Il 18 ottobre è stato approvato il nuovo decreto del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm), che contiene nuove misure per contenere l’accelerazione dell’epidemia da coronavirus nel nostro Paese.
Nonostante il dibattito degli ultimi giorni, il governo ha deciso di lasciare aperte le scuole, introducendo solo una novità: dal 21 ottobre nelle scuole superiori saranno favorite «forme flessibili nell’attività didattica», per esempio con ingressi degli alunni dalle ore 9 e, dove possibile, turni pomeridiani.
Questa scelta va in controtendenza rispetto a quanto stabilito il 15 ottobre dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca (Pd), che ha deciso di fermare fino a fine mese le lezioni in presenza nelle scuole primarie e secondarie e in università, obbligando docenti e studenti a passare alla didattica a distanza. Ora l’ordinanza di De Luca – definita «gravissima» dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina (M5s) – è arrivata davanti al Tar, che dovrà valutare se ci sono davvero i presupposti per la chiusura.
Tornando al piano nazionale, vista la forte crescita dei contagi e degli ospedalizzati nel nostro Paese, avrebbe davvero senso chiudere le scuole? Abbiamo analizzato che cosa dicono i numeri dell’epidemia e le prime evidenze scientifiche, ancora provvisorie, raccolte in questo ambito. Al momento, trovare una risposta abbastanza affidabile a questa domanda sembra davvero difficile. Vediamo perché.
Nonostante il dibattito degli ultimi giorni, il governo ha deciso di lasciare aperte le scuole, introducendo solo una novità: dal 21 ottobre nelle scuole superiori saranno favorite «forme flessibili nell’attività didattica», per esempio con ingressi degli alunni dalle ore 9 e, dove possibile, turni pomeridiani.
Questa scelta va in controtendenza rispetto a quanto stabilito il 15 ottobre dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca (Pd), che ha deciso di fermare fino a fine mese le lezioni in presenza nelle scuole primarie e secondarie e in università, obbligando docenti e studenti a passare alla didattica a distanza. Ora l’ordinanza di De Luca – definita «gravissima» dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina (M5s) – è arrivata davanti al Tar, che dovrà valutare se ci sono davvero i presupposti per la chiusura.
Tornando al piano nazionale, vista la forte crescita dei contagi e degli ospedalizzati nel nostro Paese, avrebbe davvero senso chiudere le scuole? Abbiamo analizzato che cosa dicono i numeri dell’epidemia e le prime evidenze scientifiche, ancora provvisorie, raccolte in questo ambito. Al momento, trovare una risposta abbastanza affidabile a questa domanda sembra davvero difficile. Vediamo perché.