Il Pd esagera i successi nelle periferie?

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Nel commentare la vittoria del centrosinistra alle elezioni comunali, diversi esponenti del Partito democratico hanno voluto celebrare i risultati ottenuti nelle periferie delle principali città al voto. Qui, storicamente, si ritiene viva quella parte della cittadinanza meno benestante o meno istruita. Come vedremo più avanti, anche se è un assunto tendenzialmente corretto, non vale per tutte le città.

Secondo il segretario Enrico Letta, il Pd non è più il «partito della Ztl», ossia quello delle zone a traffico limitato dei centri cittadini.

Ma quanto hanno davvero contato le periferie nella vittoria elettorale del Pd? I numeri delle maggiori città al voto – Roma, Milano, Napoli e Torino – suggeriscono cautela e che il centrosinistra non debba esagerare in una lettura troppo ottimistica nei risultati delle maggiori città al voto. Da un lato un peso significativo l’ha avuto l’astensionismo, concentrato per lo più nelle periferie, dall’altro lato non sempre nei quartieri in periferia vivono le famiglie meno benestanti.

A Roma l’astensionismo delle periferie ha giovato al centrodestra

Nelle ultime elezioni amministrative, tanto al primo turno, quanto al ballottaggio, l’affluenza ha fatto segnare dati molto bassi nella maggior parte dei quartieri periferici delle grandi città al voto. Un esempio è il caso di Roma.

Qui, al primo turno, nei tre municipi più periferici l’affluenza ha faticato a superare il 50 per cento degli aventi diritto. Stiamo parlando del Municipio VI, quello più a est, zona Tor Bella Monaca, dove l’affluenza è stata del 42,85 per cento; del Municipio X, quello di Ostia, dove si è arrivati al 46,79 e infine del Municipio IX, zona Tor di Valle, dove si è arrivati al 50,41 (Grafico 1).
Grafico 1. L’affluenza al primo turno nei Municipi di Roma – Fonte: elaborazione di Alessandro Riggio su dati di Roma Capitale - Corriere della Sera
Grafico 1. L’affluenza al primo turno nei Municipi di Roma – Fonte: elaborazione di Alessandro Riggio su dati di Roma Capitale - Corriere della Sera
Ebbene, se incrociamo questi dati con i risultati del primo turno delle amministrative, notiamo che in tutti questi municipi a bassa affluenza il vincitore è stato il candidato del centrodestra Enrico Michetti. Nel Municipio VI, Michetti ha staccato di più di 20 punti percentuali il candidato del centrosinistra Roberto Gualtieri. Più contenuti, ma pur sempre rilevanti, i distacchi nei Municipi IX e X, dove Michetti ha superato Gualtieri rispettivamente di 4 e 12 punti (Grafico 2).
Grafico 2. I risultati del primo turno nei municipi di Roma - Fonte: Elaborazione Youtrend su dati Viminale
Grafico 2. I risultati del primo turno nei municipi di Roma - Fonte: Elaborazione Youtrend su dati Viminale
Nonostante i rapporti di forza siano mutati, l’unico municipio dove Michetti ha prevalso al secondo turno è stato proprio uno dei tre più periferici, il VI. Al ballottaggio, proprio nel Municipio VI si è registrata la più bassa percentuale di affluenza, poco più del 32 per cento.

A Milano Sala stravince nelle zone centrali

Il discorso è leggermente diverso per Milano. Qui, al primo turno, i dati sull’affluenza non hanno segnato grandi differenze tra i vari municipi della città. Per di più, il municipio con l’affluenza più bassa è stato quello del Centro storico, dove i votanti sono stati poco più del 44 per cento (Grafico 3).
Grafico 3. L’affluenza al primo turno nei municipi di Milano – Fonte: elaborazione di Alessandro Riggio su dati Comune di Milano - Corriere della Sera
Grafico 3. L’affluenza al primo turno nei municipi di Milano – Fonte: elaborazione di Alessandro Riggio su dati Comune di Milano - Corriere della Sera
Tuttavia, se si analizzano i risultati del primo turno, è possibile notare come il candidato del centrosinistra Beppe Sala abbia ottenuto i migliori risultati nelle zone più centrali di Milano. Al contrario, nelle zone più periferiche, il divario tra Sala e il candidato del centrodestra Luca Bernardo si riduce.

Per esempio, nella centralissima zona Duomo Sala ha ottenuto più del 60 per cento dei voti, contro il 31 per cento di Bernardo. Al contrario, in zona Parco delle Abbazie, all’estremo sud della città, Sala ha vinto contro Bernardo di soli sei punti percentuali (Grafico 4).
Grafico 4. I risultati del primo turno nei municipi di Milano – Fonte: Elaborazione Youtrend su dati Viminale
Grafico 4. I risultati del primo turno nei municipi di Milano – Fonte: Elaborazione Youtrend su dati Viminale
Inoltre, come emerge dalla mappa dei risultati, il candidato del centrodestra Bernardo ha vinto contro Sala solamente in quattro zone, ma comunque tutte periferiche. Si tratta del Parco Agricolo Sud, del Parco Nord, e di Ponte Lambro e Triulzo superiore nella periferia a sud-est.

A Napoli l’astensionismo spacca a metà la città

Rispetto a Roma e Milano, il discorso su Napoli è più complesso. Come emerge dai dati raccolti dal Corriere della Sera, a Napoli il dato dell’affluenza sembra aver diviso in due blocchi distinti la città.

