Il 26 giugno, in occasione della giornata mondiale della lotta contro la droga, Giorgia Meloni ha riportato in un post sulla propria pagina Facebook alcuni dati.

Secondo la leader di Fratelli d’Italia «ogni 7 giorni muoiono 6 persone per overdose». Il nostro Paese sarebbe, in Europa, «al terzo posto per consumo di cannabis e al quarto per cocaina» e sarebbero in circolazione «730 tipi diversi di sostanze». Inoltre, «tra i giovani è quadruplicato il consumo».

Sono informazioni corrette? Abbiamo verificato.

Quante persone muoiono di overdose in Italia?

Nel 2017, secondo i dati riportati dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine, in Italia sono morte per droga 294 persone.

Questa cifra trova riscontro anche nella “Relazione annuale 2017” della Direzione centrale per i servizi antidroga, un ente che opera per il Ministero dell’Interno. Viene però precisatocome il numero sia da considerarsi indicativo: il calcolo si basa, infatti, sulle morti «attribuite in via diretta alle assunzioni di droghe». Restano escluse, invece, quelle «indirettamente riconducibili all’uso di stupefacenti» come, ad esempio, le vittime di incidenti stradali in cui il conducente guidava in condizioni psico-fisiche alterate, le morti dovute ad assunzione di droga ma con complicanze patologiche o le vittime a cui non è stato fatto un esame tossicologico.

Dunque, seppur indicativo, nel 2017 il tasso di mortalità per droga era all’incirca di 6 persone ogni 7 giorni, come affermato da Meloni.

Geoverdose[1] un database creato dalla Società Italiana Tossicodipendenze che monitorizza e aggiorna con frequenza il numero di vittime di droga in Italia, fornisce dei dati più recenti.

Secondo Geoverdose le morti per overdose nel 2018 sono state 255 (circa 5 persone ogni settimana).Guardando invece al 2019, tra il 1° gennaio e il 2 luglio, i decessi per overdose sono stati 116 in 183 giorni, cioè poco più di 4 persone ogni 7 giorni.

Nel complesso possiamo dire che, guardando alle fonti istituzionali, Meloni abbia ragione. Se guardiamo invece a fonti più recenti, ma appunto non istituzionali, la presidente di Fratelli d’Italia è imprecisa.

Qual è la classifica dei Paesi europei per consumo di cannabis e cocaina?

La “Relazione europea sulla droga 2019” – redatta annualmente dall’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenzeha rilevato che nel 2018 nella Ue sono stati 91,2 milioni coloro che fatto uso di cannabis almeno una volta nella vita (27,4 per cento della popolazione). Per quanto riguarda la cocaina, invece, sono 18 milioni le persone che l’hanno consumata almeno una volta (5,4 per cento della popolazione).

Guardiamo ora, come avevamo già fatto in passato, alla sola Italia.

Prendendo in esame il consumo almeno una volta nella vita tra gli individui di età compresa tra i 15 e i 64 anni, nel 2018 l’Italia è quarta per consumo di cannabis (32,7 per cento della popolazione) dietro alla Francia (44,8 per cento), alla Danimarca (38,4 per cento) e alla Spagna (35,2 per cento). Se si guarda, poi, sempre per il 2018, il consumo di cocaina, il nostro Paese si posiziona ancora al quarto posto (6,9 per cento della popolazione) dietro al Regno Unito (10,7 per cento), alla Spagna (10,3 per cento) e all’Irlanda (7,8 per cento)[2].

Giorgia Meloni dunque commette un’imprecisione riguarda la posizione dell’Italia nella classifica del consumo di cannabis ma ha sostanzialmente ragione: su 28 Paesi Ue siamo tra i maggiori consumatori di marijuana e di cocaina.

Quante sostanze circolano nel mercato della droga europeo?

La “Relazione europea sulla droga 2019” sopra citata fornisce anche alcuni dati sulla quantità di sostanze stupefacenti in circolo. Nel testo della Relazione si legge, in linea con quanto ha detto Giorgia Meloni, che nella stesura del rapporto sono state monitorate «più di 730 nuove sostanze psicoattive, di cui 55 sono state individuate in Europa per la prima volta nel 2018».

Sempre secondo la Relazione, «nella maggior parte dei casi le nuove sostanze psicoattive sono prodotte in grossi quantitativi da aziende chimiche e farmaceutiche in Cina. Da lì vengono spedite in Europa, dove sono trasformate in prodotti, confezionate e vendute».

Questo fenomeno della creazione di nuove sostanze, dopo aver raggiunto un picco nel 2014-2015, è ora tornato a stabilizzarsi sui livelli di inizio decennio.

Quanta cannabis consumano i giovani?

