Giovani e lavoro sono i temi di cui Mattarella parla sempre a fine anno

Abbiamo analizzato i nove discorsi che il presidente della Repubblica ha fatto il 31 dicembre dal 2015 a oggi
Ansa
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Nella serata del 31 dicembre, alle ore 20:30, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rivolto al Paese il suo nono «messaggio di fine anno agli italiani». Il messaggio di fine anno è il discorso che dal 1949 tutti i capi di Stato italiani fanno a reti televisive unificate e che rappresenta una sintesi di quanto accaduto nell’anno al termine e un augurio per l’anno successivo.

Dal 2015 a oggi i discorsi di Mattarella hanno toccato tutti i principali eventi che hanno interessato l’Italia e il mondo, dal terrorismo islamico alle guerre in Ucraina e Palestina, passando per la pandemia da Covid-19. Nonostante i cambiamenti nello scenario nazionale e internazionale, secondo le verifiche di Pagella Politica ci sono due temi che hanno sempre trovato posto nei messaggi agli italiani del presidente della Repubblica: il lavoro e i giovani.

Il discorso di fine 2023

Nel suo messaggio agli italiani del 31 dicembre scorso Mattarella ha esordito con l’augurio che il 2024 possa aprirsi a «giorni positivi e rassicuranti», senza però «distogliere il pensiero da quanto avviene intorno a noi», dalle devastazioni della guerra in Ucraina alle vittime causate prima dall’attacco terroristico di Hamas, poi dalla risposta dell’esercito israeliano. 

Oltre alla guerra e la necessità di cercare una pace stabile e duratura, Mattarella ha trattato una serie di temi centrali nel dibattito pubblico. Tra questi ci sono la violenza sulle donne, i cambiamenti climatici, l’immigrazione, l’intelligenza artificiale e l’importanza della solidarietà, senza dimenticare l’attenzione per il lavoro «che manca» nonostante «un significativo aumento dell’occupazione» e l’importanza dei giovani e della loro «capacità di cogliere il nuovo».

Proprio il “Lavoro” e i “Giovani” sono gli unici due temi sempre presenti nei discorsi di fine anno di Mattarella. «Il lavoro manca ancora a troppi dei nostri giovani», ha sottolineato l’attuale presidente della Repubblica nel suo primo messaggio di fine anno nel 2015. Per il capo dello Stato infatti, nonostante i mutamenti avvenuti negli anni, quello relativo al lavoro rimane sempre «il problema numero uno del Paese» (2016) tra precarietà, retribuzioni insufficienti e infortuni troppo spesso mortali. Le giovani generazioni sono state citate da Mattarella in relazione al futuro, sia come esempio di sensibilità alle questioni ambientali, nel discorso 2019, sia come categoria più penalizzata e «disorientata» a causa di «un mondo che tradisce le loro attese», nel discorso del 2023. Nel 2018 il capo dello Stato ha citato tra le «molte questioni» che il nostro Paese deve risolvere proprio «la mancanza di lavoro» e l’alto debito pubblico, che «pone una pesante ipoteca sul futuro dei giovani». Lo stesso concetto è stato espresso anche tre anni dopo, nel 2021, quando Mattarella ha posto l’accento sulla «troppo diffusa precarietà che sta scoraggiando i giovani nel costruire famiglia e futuro».

Nove anni di messaggi

Eletto per la prima volta nel 2015, a ottobre 2023 Mattarella è diventato ufficialmente il presidente della Repubblica più longevo della storia italiana, superando il predecessore Giorgio Napolitano, anche lui eletto per due mandati consecutivi. Oltre ai riferimenti a giovani e lavoro, nei suoi nove discorsi di fine anno l’attuale capo dello Stato ha parlato di ambiente e delle sfide della transizione ecologica in sei occasioni, mentre in quattro discorsi il presidente della Repubblica ha fatto riferimento all’importanza della solidarietà, definita nel 2020 come «base necessaria della convivenza e della società». 

Al contrario alcuni temi sono stati meno affrontati dal capo dello Stato. Per esempio il discorso del 2018 è stato l’unico in cui Mattarella ha parlato ampiamente di sicurezza, un tema che in quel periodo era centrale per via dei due decreti “Sicurezza” promossi dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini. In quell’occasione il capo dello Stato aveva dichiarato che la vera sicurezza «si realizza con efficacia preservando e garantendo i valori positivi della convivenza».

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