Al primo turno, l’affluenza maggiore si è registrata infatti nelle zone a nord-ovest. A sud-est, invece, tra Secondigliano, San Lorenzo e Poggio Reale, l’affluenza non ha toccato nemmeno il 45 per cento.
Grafico 5. Affluenza nei quartieri di Napoli al primo turno – Fonte: elaborazione di Alessandro Riggio su dati Comune di Napoli - Corriere della Sera
Grafico 5. Affluenza nei quartieri di Napoli al primo turno – Fonte: elaborazione di Alessandro Riggio su dati Comune di Napoli - Corriere della Sera

La bassa affluenza delle zone a sud-est non sembra comunque aver intaccato la vittoria del candidato del centrosinistra Gaetano Manfredi, che ha vinto ampiamente in tutti i quartieri di Napoli.


Il candidato del centrosinistra ha vinto anche nei quartieri con la più alta astensione, con distacchi superiori al 40 per cento sul candidato del centrodestra Catello Maresca.
Grafico 6. I risultati del primo turno nei quartieri di Napoli – Fonte: Elaborazione Youtrend su dati Viminale
Grafico 6. I risultati del primo turno nei quartieri di Napoli – Fonte: Elaborazione Youtrend su dati Viminale
Al contrario, le zone in cui il candidato del centrosinistra ha vinto con il vantaggio minore sono Pianura e Piscinola Marianella, nella periferia nord, e il quartiere Chiaia, in centro.

Il caso di Torino

Per analizzare il caso di Torino, bisogna sottolineare come la distinzione tra centro e periferia sia piuttosto complessa.

Da un punto di vista geografico, a differenza di Milano e Roma, Torino non ha una pianta circolare e ciò rende più difficile la distinzione tra centro e periferia.

Inoltre, è necessario evidenziare anche un dettaglio di carattere economico. A giugno 2021 il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) ha pubblicato i dati sulle dichiarazioni dei redditi del 2020 di tutte le principali città d’Italia, fornendo numeri precisi a livello sub-comunale. I dati sono stati rielaborati dal giornalista de Il Post Isaia Invernizzi a giugno.

Come testimoniano i dati del Mef – che ha eseguito una distinzione per Codici di avviamento postale (Cap) – le zone più popolari e a basso reddito di Torino si trovano nella parte nord della città. Qui i redditi medi sono inferiori ai 20 mila euro l’anno.

Al contrario, le zone di Torino dove il reddito medio è più alto (fino a quasi 60 mila euro) non sono quelle centrali, bensì quelle a sud est (Grafico 7).
Grafico 7. La mappa dei redditi a Torino per Codici di avviamento postale – Fonte: elaborazione Isaia Invernizzi su dati Mef 2020
Grafico 7. La mappa dei redditi a Torino per Codici di avviamento postale – Fonte: elaborazione Isaia Invernizzi su dati Mef 2020
Osservando la mappa dei risultati del primo turno delle amministrative a Torino, possiamo notare che il candidato del centrodestra Paolo Damilano ha vinto tanto nelle periferia a nord, quanto nella periferia a sud-est della città.

Per esempio il candidato del centrodestra ha vinto con un distacco superiore ai 20 punti sia a Falchera, uno dei quartieri più a basso reddito, che a Santa Margherita, nella zona più benestante. Queste tendenze si sono ripresentate anche al ballottaggio (Grafico 8).
Grafico 8. I risultati del primo turno nelle varie zone di Torino – Fonte: Elaborazione Youtrend su dati Viminale
Grafico 8. I risultati del primo turno nelle varie zone di Torino – Fonte: Elaborazione Youtrend su dati Viminale
Al contrario, i migliori risultati del candidato del centrosinistra Stefano Lo Russo sono arrivati nei quartieri a sud-ovest. Come emerge dai dati del Mef, il reddito medio dei cittadini della zona sud-ovest oscilla tra i 20 e i 25 mila euro annui.

Per quanto riguarda l’affluenza alle urne, anche Torino la zona periferica a nord – quella dei Municipi 5 e 6 –, ha registrato i dati più bassi. Come evidenziato dal grafico precedente, al primo turno queste zone hanno registrato i migliori risultati per il centrodestra (Grafico 9).

Grafico 9. Affluenza nei municipi di Torino al primo turno – Fonte: elaborazione di Alessandro Riggio su dati Comune di Torino - Corriere della Sera
Grafico 9. Affluenza nei municipi di Torino al primo turno – Fonte: elaborazione di Alessandro Riggio su dati Comune di Torino - Corriere della Sera

In conclusione

Nel commentare la vittoria del centrosinistra alle elezioni amministrative, alcuni esponenti del Partito democratico tra i quali il segretario Enrico Letta hanno sostenuto che il Pd non sia più il «partito della Ztl».

Abbiamo analizzato i dati delle comunali a Roma, Milano, Napoli e Torino e possiamo dire che il Pd ha dato una lettura troppo ottimistica dei risultati del voto.

Infatti, nonostante le vittorie di Gualtieri e Sala, a Roma e Milano il centrosinistra ha ottenuto i risultati migliori nelle zone centrali. Al contrario, in periferia, dove l’astensione è stata elevata, il distacco tra centrodestra e centrosinistra è più ridotto.

Discorso leggermente diverso per Napoli e Torino. A Napoli, Manfredi ha vinto con ampio margine anche nelle zone con bassa affluenza. A Torino, invece, il candidato del centrodestra Paolo Damilano ha prevalso sia nella periferia a basso reddito che nei quartieri più agiati.

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