No, l’Ue non vuole eliminare la parola “uomo”

Lo ha scritto Matteo Salvini sui social, criticando le nuove «linee guida» della Commissione europea. Le cose però non stanno così
Pagella Politica
Il 23 febbraio il leader della Lega Matteo Salvini ha scritto su Instagram che «in Europa si preoccupano di rimuovere le parole che contengono “man”, per paura di offendere chi si sente escluso». «Eliminare la parola “uomo”: ecco la folle neolingua dell’Ue», si legge nel post di Salvini, che critica le «linee guida della Commissione europea», con una foto della presidente Ursula von der Leyen. Tra gli esempi delle parole inglese vietate, ci sarebbero snowman (pupazzo di neve, in italiano), businessman (uomo d’affari) e policeman (poliziotto).

La guida di stile della Commissione Ue

Il post di Salvini fa riferimento alla guida di stile della Commissione Ue, il cui contenuto è stato aggiornato di recente. Una guida di stile è un documento che stabilisce regole e indicazioni su come scrivere in modo chiaro, coerente e corretto. Di solito le istituzioni, le testate giornalistiche e le case editrici – solo per citare alcuni esempi – si dotano di una guida di stile per garantire al loro interno uniformità nella comunicazione, sia dal punto di vista della forma sia del tono e dello stile. 

La prima edizione della guida di stile della Commissione Ue risale a oltre cinquant’anni fa ed è stata pubblicata nel 1982. Attualmente, il testo è alla sua ottava edizione, che è uscita nel 2016 ed è stata aggiornata varie volte negli anni, da ultimo il 17 febbraio 2025.

Nella prima riga dell’introduzione della guida di stile, viene subito sottolineato che il documento della Commissione Ue è pensato soprattutto per chi scrive o traduce in inglese per la Commissione stessa, indipendentemente dal fatto che lavori al suo interno o come freelance. A questi, è richiesta una certa precisione nel linguaggio, soprattutto per facilitare la comprensione per i non madrelingua inglesi. 

Dunque le indicazioni della guida valgono per un pubblico specifico, e non per i cittadini in generale degli Stati membri dell’Ue. In ogni caso, stiamo parlando di raccomandazioni, e non di obblighi vincolanti, che gli organi interni della Commissione Ue sono invitati a seguire nella realizzazione di contenuti come comunicati stampa, grafiche, post sui social network, presentazioni, materiale usato nella comunicazione interna, discorsi pubblici o editoriali.

Il documento elenca una serie di linee guida su tutti gli aspetti del linguaggio e della grammatica, dall’uso della punteggiatura al modo in cui vanno scritte le note a piè di pagina nei testi ufficiali. Alla guida è allegato anche un altro testo, con la corretta traduzione dei nomi di tutte le istituzioni dei 27 Stati membri dell’Ue. Per esempio, nella parte relativa all’Italia è indicato il modo corretto con cui tradurre il nome di territori come le regioni italiane, delle cariche istituzionali come il presidente del Consiglio (Prime minister), o di istituzioni come il Consiglio superiore della magistratura (Superior Council of the Judiciary).

Insomma, è chiaro che le linee guida redatte dalla Commissione Ue riguardano il linguaggio tecnico e preciso della comunicazione istituzionale, e non intervengono in alcun modo – come invece suggerisce Salvini – sul modo di scrivere e parlare dei cittadini europei.

Il linguaggio inclusivo

Nel capitolo “Scrivere in inglese” della guida di stile, una sezione è dedicata al cosiddetto “linguaggio inclusivo”, ossia quel linguaggio che cerca di evitare pregiudizi e discriminazioni verso gruppi o individui in base a sesso, genere, etnia, abilità, età o altre caratteristiche personali.

Il fatto che il tema del linguaggio inclusivo sia delicato è noto alla stessa Commissione Ue, che infatti ha specificato che si tratta di «linee guida generiche». «Per favore siate consapevoli che questa è un’area del linguaggio sensibile e in evoluzione», si legge in seguito. Fatta questa premessa, la guida segnala che gran parte del linguaggio ufficiale nei documenti dell’Ue usa ancora il maschile per riferirsi a tutti i generi. «In ogni caso, oggi dove possibile è preferibile usare il genere neutro», specifica la guida.

Qui va sottolineato che stiamo parlando di indicazioni che fanno riferimento alla lingua inglese, e non sono tutte traducibili in italiano. L’inglese ha il genere neutro, mentre l’italiano no. Per dirne una, quando si parla di persone sposate la guida dichiara che invece di parlare di husband e wife (marito e moglie), sarebbe più inclusivo parlare di partner, parola che rimane uguale anche in italiano, o spouse, che in italiano è un termine che viene declinato per genere e diventa “sposo” o “sposa”.

Il testo fa alcuni esempi in cui nelle comunicazioni ufficiali in inglese sarebbe da preferire il genere neutro al maschile. Per esempio, per parlare di pompieri è meglio utilizzare il termine firefighter invece di fireman, e police officer al posto di policeman o policewoman quando si parla di agenti di polizia. 

Per quanto riguarda le parole che contengono la parola man al loro interno, la guida propone alcune alternative da usare, dove possibile. Per esempio invece di man-made (fatto a mano) si potrebbero usare parole come manufactured, artificial or human-made; per riferirsi a tutta l’umanità, al posto di mankind è preferibile usare humankind; e per parlare di manodopera sarebbe meglio usare il termine staff o human resources, invece di manpower

Perché non è una novità

Queste indicazioni sul linguaggio inclusivo non sono nuove, come lascia intendere il post di Salvini. Le raccomandazioni sono sì presenti nell’aggiornamento dell’ottava edizione della guida di stile, pubblicato a febbraio 2025, ma sono state introdotte anni fa. 

La sezione sul linguaggio inclusivo, infatti, è stata inserita a febbraio 2019 nella guida di stile della Commissione Ue. Le indicazioni su come usare le parole contenenti “man” risalgono a ottobre 2019, quasi sei anni fa. Quelle che suggeriscono di usare il genere neutro per i mestieri, dove possibile, erano già presenti almeno vent’anni fa, nella quinta edizione della guida di stile, pubblicata nel 2005. «Usa il tuo giudizio nella scelta delle forme dei sostantivi per enfatizzare o ridurre l’importanza del genere», si legge in quell’edizione della guida di stile, che tra gli esempi citava proprio la necessità di usare policewoman per riferirsi alle poliziotte, al posto di policeman (parola che contiene “man” al suo interno).

Ricapitolando: non è vero che l’Ue vuole eliminare l’uso della parola inglese “man”, men che meno l’uso della parola italiana “uomo”. Il post di Salvini rischia di essere fuorviante perché, al netto delle legittime opinioni sul linguaggio inclusivo, non specifica che le raccomandazioni della Commissione Ue riguardano solo la comunicazione istituzionale. E che queste raccomandazioni non sono nuove, ma risalgono ad anni fa.

Non è la prima volta che il leader della Lega critica un documento della Commissione europea riguardante il linguaggio, esagerandone la portata. Nel 2021, insieme ad altri politici di destra italiani ed europei, Salvini aveva accusato l’Ue di voler «vietare» l’uso del termine “Natale”, di alcuni nomi cristiani e dell’espressione “signore e signori”, perché «offensivi». Qui avevamo spiegato come stavano davvero le cose. In quel caso, l’allora commissaria europea all’Uguaglianza, la maltese Helena Dalli, aveva deciso di ritirare le linee guida per la comunicazione inclusiva.

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