Nelle ultime due settimane sta destando preoccupazione la diffusione nel mondo di una nuova variante del coronavirus, la variante omicron, che in base ai primi dati sembra essere più contagiosa delle altre.
Al 4 dicembre in Italia erano stati identificati nove casi di infezioni da variante omicron, ma è probabile che i contagi reali siano di più. Lo scorso 26 novembre il Ministero della Salute ha raccomandato a tutte le regioni di rafforzare sia le attività di tracciamento, per individuare e isolare i contatti dei contagiati, sia di sequenziamento, per analizzare i campioni del virus e capire da quale variante provengono.
Ad oggi come è messo il nostro Paese su questi due fronti? Numeri alla mano, non bene: tracciamo e sequenziamo ancora troppo poco, rendendo più difficile la gestione dell’epidemia. Questo non è uno scenario nuovo: già a gennaio scorso avevamo spiegato come l’Italia fosse impreparata alla diffusione di nuove varianti. I passi in avanti compiuti fino ad oggi non sono stati sufficienti a migliorare la situazione di partenza.
Al 4 dicembre in Italia erano stati identificati nove casi di infezioni da variante omicron, ma è probabile che i contagi reali siano di più. Lo scorso 26 novembre il Ministero della Salute ha raccomandato a tutte le regioni di rafforzare sia le attività di tracciamento, per individuare e isolare i contatti dei contagiati, sia di sequenziamento, per analizzare i campioni del virus e capire da quale variante provengono.
Ad oggi come è messo il nostro Paese su questi due fronti? Numeri alla mano, non bene: tracciamo e sequenziamo ancora troppo poco, rendendo più difficile la gestione dell’epidemia. Questo non è uno scenario nuovo: già a gennaio scorso avevamo spiegato come l’Italia fosse impreparata alla diffusione di nuove varianti. I passi in avanti compiuti fino ad oggi non sono stati sufficienti a migliorare la situazione di partenza.