Aggiornamento del 28 agosto 2019: Il 27 agosto 2019, il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ha firmato il decreto per far partire la nuova legge sull’educazione civica dall’anno scolastico 2019/2020.


Il 19 agosto, la deputata del Partito democratico Anna Ascani ha criticato su Facebook il governo Lega e Movimento 5 stelle, scrivendo che «l’educazione civica non è mai stata né abolita né reintrodotta».

Il riferimento è a una legge approvata dal Parlamento alcune settimane fa e celebrata sui social, tra gli altri, dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, che il 1° agosto ha scritto su Facebook: «Finalmente l’educazione Civica torna in classe!».

Ma le cose stanno come dice Ascani? Per gli studenti, di fatto, a settembre non cambierà nulla rispetto a prima? Oppure ha ragione Salvini, e l’educazione civica è davvero stata reintrodotta?

Abbiamo verificato.

Le legge del governo Lega-M5s

Il 1° agosto 2019, il Senato ha approvato definitivamente il disegno di legge n. 1264 – un testo frutto dell’unione di numerose proposte legislative – intitolato proprio Introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica.

Come spiega un dossier del Servizio studi del Senato, i 14 articoli della nuova legge prevedono «l’introduzione dell’insegnamento trasversale dell’educazione civica nel primo e nel secondo ciclo di istruzione e l’avvio di iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile nella scuola dell’infanzia».

Per ciascun anno di corso, l’orario dedicato all’insegnamento dell’educazione civica dovrà essere di almeno 33 ore annue, «da svolgersi nell’ambito del monte orario obbligatorio previsto dagli ordinamenti vi­genti».

La legge dà poi libertà alle singole scuole di scegliere quali insegnanti dovranno spartirsi le ore per insegnare l’educazione civica in ogni classe, dove sarà nominato «un docente con compiti di coordinamento».

L’articolo 3 della norma affida invece a un decreto del Ministro dell’Istruzione la definizione delle linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica, a partire però dalla base di alcuni temi specifici, come la Costituzione, l’educazione ambientale, l’educazione alla «cittadinanza digitale» e alla legalità.

Infine, a partire dal 2020 la legge destina 4 milioni di euro – già stanziati per l’attuazione del Piano nazionale di formazione dei docenti – per preparare gli insegnanti sulle tematiche dell’educazione civica previste dalla nuova norma.

Per le attività di coordinamento – spiega invece il dossier del Servizio studi del Senato – «non sono dovuti compensi, indennità o rimborsi spese».

Quando entra in vigore la norma?

Ma da quando saranno valide le novità promosse da Lega e M5s?

Secondo l’articolo 2 del testo di legge, la norma entra in vigore dal «1° settembre del primo anno scolastico successivo all’entrata in vigore della pre­sente legge», ossia – in teoria – dal 1° settembre 2019. “In teoria” però, perché in realtà ci sarebbe un problema, e non di poco conto.

Come ha spiegato in un articolo del 16 agosto il sito di settore Tuttoscuola, a metà agosto la nuova legge non era ancora stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale.

Di conseguenza, trascorsi i 15 giorni di tempo che intercorrono tra l’eventuale pubblicazione della norma in Gazzetta e la sua effettiva entrata in vigore (periodo noto con il nome di vacatio legis), dopo il 15 agosto si sarebbe già andati oltre il 1° settembre 2019, di fatto rimandando al prossimo anno scolastico (2020-2021) le novità della legge.

Questo ritardo, spiega Tuttoscuola, permetterà comunque al Ministero dell’Istruzione di avere maggiore tempo per pubblicare il decreto con le linee guida dell’insegnamento.

Il Miur – contattato da Avvenire il 19 agosto – non ha voluto però dare chiarimenti in merito.

L’educazione civica c’era anche prima

Quindi, da settembre niente educazione civica per gli studenti delle scuole italiane? No, le cose non stanno proprio così: l’insegnamento dei temi legati all’educazione civica e alla Costituzione era già in vigore, ma Lega e M5s hanno introdotto alcuni cambiamenti.

Già un decreto del 2008 (modificato dalla nuova legge) stabiliva che nel primo e secondo ciclo di istruzione fosse previsto la materia di insegnamento “Cittadinanza e Costituzione”. Una sorta di educazione civica, da tenere nell’ambito delle ore di storia e geografia.

Di fatto, come ricostruisce in un articolato quadro storico-normativo il dossier del Servizio studi del Senato, “Cittadinanza e Costituzione”era un nuovo nome assegnato a quella che storicamente era chiamata “educazione civica”.

L’insegnamento di quest’ultima nella scuola italiana, a partire dal 1958 (anno della sua effettiva introduzione), ha avuto un percorso fatto di numerose modifiche. Per esempio, nel 2003 aveva preso il nome di “Educazione della convivenza civile”.

Le differenze principali, dunque, non riguardano tanto la materia di insegnamento in sé (a parte il numero di temi trattati), quanto il monte ore, i docenti disegnati per l’insegnamento, le risorse a disposizione e la possibilità di prevedere una votazione a fine anno per lo studente.

Per esempio, anche per “Cittadinanza e Costituzione” le ore dedicate erano 33, ma a carico dei docenti che insegnavano storia e geografia, limite tolto dalla nuova legge.

«Ora cambierà l’etichetta, che era una buona etichetta, non credo la sostanza», ha scritto il 2 agosto 2019 in un lungo articolo sulla rivista Il Mulino Claudio Giunta, professore ordinario di Letteratura italiana all’Università di Trento.

«A parte il cambio del nome, da “Cittadinanza e Costituzione” a “Educazione civica”, e a parte la novità del voto in pagella, […] non esisterà un docente dedicato esclusivamente a questa disciplina, non ci saranno ore in più per svolgerla, i fondi per l’aggiornamento dei docenti ammonteranno a una cifra risibile, 4 milioni di euro, cioè a spiccioli per una conferenza annuale in aula magna, uno di quegli eventi festivi che, negli anni, hanno preso sempre più spesso il posto delle lezioni curricolari».

Critiche sono arrivate, tra gli altri, anche dall’Associazione nazionale insegnanti e formatori (Anief).

«Stiamo assistendo all’approvazione di una norma che sembra avere effetti più mediatici che sostanziali», ha detto il 19 agosto a Open Marcello Pacifici, presidente di Anief. «Ancora nulla si sa sulla formazione da attuare e adesso arriva il possibile slittamento di 12 mesi: peggio di così, non si poteva fare».

Il verdetto

La vicepresidente del Pd Anna Ascani ha scritto su Facebook che «l’educazione civica non è mai stata né abolita né reintrodotta» grazie al governo Lega-M5s.

È vero che una legge approvata al Senato il 1° agosto 2019 si è occupata dell’insegnamento dell’educazione civica nel primo e nel secondo ciclo di istruzione, ma un insegnamento simile era già previsto.

La nuova norma ha modificato la precedente, indicando alcuni nuovi temi su cui dovrà basarsi l’insegnamento dell’educazione civica (le cui linee guida richiedono però un decreto del Miur) e stabilendo, tra le altre cose, almeno 33 ore di lezione da sottrarre a quelle già previste per altre materie.

Inoltre, per un ritardo della pubblicazione della legge in Gazzetta Ufficiale – salvo sorprese – le nuove norme non entreranno in vigore dal 1° settembre 2019, ma come minimo dall’anno scolastico 2020-2021.

In conclusione, l’educazione civica non “torna in classe”, ma alcune modifiche sono state fatte. Per Ascani, un “C’eri quasi”.