Da un paio di settimane, la Commissione Giustizia del Senato sta esaminando la proposta di legge, presentata dal Partito Democratico, che vuole introdurre la nozione di “consenso” nel reato di violenza sessuale. In concreto, alla base di questa proposta c’è l’idea che un rapporto sessuale sia lecito solo se tutte le persone coinvolte danno il proprio consenso, che il testo precisa debba essere anche «libero e attuale».
Dopo essere stata modificata una prima volta, la proposta di legge è stata approvata all’unanimità il 19 novembre alla Camera, grazie a un accordo raggiunto tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein. Il via libera definitivo del Senato era atteso per il 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ma poi c’è stato un rallentamento, che ha messo in dubbio la solidità dell’intesa tra Meloni e Schlein. I partiti di maggioranza, infatti, hanno sollevato alcuni dubbi sulla proposta e hanno chiesto di poter ascoltare, prima del voto, il parere di altri esperti.
Al di là delle legittime opinioni politiche sul tema, quali sono i dubbi principali sulla proposta di legge? Ne abbiamo parlato con alcuni esperti. I nodi principali sono quattro e riguardano: la definizione del consenso e la sua formulazione come «libero e attuale»; il possibile impatto sull’onere della prova nei processi; la necessità di graduare meglio le pene tra casi diversi; e, più in generale, il modello teorico da adottare per definire il reato di violenza sessuale.
Dopo essere stata modificata una prima volta, la proposta di legge è stata approvata all’unanimità il 19 novembre alla Camera, grazie a un accordo raggiunto tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein. Il via libera definitivo del Senato era atteso per il 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ma poi c’è stato un rallentamento, che ha messo in dubbio la solidità dell’intesa tra Meloni e Schlein. I partiti di maggioranza, infatti, hanno sollevato alcuni dubbi sulla proposta e hanno chiesto di poter ascoltare, prima del voto, il parere di altri esperti.
Al di là delle legittime opinioni politiche sul tema, quali sono i dubbi principali sulla proposta di legge? Ne abbiamo parlato con alcuni esperti. I nodi principali sono quattro e riguardano: la definizione del consenso e la sua formulazione come «libero e attuale»; il possibile impatto sull’onere della prova nei processi; la necessità di graduare meglio le pene tra casi diversi; e, più in generale, il modello teorico da adottare per definire il reato di violenza sessuale.