Il 24 gennaio, durante il primo scrutinio per l’elezione del presidente della Repubblica, il nome dell’attuale vicepresidente della Corte costituzionale Giuliano Amato è comparso per due volte, in mezzo alle oltre 670 schede bianche. Secondo YouTrend, dal 1992 è la quinta elezione del capo dello Stato in cui Amato ha ricevuto almeno un voto nella corsa al Quirinale.
Nato il 13 maggio 1938, Amato è stato per due volte presidente del Consiglio, più volte ministro, deputato e senatore, tutti incarichi che gli hanno conferito una particolare caratteristica. Il suo nome, forse più di quello di chiunque altro, riemerge ogni volta che il Paese è di fronte a una nomina di rilievo, da Palazzo Chigi al Quirinale, passando per altre istituzioni. Un’eventualità che da tempo i giornali sintetizzano nella frase, ormai diventata un classico, “spunta l’ipotesi Amato”.
Ma come ha avuto origine questa espressione? E in quali occasioni il nome di Amato è stato tra i papabili per un ruolo di potere? Abbiamo scavato tra gli archivi stampa, andando indietro nel tempo di oltre quarant’anni.
Nato il 13 maggio 1938, Amato è stato per due volte presidente del Consiglio, più volte ministro, deputato e senatore, tutti incarichi che gli hanno conferito una particolare caratteristica. Il suo nome, forse più di quello di chiunque altro, riemerge ogni volta che il Paese è di fronte a una nomina di rilievo, da Palazzo Chigi al Quirinale, passando per altre istituzioni. Un’eventualità che da tempo i giornali sintetizzano nella frase, ormai diventata un classico, “spunta l’ipotesi Amato”.
Ma come ha avuto origine questa espressione? E in quali occasioni il nome di Amato è stato tra i papabili per un ruolo di potere? Abbiamo scavato tra gli archivi stampa, andando indietro nel tempo di oltre quarant’anni.