Il TG1 ha detto davvero che il governo darà mille euro a ogni anziano?

Abbiamo verificato che cosa c’è di vero, e che cosa no, in un’accusa fatta tra gli altri da Carlo Calenda
ANSA
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Nelle scorse ore alcuni politici di partiti all’opposizione hanno accusato il TG1 di aver mandato in onda su Rai 1 un titolo scorretto e fuorviante per un servizio sulle nuove misure dedicate agli anziani approvate dal governo Meloni. «Due giorni fa la Rai manda un servizio e il sottopancia del servizio dice che verranno dati dal governo mille euro ad anziano e che si vota l’8 e il 9 giugno», ha dichiarato (min. 0:24) il leader di Azione Carlo Calenda. «Il messaggio manco troppo subliminale è: “Votate il governo perché vi dà i soldi”. Non è vero che tutti gli anziani ricevono mille euro». Anche il deputato del Partito Democratico Marco Furfaro ha preso una posizione simile, parlando di «piccineria da propaganda di regime». 

Vediamo che cosa c’è di vero, e che cosa no, in questa accusa contro il TG1.

L’edizione del TG1 a cui hanno fatto riferimento Calenda e Furfaro è quella serale di giovedì 25 gennaio 2024 (qui si può vedere il video integrale). Nei titoli di testa del telegiornale la notizia di apertura ha riguardato il Consiglio dei ministri che si è tenuto quel giorno e in cui il governo Meloni ha approvato vari provvedimenti. «Via libera dal Consiglio dei ministri al “Patto per la terza età”. Meloni: “Riforma che l’Italia aspettava da vent’anni”. Election day 8 e 9 giugno», ha detto la conduttrice del telegiornale presentando in pochi secondi la notizia, che sullo schermo era accompagnata dal titolo incriminato: «1000 euro in più per gli anziani. Si voterà l’8 e il 9 giugno» (Immagine 1).
Immagine 1. Il titolo di testa che ha accompagnato la prima notizia dell’edizione serale del TG1 del 25 gennaio – Fonte: Raiplay
Immagine 1. Il titolo di testa che ha accompagnato la prima notizia dell’edizione serale del TG1 del 25 gennaio – Fonte: Raiplay
La conduttrice non ha detto che ogni anziano riceverà dal governo mille euro né che per approvare questa misura gli elettori saranno chiamati a votare il prossimo 8 e 9 giugno, come invece poteva suggerire l’accostamento nel titolo scritto. In queste due date, stabilite dal Consiglio dei ministri, si andrà a votare per le elezioni europee e per le elezioni comunali nelle città dove andranno eletti i nuovi sindaci. Oltre a stabilire le date delle elezioni, il governo ha anche dato il via libera a un decreto legislativo per attuare la legge delega con misure in favore degli anziani, approvata lo scorso anno dal Parlamento. 

Dopo i titoli di testa è stato mandato in onda il servizio completo sulle misure prese dal governo. «Via libera dal Consiglio dei ministri al “Patto per la terza età”. Più di un miliardo di euro in due anni per aiutare e sostenere gli anziani con reddito basso», ha dichiarato (min. -36:16) la conduttrice prima che fosse mostrato il servizio, aggiungendo: «Questo non è l’unico provvedimento deciso oggi. Arrivano nuove norme su beneficenza e influencer. E poi c’è anche il via libera all’election day per l’8 e il 9 giugno, per le europee e le amministrative».

