Sebbene non sia possibile capire quanto valgono le altre componenti del Pil rispetto al turismo, possiamo confrontare il dato italiano con quelli di altri Paesi per vedere se il nostro Paese gode di un apporto turistico al Pil e all’occupazione superiore alla media.
Secondo le stime del Wttc, nel 2017 il nostro Paese con il 5,5 per cento si
posizionava in 54° posizione al mondo per il contributo diretto che il turismo ha in percentuale al Pil.
Se si guarda invece al contributo totale (diretto, indiretto e indotto) il nostro Paese si è classificato 64° al mondo nel 2017, con un contributo totale del turismo sul Pil pari al 13 per cento.
Questo faceva sì che l’Italia
superasse sia la media dei Paesi Ue (3,9 per cento) sia la media mondiale (che nel 2017 era pari al 3,2 per cento del Pil globale).
Nonostante il 64° posto, il contributo totale del turismo sul Pil italiano ha permesso che il nostro Paese
si aggiudicasse una posizione migliore rispetto ad alcune delle principali economie mondiali (come, ad esempio, Cina, India, Stati Uniti, Giappone, Canada, Australia e Corea del Sud). Il nostro Paese veniva così
superato per la maggior parte da economie di piccole dimensioni (come, ad esempio, Aruba, Bahamas, Maldive, Bermuda, Granada) per le quali il turismo costituisce la principale fonte di ricchezza nazionale.
Anche la Banca d’Italia
ha riportato questo dato,
ricordando inoltre che il settore turistico ha raggiunto nel 2017 «un peso economico comparabile al dato della Spagna e superiore a quello di Francia e Germania» ed è secondo solamente a quello di Grecia e Portogallo, che ci superano però grazie «alla debolezza degli altri comparti produttivi» (Grafico 1).