Nei primi otto mesi di quest’anno in Italia ci sono stati quasi 34 mila morti in più rispetto alla media degli anni precedenti alla pandemia. Questo “eccesso di mortalità” è una delle conseguenze più gravi che ha avuto la pandemia di Covid-19 sul nostro Paese.

Quali sono le regioni e province finora più colpite da questo fenomeno? E quali sono state le fasce anagrafiche con un maggiore eccesso di morti?

Prima di vedere che cosa dicono i numeri, bisogna fare alcune premesse. I dati dell’Istat riguardano i morti per tutte le cause e non si possono fare distinzioni su che cosa abbia causato nello specifico il decesso. Al momento i dati sulle cause di morte sono disponibili solo per i primi mesi dello scorso anno.

L’eccesso di mortalità può dirci qualcosa sul reale impatto della pandemia sui morti, ma questo indicatore ha comunque diversi limiti. Negli scorsi mesi l’andamento della mortalità generale è stata infatti influenzata da molti aspetti, non solo dal coronavirus: per esempio, dall’assenza di altre malattie come l’influenza, che lo scorso inverno non si è fatta praticamente sentire. In più, nel fare bilanci, bisogna tenere anche in considerazione il progressivo invecchiamento della popolazione italiana.

A marzo si è toccato il picco

Tra gennaio e agosto 2021 in Italia si sono registrati 472 mila decessi rispetto ai 448 mila della media tra il 2015 e il 2019. I decessi in più, rispetto a quanto ci saremmo attesi, sono stati circa 33.900, mentre nello stesso periodo del 2020 erano stati circa 45.700 mila. Per avere un ordine di grandezza, nei primi otto mesi di quest’anno c’è stato un numero di morti in eccesso pari alla popolazione di tutta la città di Aosta.

In ogni mese del 2021 si è registrato un eccesso di mortalità: il numero più alto si è toccato a marzo, con circa 9.300 morti in eccesso, mentre il punto più basso a luglio, con numeri solo leggermente più alti della media degli anni precedenti. I dati di settembre non sono ancora disponibili, ma secondo Istat le morti in eccesso in questo mese sono state circa 2.900.

Le settimane peggiori sono state le due ultime di marzo, quando in quattordici giorni ci sono stati 6 mila morti in eccesso. Le settimane, per così dire, migliori sono state invece le prime due di luglio, quando complessivamente ci sono stati 400 decessi in meno della media del 2015-2019.

Quali sono le zone più colpite

Quest’anno la maggior parte delle regioni ha finora vissuto un eccesso di mortalità. La regione più colpita è stata la Puglia, con un +19 per cento di decessi rispetto alla media 2015-2019, seguita da Friuli-Venezia Giulia (+12,6 per cento) e Marche (+12,1 per cento). La regione meno colpita è stata invece la Valle d’Aosta, dove si è registrato un calo dei morti del 2 per cento rispetto alla media attesa.

Aprile è stato l’unico mese del 2021 in cui tutte le regioni hanno avuto decessi in eccesso, con una punta del 40 per cento in Puglia. Luglio è invece stato il mese in cui più della metà delle regioni ha registrato un calo dei decessi, con la Valle d’Aosta che ha avuto una diminuzione addirittura del 23,1 per cento.

Anche la stragrande maggioranza delle province italiane ha avuto un eccesso di mortalità nel corso del 2021. Hanno registrato aumenti superiori al 20 per cento le province di Prato, Taranto e Bari e tra il 15 e il 20 per cento quelle di Barletta-Andria-Trani, Udine, Foggia, Pistoia, Rimini, Ancona e Forlì-Cesena.

A Cremona, Verbano-Cusio-Ossola, Viterbo e Terni i decessi sono rimasti stabili rispetto alla media 2015-2019, mentre sono calati più del 2 per cento ad Aosta, Bergamo, Grosseto, Belluno e Alessandria.

A Pordenone e Udine i decessi a gennaio sono cresciuti più del 50 per cento, a febbraio Perugia, Bolzano, Campobasso e Rimini hanno avuto variazioni maggiori del 30 per cento, a marzo Udine, Bari, Brescia, Ancora, Prato e Pistoia hanno registrato crescite di almeno il 50 per cento, ad aprile a Taranto e Bari i decessi sono cresciuti del 60 per cento e a maggio a Barletta-Andria-Trani si è registrata una variazione del 38 per cento.

Come per le regioni, aprile è stato l’unico mese dove tutte le province tranne Trapani hanno visto un aumento del numero di decessi. A luglio, nonostante a livello nazionale i decessi siano rimasti stabili, diverse province – come Barletta-Andria-Trani, Crotone, Isernia, Sud Sardegna e Siracusa – hanno avuto aumenti superiori al 20 per cento.

I dati per fascia anagrafica mostrano una netta divisione tra chi ha più di 50 anni e chi meno: l’eccesso di mortalità si è infatti concentrato tra i primi, mentre gli under 50 hanno visto un calo dei morti rispetto agli anni pre-pandemia. Lo stesso fenomeno si era avuto anche nei primi otto mesi del 2020, seppur con proporzioni differenti.

Tra gennaio e agosto di quest’anno i decessi tra gli over 90 sono aumentati quasi del 12 per cento rispetto alla media del 2015-2019, quelli tra gli 80-89 anni del 6,5 per cento e quelli tra i 50 e i 79 anni quasi del 9 per cento. I decessi sotto i 10 anni sono calati del 32 per cento, quelli tra i 10 e i 29 anni tra il 9,3 e il 10,4 per cento e quelli dei 40-49 anni sono diminuiti dell’8,4 per cento.

Tra gli over 80, tutte le regioni – tranne la Valle d’Aosta – hanno registrato un eccesso di mortalità. La regione peggiore è stata la Puglia, con un aumento del 18,4 per cento, seguita da Friuli-Venezia Giulia al 13 per cento e dalle Marche al 12,6 per cento. Sopra il 10 per cento ci sono anche Trentino-Alto Adige, Umbria e Calabria. Molto vicine al 10 per cento troviamo Emilia-Romagna e Sardegna.

Il mese peggiore per gli over 90 è stato agosto quando i decessi sono cresciuti del 19,4 per cento, mentre per la fascia 80-89 anni è stato aprile, dove si è registrato un aumento del 16 per cento. Anche per la fascia 70-79 anni e per i 60-69 anni aprile è stato il mese peggiore, con aumenti rispettivamente del 27,9 per cento e del 30,7 per cento.

Tra i più giovani, solo chi ha tra i 10 e i 19 anni ha avuto un aumento dei decessi in alcuni mesi (per esempio aprile, maggio e giugno). Va comunque considerato che complessivamente in quella fascia di età muoiono tra le 10 e le 20 persone alla settimana, quindi ci possono essere variazioni percentuali significative a fronte di piccoli aumenti in valori assoluti. Ad aprile, per esempio, sono morti 65 ragazzi tra i 10 e i 19 anni contro una media di 60 tra il 2015-2019.

In conclusione

Nei primi otto mesi di quest’anno in Italia sono morte quasi 34 mila persone in più rispetto alla media registrata tra il 2015-2019. Questo eccesso di mortalità si è concentrato in particolar modo tra marzo e aprile, mentre a luglio si è pressoché azzerato.

Tutte le regioni, tranne la Valle d’Aosta, hanno sperimentato un aumento dei decessi, sebbene con diverse proporzioni. La Puglia è stata la regione più colpita.

A morire in misura maggiore rispetto al passato sono state principalmente le persone anziane, mentre tra gli under 50 si è registrato un calo della mortalità.