All’inizio del servizio sono riportate (min. -35:51) le parole della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, contenute in una nota pubblicata il 25 gennaio: «Diamo risposte concrete ai bisogni di oltre 14 milioni di persone e alle loro famiglie». Questo numero fa riferimento a tutte le persone residenti in Italia con oltre 65 anni di età. Dopo la notizia sulle elezioni, da cui si capisce che non c’è un collegamento con il decreto legislativo sugli anziani, il servizio si è concentrato di nuovo sulle misure per gli anziani, spiegando più nel dettaglio il provvedimento adottato dal governo. Al momento il testo ufficiale del decreto legislativo non è ancora disponibile: come si legge in un comunicato stampa del governo, il Consiglio dei ministri ha approvato il documento «in via preliminare», dunque servirà ancora un voto per la sua approvazione definitiva. 
Di fatto il servizio del TG1 ha elencato le informazioni disponibili sul decreto legislativo, presentate dal governo nel comunicato stampa e in una conferenza stampa, e pubblicate anche da altre fonti stampa. Tra le altre cose, il decreto ha stanziato circa un «miliardo di euro» per misure che serviranno «a garantire a 4 milioni di anziani non autosufficienti dignità, autonomia, inclusione sociale, anche attraverso sanità preventiva, telemedicina a domicilio, attività fisica». Una frase piuttosto generica, a cui è stato poi aggiunto l’approfondimento sui «mille euro». «La metà delle risorse andrà alla “prestazione universale”, un beneficio di mille euro al mese da destinare al lavoro di cura e di assistenza, che si aggiungerà all’indennità di accompagnamento per la non autosufficienza, e sarà riservato agli ultra ottantenni gravissimi, con un Isee fino a 6 mila euro» (Immagine 2).
Immagine 2. La grafica contenuta nel servizio del TG1 del 25 gennaio – Fonte: Raiplay
Immagine 2. La grafica contenuta nel servizio del TG1 del 25 gennaio – Fonte: Raiplay
Dalle parole della giornalista e dalla grafica mostrata durante il servizio è evidente che i «mille euro» della nuova “prestazione universale” non andranno a tutti gli anziani, ma solo a un parte di quelli non autosufficienti. In realtà il comunicato stampa del governo ha dato delle cifre un po’ diverse. «Dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026, in via sperimentale e nel limite di spesa massimo pari a 300 milioni annui, si introduce una “prestazione universale” composta da una quota fissa monetaria e da una quota integrativa definita “assegno di assistenza”, finalizzata all’acquisto di servizi, per promuovere il progressivo potenziamento delle prestazioni assistenziali per il sostegno alle persone anziane non autosufficienti e destinata a sostituire progressivamente l’indennità di accompagnamento», si legge nel comunicato. «La componente relativa alla quota fissa monetaria corrisponde alla medesima quota stabilita attualmente per l’indennità di accompagnamento (527,16 euro mensili); la quota integrativa è pari a 850 euro mensili ed è finalizzata a remunerare il costo del lavoro di cura e assistenza, svolto da lavoratori domestici o l’acquisto di servizi destinati al lavoro di cura e assistenza».

Il comunicato stampa del governo non dice quanti anziani potranno beneficiare di questo nuovo assegno mensile. Secondo fonti stampa, gli anziani che saranno potenzialmente coinvolti da questa misura saranno circa 25 mila, una piccola parte rispetto ai quasi 4 milioni di anziani che secondo Istat hanno «gravi difficoltà nelle attività funzionali di base».

Il decreto legislativo approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri non contiene comunque solo la nuova “prestazione universale”, ma anche altre misure che però non sono state descritte nei dettagli.

Ricapitolando: è vero che l’edizione del TG1 ha presentato una notizia con un titolo potenzialmente fuorviante, come hanno dichiarato Calenda e Furfaro, ma non è mai stato detto che il governo darà a ogni anziano mille euro e che per ottenere questi soldi si andrà a votare a giugno. Un’ultima curiosità: anche alcune testate giornalistiche spesso critiche nei confronti del governo hanno titolato i loro articoli dicendo che agli anziani andranno mille euro. “Dal 1 gennaio 2025 parte la prestazione universale per anziani over 80: 1000 euro in più al mese”, titola un articolo di Fanpage. “Arriva la prestazione universale per gli anziani, per loro mille euro in più”, titolava un articolo di Repubblica, che poi lo ha modificato aggiungendo i numeri sui potenziali beneficiari. 

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