Tra il 2014 e il 2018, secondo quanto riportato dalle diverse relazioni redatte dall’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, il consumo di cannabis è aumentato.

Nel 2014 erano 14,6 milioni i giovani europei (età compresa tra i 15 e i 34 anni) ad aver fatto uso di cannabis nell’ultimo anno. Di questi, 8,8 milioni avevano un’età compresa tra i 15 e i 24 anni. Nel 2015 la stima parlava di circa 16,6 milioni di giovani consumatori con un aumento anche tra i giovanissimi (9,6 milioni). Nei tre anni successivi si sono registrati altri aumenti, ma più contenuti: 17,1 milioni di consumatori nel 2016, 17,2 milioni nel 2017 e 17,5 milioni nel 2018. Se prendiamo l’arco di tempo 2014-2018, l’aumento è di circa il 20 per cento.

Guardiamo ora nello specifico la situazione in Italia.

Nel 2014 i giovani tra i 15 e i 34 anni ad aver fatto uso di cannabis nei 12 mesi precedenti erano il 19 per cento, mentre nel 2017 il 20,9 per cento. Dunque nell’arco temporale 2014-2017 l’aumento è stato del 10 per cento circa.

Per quanto riguarda il consumo di cannabis tra i giovani è dunque assolutamente errato sostenere che ci sia stato un aumento del 400 per cento. Nella Ue è il dato circa l’aumento nei consumi è un ventesimo di quanto sostenuto da Meloni, e in Italia addirittura un quarantesimo.

E cocaina, ecstasy e amfetamine?

Vediamo i dati relativi alle altre tipologie di droghe.

Il consumo di cocaina dal 2014 al 2018 è rimasto piuttosto stabile: la stime fatte nel 2015, nel 2016, nel 2017 e nel 2018 parlano di circa 2,3 milioni di consumatori tra i 15 e i 34 anni. L’ultima relazione ha invece registrato un leggero incremento, toccando i 2,6 milioni di persone (+ 13 per cento).

Il consumo di ecstasy e amfetamine è aumentato in modo contenuto negli ultimi quattro anni. Nel primo caso si è passati da 1,8 milioni di giovani (15-34 anni) del 2014 a 2,1 milioni del 2018 (+17 per cento). Guardando alle amfetamine, la percentuale di giovani consumatori (15-34 anni) è rimasta quasi invariata negli ultimi cinque anni all’1 per cento (circa 1,3 milioni di persone).

Ma guardiamo, nuovamente, all’Italia.

Nemmeno in questo caso è corretto ritenere che negli ultimi anni il consumo di droghe tra i giovani sia quadruplicato. I giovani italiani hanno, al contrario, ridotto i loro consumi. Tra il 2014 e il 2017 il numero di ragazzi di età compresa tra i 15 e i 34 anni che hanno nell’ultimo anno fatto uso di cocaina è diminuito dello 0,1 per cento, i consumatori di ecstasy sono calati dello 0,2 per cento e quelli di amfetamine dello 0,3 per cento.

Il verdetto

Giorgia Meloni ha detto che «ogni 7 giorni muoiono 6 persone di overdose, in Europa l’Italia è al terzo posto per uso di cannabis e al quarto per cocaina, si spacciano 730 tipi diversi di sostanze e tra i giovani è quadruplicato il consumo».

La leader di Fratelli d’Italia ha ragione quasi su tutto, ma sbaglia clamorosamente sull’aumento del consumo tra i giovani.

Secondo i database istituzionali è vero, infatti, che le morti di overdose in Italia – nel 2017 – siano state 6 ogni 7 giorni. I dati più recenti, che danno un quadro leggermente più ottimistico, non provengono tuttavia da fonti ufficiali. Sul punto possiamo quindi dire che Meloni abbia ragione.

Anche per quanto riguarda il consumo di cannabis e cocainia, Meloni ha sostanzialmente ragione: l’Italia è ai primi posti delle classifiche europee (anche se per la cannabis si posiziona quarta, e non terza, come invece afferma la presidente di Fratelli d’Italia).

È poi corretto parlare, come fa Meloni, di «730 tipi diversi di sostanze» diffuse in tutta Europa.

Sostenere che «tra i giovani è quadruplicato il consumo» è invece sbagliato. Stando ai dati ufficiali, tra il 2014 e oggi l’aumento nei consumi tra i giovani è drasticamente inferiore rispetto a quanto affermato dalla leader di Fratelli d’Italia.

Facendo una media delle informazioni riportate, Giorgia Meloni merita complessivamente un “Nì”.




[1] Il database e i suoi dati sono stati ripresi negli anni da alcune testate (ad esempio qui, qui, qui).

[2] Specifichiamo come, per entrambe le classifiche, i dati siano raccolti nei diversi Paesi in anni diversi e che quindi possono considerarsi solo delle stime.