Oltre alla carica di vicepresidente del Consiglio, nel governo Meloni il leader della Lega Matteo Salvini è alla guida del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile (Mims), che gestisce progetti per decine di miliardi di euro.
Entro il 2026 il Mims dovrà infatti portare a termine interventi finanziati con oltre 40 miliardi di euro dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), a cui si aggiungono circa 21 miliardi di euro di fondi nazionali. Il ministero guidato da Salvini è responsabile di una sessantina circa di obiettivi concordati dall’Italia con l’Unione europea, da centrare entro i prossimi quattro anni per ricevere i soldi del Pnrr. Secondo un recente rapporto del Mims, il ministero ha raggiunto i traguardi del Pnrr previsti per il 2021 ed è a buon punto anche su quelli da rispettare entro la fine del 2022. Nel futuro prossimo, però, il lavoro del ministro Salvini rischia di farsi più complicato su questo fronte: nei prossimi mesi è prevista la partenza effettiva di molti cantieri, finanziati con il Pnrr, e l’aumento dei costi delle materie prime rischia di rendere più difficile il raggiungimento di tutte le scadenze nei tempi stabiliti.
Il piano concordato con l’Ue è però solo uno dei dossier su cui il leader della Lega dovrà ora rimettersi alla prova al governo del Paese, dopo l’esperienza da ministro dell’Interno tra giugno 2018 e settembre 2019. Tra cantieri bloccati, codici degli appalti e grandi opere, Salvini avrà molto da fare.
Entro il 2026 il Mims dovrà infatti portare a termine interventi finanziati con oltre 40 miliardi di euro dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), a cui si aggiungono circa 21 miliardi di euro di fondi nazionali. Il ministero guidato da Salvini è responsabile di una sessantina circa di obiettivi concordati dall’Italia con l’Unione europea, da centrare entro i prossimi quattro anni per ricevere i soldi del Pnrr. Secondo un recente rapporto del Mims, il ministero ha raggiunto i traguardi del Pnrr previsti per il 2021 ed è a buon punto anche su quelli da rispettare entro la fine del 2022. Nel futuro prossimo, però, il lavoro del ministro Salvini rischia di farsi più complicato su questo fronte: nei prossimi mesi è prevista la partenza effettiva di molti cantieri, finanziati con il Pnrr, e l’aumento dei costi delle materie prime rischia di rendere più difficile il raggiungimento di tutte le scadenze nei tempi stabiliti.
Il piano concordato con l’Ue è però solo uno dei dossier su cui il leader della Lega dovrà ora rimettersi alla prova al governo del Paese, dopo l’esperienza da ministro dell’Interno tra giugno 2018 e settembre 2019. Tra cantieri bloccati, codici degli appalti e grandi opere, Salvini avrà molto da fare.