Il 31 luglio 2019 il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha detto che l’attuale Parlamento «ha il numero di leggi approvate più basso delle ultime legislature». Secondo Orlando, il Parlamento inoltre «conta poco» perché più del 30 per cento di queste leggi derivavano da decreti legge.

È davvero così? Abbiamo verificato.

I dati sulla legislazione italiana

La Camera dei Deputati segue gli andamenti della produzione normativa attraverso uno specifico Comitato per la legislazione, un organo composto da dieci deputati nominati dal presidente della Camera «in numero pari fra i membri della maggioranza e delle opposizioni». Il Comitato è a sua volta supportato dall’Osservatorio sulla legislazione, che si occupa della preparazione di pubblicazioni contenenti statistiche e tendenze nella legislazione.

Tra le pubblicazioni dell’Osservatorio ci sono i Rapporti annuali sullo stato della legislazione. L’ultima pubblicazione è il Rapporto 2017-2018, che mette a confronto dati relativi al primo anno della corrente legislatura (la XVIII, iniziata dopo le elezioni del 4 marzo 2018), con quelli della XVII e della XVI (rispettivamente, le legislature del 2013/2018 e del 2008/2013).

I dati per l’attuale legislatura arrivano al 23 marzo 2019. Vediamo quali tendenze sono state rilevate per il primo anno.

Legislature a confronto

Nel Rapporto 2017-2018 viene osservato come nel primo anno di legislatura (dal 23 marzo 2018 al 23 marzo 2019) ci sia stata una riduzione del numero di leggi approvate dall’attuale Parlamento. Sono state, in totale, 34 rispetto alle 39 approvate dalla legislatura precedente nel suo primo anno di attività (dal 15 marzo 2013 al 15 marzo 2014).

La XVIII legislatura nel suo primo anno è stata dunque leggermente meno attiva rispetto a quanto fatto in passato. Nella differenza ha un ruolo anche il fatto che il governo Conte è stato formato in tempi più lunghi rispetto a quelli che furono necessari per il governo Letta.

Il governo Conte è ufficialmente nato dopo 68 giorni dall’inizio della legislatura e le Commissioni permanenti sono state nominate 88 giorni dall’inizio della legislatura. Per il governo Letta, invece, i tempi sono stati più brevi: il governo è entrato in carica 44 giorni dopo l’inizio della legislatura e le Commissioni permanenti dopo 53 giorni.

Dunque, come specifica il Rapporto 2017-2018, «l’ordinaria attività legislativa ha avuto avvio, nella XVIII Legislatura, con un ritardo maggiore rispetto a quanto avvenuto nella XVII Legislatura».

Guardiamo ora alle legislature precedenti.

Leoluca Orlando ha infatti parlato del «numero di leggi approvate più basso delle ultime legislature». Se è vero nel confronto tra il primo anno dell’attuale legislatura e lo stesso periodo della legislatura XVII, vediamo come sono andate le cose nelle legislature precedenti.

Per le legislature precedenti l’Osservatorio sulla legislazione della Camera non condivide dei dati relativi al primo anno esatto di operato, ma per i primi 10 o 14 mesi.

Per la XVI legislatura (dal 29 aprile 2008 al 14 marzo 2013) abbiamo dei dati relativi ai primi 10 mesi di attività. Al 15 marzo 2009, durante l’allora governo Berlusconi IV (insediatosi circa 10 giorni dopo l’inizio della legislatura) erano state approvate 58 leggi. La cifra è superiore rispetto a quanto fatto dalla XVIII legislatura in dodici mesi di attività (34). I numeri successivi forniti dalla Camera sono poi aggiornati al 15 luglio 2009 (oltre 14 mesi di attività): in questo caso le leggi approvate dalla XVI legislatura sono state, in totale, 89.

