Il 15 ottobre 2019 Matteo Salvini e Matteo Renzi sono stati ospiti di Bruno Vespa a Porta a Porta (Rai1). Abbiamo verificato il loro confronto, qui trovate i fact-checking relativi alle periferie.


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I problemi delle periferie

I due protagonisti hanno parlato anche di periferie. Secondo Salvini, in Italia ci sarebbero intere periferie «in mano a gruppi di mafia nigeriana» (min. -52:38).

La mafia nigeriana, come riportato da un dossier pubblicato ad aprile 2019, tra gli altri, anche dal Ministero degli Esteri e dal Centro studi internazionali, è un problema reale dell’Italia.

Secondo i dati raccolti nel rapporto, «si stima che i gruppi criminali nigeriani operino ormai da alcuni decenni in circa sessanta Paesi. Le loro attività si differenziano […]: operazioni di riciclaggio ad Hong Kong, traffico di droga con i Paesi dell’America Latina, prostituzione e gioco d’azzardo in Spagna e Italia, truffe finanziarie a Londra». Il dossier specifica come in Italia le organizzazioni criminali nigeriane siano presenti su quasi tutto il territorio, anche in quei luoghi in cui operano organizzazioni criminali autoctone (come camorra o ‘ndrangheta).

Dunque, per quanto il fenomeno possa considerarsi reale e diffuso, non si parla mai, però, di «intere periferie in mano a gruppi» mafiosi provenienti dal Nord Africa.

Renzi, d’altra parte, riconoscendo l’importanza delle periferie e il potenziale pericolo di alcune aree, si è chiesto nel corso della puntata (min. -46:50) perché il governo di Salvini abbia tagliato dei fondi destinati alle periferie stesse.

Nello specifico, l’ex presidente del Consiglio parla «2 miliardi e 100 milioni del progetto che avevo fatto io con Renzo Piano chiamato “Rammendo”» (min. -46:50). Questo denaro, a detta di Renzi, sarebbe stato usato «per fare misure come quota 100 e altre».

Come abbiamo già scritto in passato, è vero che il governo Renzi aveva introdotto (art. 1 comma 974-978 legge di Bilancio 2016) un piano periferie, portato poi avanti anche dal governo Gentiloni. Il programma prevedeva la riqualificazione delle aree urbane degradate con un costo complessivo per lo Stato di 2,06 miliardi di euro.

Il 6 agosto 2018, sotto il governo Conte I, il Senato ha approvato l’emendamento 13.2 del dl Milleproroghe che prevede che i fondi stanziati siano rinviati al 2020. Non si tratta, però, della totalità dei 2,1 miliardi di euro precedentemente stanziati: si tratta di 1,6 miliardi di euro che coinvolgono 96 dei 120 progetti attivi.

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