I dati diffusi dallo Svimez (Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno) hanno acceso le luci sulle condizioni del Mezzogiorno. Tra i tanti dati di questa associazione, Giorgia Meloni ne menziona due in particolare: il crollo delle nascite e il rischio di povertà.



Qual è il numero dei bambini nati? E’ il più basso dall’Unità d’Italia?



Già qualche tempo fa avevamo visto che nel 2014 in tutta Italia si era registrato il numero di nati vivi più basso dall’Unità d’Italia. Nel testo che contiene le anticipazioni del rapporto Svimez, si legge che lo stesso è accaduto nel Mezzogiorno dove, nel 1862, si registravano 391 mila nati vivi (217 mila in più di oggi) mentre il tasso di natalità era pari al 41,3 per mille. Oggi è uguale a circa l’8,3 per mille e i nati vivi sono 174 mila.



Quanti sono gli individui a rischio povertà?



Già i dati diffusi di recente dall’Istat riportavano una sostanziale stabilità negli ultimi anni dell’incidenza della povertà assoluta a livello nazionale e che nel 2014 ha riguardato il 6,8% della popolazione. Al Sud si registra una lieve diminuzione, anche se per effetto della crisi il divario tra le due aree è aumentato: dal 2011 la percentuale di famiglie in povertà assoluta è cresciuta più al Sud (2,2%) che al Nord (1,1%).



Oltre alla povertà assoluta, guardiamo agli individui a rischio povertà, ossia al numero di individui che vivono in famiglie con un reddito equivalente al di sotto del 60% del reddito familiare mediano nazionale. A fronte di una media nazionale del 18,1%, nel Mezzogiorno il fenomeno riguarda una persona su tre, precisamente il 32,8%; la Sicilia (41,8%) è la regione con la percentuale più alta, seguita dalla Campania (37,7%).






Verdetto



Dati corretti: il 2014 è stato un anno drammatico per il Sud sia in termini di individui esposti al rischio di povertà sia in termini di nascite, mai così poche dall’Unità d’Italia.



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*Il rapporto Svimez completo verrà pubblicato nell’autunno di quest’anno.