Davvero l’Ue vuole vietare le bustine di zucchero al bar?

Lo sostiene Matteo Salvini, parlando di «eco-follia». Vediamo che cosa c’è di vero in questa storia 
Pagella Politica
Il 28 marzo, il segretario della Lega Matteo Salvini ha accusato sui social network l’Unione europea di voler «vietare le bustine di zucchero nei bar» perché «inquinano troppo». «L’ultima eco-follia targata Bruxelles», ha scritto il vicepresidente del Consiglio, aggiungendo: «Dopo i disastri del Green Deal che stanno distruggendo il settore automotive, non si ferma la pericolosa ipocrisia dei burocrati europei. No alla follia dell’ideologia green, Sì al buonsenso e alla concretezza!».
Ma davvero tutte le bustine di zucchero spariranno presto dai banconi dei bar? In breve la risposta è no, anche se c’è un fondo di verità in questa storia.

La fonte del post di Salvini è un articolo pubblicato il 27 marzo dal quotidiano Il Giornale, secondo cui «nel mirino» dell’Ue «sono finite le confezioni monodose di latte e zucchero, quelle che troviamo comunemente nei bar e nei ristoranti». «Stando alle ultime informazioni trapelate, infatti, dopo tutta la serie di divieti già emessi, ecco che adesso tocca anche alle piccole bustine che vengono servite insieme alle bevande, e non solo», spiega l’articolo. «Dei monodose a cui tutti siamo abituati ma ai quali, a quanto pare, dovremo presto rinunciare».

Non è chiaro a quali indiscrezioni faccia riferimento il quotidiano. In realtà, lo scorso dicembre il Consiglio dell’Ue e il Parlamento europeo hanno approvato ufficialmente un nuovo regolamento con l’obiettivo di ridurre, entro il 1° gennaio 2030, la produzione di rifiuti da imballaggi. I regolamenti europei, lo ricordiamo, sono atti legislativi vincolanti che devono essere applicati integralmente in tutti gli Stati membri. Le nuove norme – si legge sul sito del Consiglio dell’Ue – prevedono restrizioni per gli imballaggi di plastica monouso, che includono anche «porzioni individuali di condimenti, salse, creme di latte e zucchero in alberghi, bar e ristoranti».

Un allegato del regolamento elenca le «restrizioni all’uso di determinati formati di imballaggio». In particolare, queste restrizioni si applicano agli «imballaggi di plastica monouso per condimenti, conserve, salse, panna da caffè e zucchero» destinati al settore alberghiero, della ristorazione e del catering. Tra gli esempi di imballaggi sono citate le bustine, le vaschette, i vassoi e le scatole. Sono previste due eccezioni: «gli imballaggi forniti con alimenti da asporto destinati a essere consumati immediatamente, senza bisogno di ulteriori preparazioni»; e «gli imballaggi necessari per garantire sicurezza e igiene in contesti con esigenze mediche di cura individuale, come ospedali, cliniche o residenze sanitarie assistenziali».

In conclusione, è vero che dai bar potranno sparire alcune bustine di zucchero, ma solo quelle realizzate in plastica.

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