Se in vista delle comunali in autunno l’alleanza Pd-M5s rischia di non produrre candidati comuni, anche fra i partiti del centrodestra la scelta dei nomi da proporre nelle città al voto si sta rivelando faticosa. Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia infatti si presenteranno insieme alla competizione elettorale del prossimo autunno (la data precisa non è ancora stata decisa), quando si andrà a votare in oltre 1.300 comuni, fra cui Roma, Milano, Bologna, Napoli e Torino.
Del resto, il dialogo fra alleati, in questi mesi, è stato complicato dalla diversa posizione nei confronti del governo di Mario Draghi: Forza Italia e Lega fanno infatti parte della maggioranza che sostiene il premier, mentre Fratelli d’Italia è all’opposizione e non risparmia critiche neanche ai colleghi di coalizione.
A Roma e Milano, Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia stanno ancora passando in rassegna le personalità papabili. I più “desiderati” (soprattutto dal Carroccio) sono l’ex sindaco Gabriele Albertini per il capoluogo lombardo e l’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso per la Capitale. Dettaglio non irrilevante: nessuno dei due ha ufficializzato la propria disponibilità.
A Bologna, dal 27 aprile al 7 maggio, la coalizione di centrodestra ha invece deciso di tenere i propri Stati generali, una serie di incontri tematici per arrivare, successivamente, a maturare anche un nome per il candidato sindaco.
A Torino un candidato del centrodestra invece c’è, l’imprenditore del Barolo Paolo Damilano, candidato civico subito promosso dalla Lega, e più timidamente anche da Forza Italia e Fratelli d’Italia.
Vediamo i dettagli, città per città.
Roma
Lo stallo sul candidato del centrodestra a Roma è stato fotografato da una risposta della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, intervistata dal Messaggero il 3 maggio: «Da settimane chiedo che si riunisca il tavolo del centrodestra per sciogliere alcuni nodi politici, tra cui naturalmente quello dei candidati sindaco a Roma e nelle altre grandi città – ha detto Meloni – Noi ci siamo, siamo pronti anche domattina con le nostre proposte e una rosa di candidati». Quali siano i nomi della rosa, a dire il vero, non è ancora chiaro.
Un nome viene ripetuto da mesi ed è quello di Guido Bertolaso, ex capo della Protezione civile e poi sottosegretario con delega all’emergenza rifiuti durante il quarto governo Berlusconi. In questi mesi, Bertolaso è stato consulente della regione Lombardia per la campagna vaccinale, ma ha concluso il suo incarico a fine aprile.
In ogni caso, il 29 aprile l’ex capo della Protezione civile si è di nuovo sfilato dall’ipotesi di una corsa al Campidoglio: «Per i romani Guido Bertolaso sindaco sarebbe un incubo – ha risposto intervistato al L’Aria che tira su La7 – io non sono una persona facile, non sono propenso al compromesso».
Un no che il centrodestra non sembra disposto ad accettare. Il 2 maggio il segretario della Lega Matteo Salvini – assicurando anche lui che con gli alleati «si vedranno presto» per decidere i candidati – ha di nuovo citato Bertolaso nella lista dei suoi “preferiti” per le comunali in autunno. L’ex numero uno della Protezione civile è anche il nome più gradito a Forza Italia che – per voce del coordinatore nazionale Antonio Tajani – l’ha definito più volte «l’unico candidato del centrodestra in grado di vincere a Roma».
Milano
La Lega vuole puntare su Gabriele Albertini, 70 anni, già sindaco di Milano per due mandati, dal 1997 al 2006, in quota Forza Italia. Imprenditore, ex europarlamentare e senatore, Albertini è, secondo Matteo Salvini, il nome giusto per competere con il sindaco uscente Beppe Sala.
Il 26 aprile il segretario della Lega ha incontrato Albertini e non ha nascosto le sue speranze per la ricandidatura dell’ex primo cittadino. Albertini – che nel corso della giornata avrebbe ricevuto anche una telefonata da Silvio Berlusconi – non ha ancora sciolto la riserva, ma ha dettato una condizione senza la quale non darà la propria disponibilità: «Devono mettersi d’accordo fra di loro», ha commentato l’ex senatore riferendosi alla coalizione di centrodestra.
Mentre Salvini spinge sull’acceleratore, gli alleati rimangono più cauti. Nonostante la telefonate di Berlusconi, il coordinatore nazionale Antonio Tajani si è limitato a dire: «Mi auguro che il prima possibile possano esserci incontri per le candidature unitarie». La stessa richiesta che viene da Fratelli d’Italia.
Il segretario della Lega ha anche stabilito una scadenza: la decisione arriverà entro metà maggio. Non è chiaro se almeno questa data sia concordata con gli altri due attori della coalizione.
Torino
Nel capoluogo piemontese, la situazione del centrodestra è più definita. Già a dicembre si è fatto avanti un candidato civico potenzialmente competitivo, l’imprenditore del vino (Barolo) Paolo Damilano.
Anche in questo caso, la Lega è stata la prima a farsi avanti con un deciso endorsement, fra le esitazioni degli alleati: Damilano «è l’uomo giusto al posto giusto – ha decretato il leader del Carroccio già a gennaio – rappresenta un uomo del fare, dopo i troppi no degli ultimi anni».
L’appoggio del resto dello schieramento viene comunque dato per scontato da mesi. Nelle scorse settimane, tuttavia, è arrivato in maniera esplicita da Forza Italia. Anche il coordinatore forzista del Piemonte, Paolo Zangrillo, ha infatti dato la sua benedizione all’imprenditore torinese: «Ha le idee chiare e può farci vincere».
Intanto, il 26 aprile Damilano ha presentato la sua lista civica “Torino bellissima” e il corrispondente simbolo elettorale.
Bologna
Il centrodestra ha avviato una fase preliminare alla scelta di un candidato comunque, ovvero i propri Stati generali: undici giorni di tavoli virtuali dal 27 aprile al 7 maggio, in cui non parleranno i partiti ma le associazioni, gli ordini professionali, i sindacati e i comitati che animano la vita della città.
In questa «fase di ascolto» sono state invitate anche le liste civiche vicine al centrodestra. Fra queste, Bologna Civica dell’ex ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e del direttore generale di Confcommercio Ascom Bologna Giancarlo Tonelli. Galletti – moderato, ex Udc – è stato per mesi dato come candidato papabile, ma recentemente si è sfilato: «Amo Bologna, ma non mi candido».
Giustizia
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