Sì, «il 90%» dei ricoverati in intensiva è «non vaccinato». No, non sono tutti no-vax

Pagella Politica
La mattina dell’11 agosto su Twitter in Italia è di tendenza «Il 90%». Ad una rapida ricerca risulta che la fonte siano le parole di Giovanni Migliore, presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso), secondo cui «il 90 per cento dei pazienti in terapia intensiva non è vaccinato».

Queste parole sono state sintetizzate – in modo impreciso, come vedremo – da Repubblica nel titolo “Terapie intensive: il 90% è no-vax”, concetto ripreso poi da numerosi utenti del social network.

Abbiamo verificato sui più recenti dati dell’Istituto superiore di sanità (Iss) e la percentuale è sostanzialmente corretta se riferita a chi è stato ricoverato per Covid-19 e non ha completato il ciclo vaccinale. Andiamo a vedere i dettagli.

I dati dell’ultimo report Iss

L’ultimo report dell’Iss pubblicato il 6 agosto contiene i dati relativi ai ricoveri in terapia intensiva tra il 25 giugno e il 25 luglio 2021.
Tabella 1. Copertura vaccinale nella popolazione italiana di età >12 anni (al 17 luglio) e casi di covid-19 diagnosticati, ospedalizzati, ricoverati in terapia intensiva e deceduti negli ultimi 30 giorni, per stato vaccinale e classe d’età – Fonte: Iss
Tabella 1. Copertura vaccinale nella popolazione italiana di età >12 anni (al 17 luglio) e casi di covid-19 diagnosticati, ospedalizzati, ricoverati in terapia intensiva e deceduti negli ultimi 30 giorni, per stato vaccinale e classe d’età – Fonte: Iss
Come si vede, il totale dei ricoverati in terapia intensiva era di 203 persone. Di queste 169 erano non vaccinate (83,3 per cento), 11 vaccinate con ciclo incompleto (5,4 per cento) e 23 vaccinate con ciclo completo (11,3 per cento).

Ma attenzione, come abbiamo scritto di recente, nei dati dell’Iss è classificato come “non vaccinato” sia chi non ha ricevuto nessuna dose sia chi ha ricevuto una dose da meno di 14 giorni; è classificato come “vaccinato in modo incompleto” sia chi ha ricevuto solo una dose sia chi ha ricevuto anche la seconda, se prevista, ma da meno di due settimane; ed è classificato come “completamente vaccinato” solo chi ha completato il ciclo da almeno 14 giorni.

Dunque possiamo dire che sia sostanzialmente vero che il 90 per cento (88,7 per cento, per la precisione) dei ricoverati in terapia intensiva nel periodo 25 giugno-25 luglio 2021 fossero soggetti che non avevano completato il ciclo vaccinale.

Impreciso invece parlare di «no-vax»: come abbiamo visto, nel «90 per cento» è compreso anche un 5 per cento abbondante di persone che hanno ricevuto la prima dose ma non la seconda, oppure che hanno ricevuto la seconda ma non sono passati 14 giorni tra questa e l’infezione, e che dunque sarebbe scorretto qualificare come contrari ai vaccini.

Anche parlare genericamente di «no-vax» per l’83,3 per cento di persone ricoverate in terapia intensiva classificate come “non vaccinate” dall’Iss è una semplificazione. È vero che dal 3 giugno in teoria chiunque, quale che sia la sua età, può prenotare la vaccinazione ma non si può escludere che tra i ricoverati ci siano persone che avrebbero voluto vaccinarsi ma non hanno potuto farlo per le più svariate ragioni. O, ancora, persone che hanno ricevuto una dose ma da meno di 14 giorni.

Ad esempio tra i 26 ricoverati in terapia intensiva con un’età compresa tra i 12 e i 39 anni – perché il virus può essere molto pericoloso anche per i giovani – è possibile che ci siano ragazzi che hanno prenotato il vaccino appena possibile ma sono stati infettati prima di poter ricevere la prima dose o prima che fossero passati i 14 giorni dalla prima dose in cui si ottiene una parziale immunizzazione.

In conclusione

Il dato che sta circolando nelle ultime ore su Twitter del «90%» di non vaccinati tra i ricoverati in terapia intensiva è sostanzialmente corretto ma necessita di qualche precisazione. In primo luogo è un arrotondamento: il dato ufficiale più recente (periodo 25 giugno-25 luglio) è dell’88,7 per cento. In secondo luogo stiamo parlando di persone che non hanno completato il ciclo vaccinale, dunque nel «90%» sono ricomprese anche (poche) persone che hanno ricevuto la prima dose da almeno 14 giorni (circa il 5 per cento).

La percentuale di persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose (o una dose ma da meno di 14 giorni) e che sono finite in terapia intensiva tra il 25 giugno e il 25 luglio è pari all’83,3 per cento.

Anche in riferimento a questi soggetti, definirli complessivamente «no-vax» è una semplificazione: non sappiamo infatti quanti di loro abbiano ricevuto un vaccino ma da meno di 14 giorni, quanti avrebbero voluto vaccinarsi e non hanno potuto farlo e quanti invece fossero pregiudizialmente contrari alla vaccinazione.

In ogni caso dai dati emerge al di là di qualsiasi dubbio che la vaccinazione sia molto efficace nel contrastare la Covid-19 e che i pericoli siano molto maggiori per chi non si vaccina.

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