di cui parleremo tra poco – i ministeri degli Esteri e dell’Interno sono coinvolti con la funzione di controllo e di coordinamento di tutti gli enti coinvolti nel progetto.

La non-firma di Salvini

Ma quando sono partiti i primi corridoi?

Il 15 dicembre 2015 (sotto il governo Renzi), la Comunità di Sant’Egidio, con le Chiese protestanti italiane, ha firmato il protocollo per l’apertura dei primi corridoi umanitari in accordo con i ministeri dell’Interno e degli Esteri. «A questa intesa – ricostruisce il dossier di Sant’Egidio – è seguito un protocollo con la Conferenza episcopale italiana, firmato il 12 giugno del 2017», con Gentiloni a capo dell’esecutivo.

Questi due protocolli, in base ai quali come detto lo Stato non mette un euro ma ha solo un ruolo di coordinamento, sono stati poi rinnovati: il primo (quello con le Chiese protestanti italiane) il 7 novembre 2017 (governo Gentiloni); il secondo (quello con la Conferenza episcopale italiana) il 3 maggio 2019, sotto il governo Lega-M5s.

Quest’ultimo rinnovo non è stato però firmato «personalmente» dall’allora ministro Matteo Salvini, come dimostra un comunicato stampa pubblicato dal Ministero dell’Interno.

«L’accordo – si legge sul sito del Viminale – è stato firmato, oltre che dal prefetto [Gerarda] Pantalone, dal ministro plenipotenziario degli Affari esteri Luigi Maria Vignali, dal presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo, dal segretario generale monsignor Stefano Russo della Conferenza episcopale italiana».

All’epoca, alcuni quotidiani avevano segnalato l’assenza del ministro al momento della firma del protocollo. A novembre 2018, Salvini era comunque andato all’aeroporto di Pratica di Mare, nel Lazio, in occasione dell’arrivo di oltre 50 rifugiati all’interno del programma sui corridoi umanitari.

Quanti sono stati i beneficiari

Secondo i dati forniti dalla Comunità di Sant’Egidio, aggiornati a giugno 2019, gli arrivi in Italia da quanto esistono i corridoi umanitari sono stati 2.148, che salgono a un totale di 2.669 se si considerano anche quanti sono arrivati in Francia (364), Belgio (150) e Andorra (7).

Vengono «dall’Africa», come dice Salvini?

In realtà, gli arrivi in Italia più consistenti sono stati quelli dal Libano (1.626), e riguardano profughi siriani presenti nei campi profughi del Paese mediorientale. Circa 500 profughi (per lo più eritrei, somali e sudsudanesi) sono invece arrivati dall’Etiopia.

In entrambi i casi, per il 90 per cento si è trattato di nuclei familiari.

Rispetto ai numeri relativi agli sbarchi e alle concessioni di protezione internazionale, a oggi si tratta ancora di un esperimento che coinvolge numeri relativamente ridotti.

Il verdetto

L’ex ministro Matteo Salvini ha detto di aver «personalmente […] firmato i corridoi umanitari, con donne e bambini che arrivavano dall’Africa davvero in fuga dalla guerra».

È vero: con il governo Lega-M5s, a maggio 2019, è stato rinnovato il protocollo d’intesa tra Comunità di Sant’Egidio, ministeri degli Esteri e dell’Interno e Comunità episcopale italiana per i corridoi umanitari, ma il testo non presenta la firma di Salvini, ma quella della prefetta Gerarda Pantalone.

Inoltre dobbiamo sottolineare che per questi corridoi umanitari (che non riguardano solo l’Africa) lo Stato svolge un ruolo di semplice coordinamento, mentre le azioni concrete e i relativi costi sono a carico di privati.

In conclusione, il leader della Lega si merita un “C’eri quasi”.