Il dibattito sulla velocità della campagna vaccinale italiana è spesso viziato da un errore di prospettiva: quello secondo cui, con la giusta organizzazione, si potrebbe arrivare a numeri molto più consistenti rispetto a quelli che in realtà si riescono a somministrare. In realtà si dimentica una variabile che è ancora più importante: quanti vaccini abbiamo a disposizione.
Da quando è iniziata la campagna vaccinale anti-Covid, uno dei temi di maggiore dibattito in Italia riguarda l’efficienza del nostro Paese nelle vaccinazioni. L’arrivo di Mario Draghi a Palazzo Chigi non ha fatto altro che aumentare le discussioni su questo punto.
Da un lato molti politici – tra cui Matteo Renzi – ripetono che il costante aumento delle somministrazioni sia merito del nuovo governo e del commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo. Dall’altro lato, come abbiamo sottolineato di recente, va detto che gli obiettivi fissati dal commissario sono stati finora sistematicamente disattesi.
Al di là delle valutazioni politiche, cerchiamo di capire una volta per tutte perché la velocità delle vaccinazioni in Italia (ma anche nei grandi Paesi Ue) continua a dipendere – come già valeva per il precedente governo – soprattutto dal numero di dosi di vaccino che settimanalmente sono consegnate dalle case farmaceutiche.
Da quando è iniziata la campagna vaccinale anti-Covid, uno dei temi di maggiore dibattito in Italia riguarda l’efficienza del nostro Paese nelle vaccinazioni. L’arrivo di Mario Draghi a Palazzo Chigi non ha fatto altro che aumentare le discussioni su questo punto.
Da un lato molti politici – tra cui Matteo Renzi – ripetono che il costante aumento delle somministrazioni sia merito del nuovo governo e del commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo. Dall’altro lato, come abbiamo sottolineato di recente, va detto che gli obiettivi fissati dal commissario sono stati finora sistematicamente disattesi.
Al di là delle valutazioni politiche, cerchiamo di capire una volta per tutte perché la velocità delle vaccinazioni in Italia (ma anche nei grandi Paesi Ue) continua a dipendere – come già valeva per il precedente governo – soprattutto dal numero di dosi di vaccino che settimanalmente sono consegnate dalle case farmaceutiche.