Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, presentando un progetto umanitario in Sierra Leone, ha sottolineato un cambiamento nei Paesi di provenienza dei migranti in Italia negli ultimi mesi. Vediamo se i dati confermano.



Da dove vengono i migranti in Italia



L’Unhcr, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, ha una sezione del suo sito dedicato alla situazione dei migranti nel Mediterraneo, che registra i numeri degli sbarchi in Italia. Nel grafico successivo riportiamo, in percentuale, i primi dieci gruppi nazionali per arrivo nel nostro Paese come registrati al 22 marzo 2016.



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La divisione statistica delle Nazioni Unite considera 16 Paesi e un territorio (Sant’Elena, britannica) come parte dell’Africa Occidentale*. In base alle percentuali del grafico in alto, i primi sei Paesi per numero di arrivi rientrano in questa definizione geografica. Essi contano, nel complesso, per il 66% degli arrivi: due terzi, poco meno dei “tre quarti” citati da Gentiloni.



Come cambia il flusso dei migranti



Tuttavia, il sito dell’Unhcr non registra tutte le nazionalità di arrivo con scadenza giornaliera, lasciando le statistiche complete alle tavole Excel sugli arrivi, l’ultima delle quali è stata pubblicata a fine gennaio 2016 con i dati dell’anno precedente. Nella sezione “Documenti” si trova, tra i più recenti, l’aggiornamento sulla situazione italiana fino nel mese di gennaio 2016 (Unhcr Update #5).



L’Unhcr analizza la situazione degli sbarchi in Italia in termini simili a quanto detto da Gentiloni: “il calo generale degli arrivi [in Italia] si può spiegare in parte con il calo significativo degli arrivi di siriani, che stanno ora usando in primo luogo la rotta del Mediterraneo orientale per raggiungere l’Europa”. Il documento nota anche la preponderanza degli arrivi dall’Africa occidentale: “Quasi metà degli arrivi proviene da solo quattro Paesi: Nigeria, Gambia, Senegal e Guinea”.



Anche se viene poco considerato dal dibattito pubblico, i Paesi da cui arriva gran parte dei migranti in Italia sono molto differenti dalle nazioni mediorientali su cui si concentrano le analisi, come la Siria. Nel corso del 2015 è arrivato in Italia un numero altissimo di eritrei, per esempio, intorno all’un per cento della popolazione del Paese. Nelle ultime settimane, invece, il 15% degli arrivi proveniva dal Gambia, un piccolo Paese di appena 1,8 milioni di abitanti nell’Africa occidentale: governato con il pugno di ferro da oltre vent’anni dal Presidente Yahya Jammeh, sta vivendo un grave peggioramento nei conti economici e nelle relazioni internazionali. A dicembre 2015 l’Unione Europea ha sospeso l’invio degli aiuti internazionali per le preoccupazioni riguardo il rispetto dei diritti umani.



La rotta balcanica



Qual è la situazione dei migranti in arrivo dalla Siria Afghanistan e Bangladesh? La vediamo dal sito dell’Unhcr dedicato alla Grecia, l’altro grande Paese di accesso per i flussi migratori europei e il primo sulla cosiddetta “rotta balcanica”. Gli arrivi dal 1° gennaio 2016 per nazionalità sono riassunti nel grafico successivo.



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Come si vede, poche nazionalità pesano per la quasi totalità degli arrivi in Grecia, che tra l’altro sono oltre dieci volte più numerosi degli sbarchi in Italia: oltre 147 mila dall’inizio dell’anno, contro i 13.800 nel nostro Paese.




L’unica nota curiosa riguardo quanto detto dal ministro degli Esteri riguarda i bengalesi, ovvero gli abitanti del Bangladesh. Non solo essi non fanno parte dei primi gruppi per nazionalità in Grecia – e tanto meno in Italia – negli arrivi dal 1° gennaio 2016, ma neppure il documento comparativo degli arrivi in Grecia, Spagna e Italia da gennaio 2015 a febbraio 2016 (disponibile qui) cita il Bangladesh come Paese di partenza particolarmente rilevante. Esso conta per appena il 3,1% degli arrivi in un anno in Italia nel periodo considerato, con un picco nel luglio 2015, quando arrivarono 2.288 cittadini bengalesi (ma quasi 7 mila eritrei e quattromila nigeriani). Dopo quel mese anomalo, seguì un calo sostanzialmente a zero degli arrivi dal Bangladesh a partire da settembre.



Il verdetto



Gentiloni cita due fenomeni che i numeri confermano: siriani e afghani si dirigono per lo più attraverso la Grecia e la “rotta balcanica”, mentre la larga maggioranza degli arrivi in Italia negli ultimi mesi proviene dall’Africa occidentale. Lo fa con numeri più o meno corretti e cita piuttosto misteriosamente i migranti di origine bengalese: “C’eri quasi” per il ministro degli Esteri.



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* Benin, Burkina Faso, Capo Verde, Costa d’Avorio, Gambia, Ghana, Guinea, Guinea-Bissau, Liberia, Mali, Mauritania, Niger, Nigeria, Senegal, Sierra Leone e Togo.