Andando a ritroso, guardiamo ora alla XV legislatura (dal 28 aprile 2006 al 6 febbraio 2008). Non abbiamo i dati relativi ai soli primi 10 o 12 mesi di attività ma sappiamo che nei primi 14 mesi della XV legislatura circa – dall’aprile 2006 a metà luglio 2007 – sono state approvate 42 leggi. Questo dato, se confrontato con i primi 14 mesi della XVIII legislatura, è inferiore. A luglio 2019, infatti, sono 64 le leggi approvate dall’attuale Parlamento.

Dunque, in questo caso, Orlando ha ragione guardando alla XVI legislatura. Prendendo invece in esame l’operato nei primi 14 mesi della XV legislatura, l’attuale Parlamento ha fatto meglio rispetto al passato, approvando almeno una ventina di leggi in più.

I decreti legge

Veniamo ora alla questione del numero di decreti legge e al perché il loro uso diminuirebbe – come detto da Orlando – il ruolo del Parlamento.

Il decreto legge, come definito dall’articolo 77 della Costituzione, è un provvedimento provvisorio con forza di legge che il governo può adottare in caso di necessità e urgenza. Il decreto legge deve poi passare dal Parlamento per essere convertito in legge entro 60 giorni.

È quindi uno strumento con cui il potere esecutivo può legiferare. Per questo motivo il sindaco Orlando dichiara, in linea con studi che evidenziano il problema da tempo, che il loro uso massiccio rispetto alle leggi ordinarie indichi che l’attuale Parlamento “conta poco”.

Guardiamo ancora una volta al Rapporto 2017-2018 condiviso dalla Camera. Le leggi di conversione dei decreti legge sono state 14 (il 44,83 per cento del totale) nel primo anno della XVIII legislatura. La percentuale, secondo il rapporto, è dunque in linea con quanto affermato da Orlando («più del 30 per cento»).

Tuttavia, un aggiornamento sulle cifre della XVIII legislatura pubblicato dalla Camera il 31 luglio 2019 (lo stesso giorno della dichiarazione rilasciata da Orlando) comunica che le leggi di conversione dei decreti legge, a quella data, sono state 21, su un totale di 64 leggi totali, circa il 33 per cento. Il sindaco di Palermo, dunque, non sbaglia troppo sulla percentuale.

L’Osservatorio sulla legislazione ci dice infatti che nel primo anno della legislatura precedente (iniziata nel 2013) le leggi di conversione dei decreti-legge erano addirittura il 58,9 per cento del totale. Negli anni seguenti il numero è drasticamente diminuito, rimanendo sotto il 20 per cento dal 2015 al 2017.

In sintesi, è vero che il governo appena dimessosi ha fatto un uso molto intenso del decreto legge, ma è anche vero che il dato è in linea con una tendenza generale ad avere una legislazione trainata dall’iniziativa governativa più che da quella parlamentare.

Che cosa succede negli altri Paesi

Il Rapporto 2017-2018 stilato dalla Camera confronta la realtà italiana con quella dei maggiori Paesi Ue.

Il nostro Paese tra il 2009 e il 2017 ha introdotto in totale 726 leggi. Ne hanno introdotte complessivamente di più la Germania (1.241) e la Francia (825). Seguono invece la Spagna (319) e il Regno Unito (297).

Il verdetto

Leoluca Orlando ha dichiarato che l’attuale Parlamento è responsabile di aver approvato il numero di leggi «più basso delle ultime legislature» e che più del 30 per cento di queste derivano da decreti legge.

Il sindaco di Palermo ha ragione. Rispetto alle precedenti legislature (XVII, XVI) la XVIII legislatura ha prodotto, nei primi 12/14 mesi di attività, un numero di leggi minori rispetto a quanto fatto in passato. L’unica eccezione è la XV legislatura quando in 14,6 mesi sono state approvate 42 leggi contro le 64 approvate, in un arco di tempo simile, dalla XVIII legislatura. È poi vero che, per l’attuale legislatura, più del 30 per cento delle leggi approvate proviene da decreti legge.

Orlando merita dunque un “C’eri quasi”.